Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4410410

Abbiamo 194 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Spettacoli sulle scene e sugli schermi

May December, di Todd Haynes

 

 

 

May December

Regia di Todd Haynes

 

 

 

Cast: Natalie Portman, Julianne Moore, Charles Melton

Distribuzione: Lucky Red

 

Alzi le mani chi non ha mai desiderato una liaison con la prof di mate, o con l’aitante docente di filosofia del liceo! Si tratta, in verità, di una fantasia piuttosto comune tra gli adolescenti di entrambi i sessi, fantasia puntualmente frustrata dalle convenzioni sociali, tuttavia ciò non ha impedito a molti giovanissimi di coronare questo sogno, magari in clandestinità, in attesa della maggiore età, anche se talvolta tali infatuazioni – meglio sarebbe dire storie d’amore –hanno portato i protagonisti adulti davanti a un giudice, e da lì dietro le sbarre.

 

 

Presentato all’ultimo Festival di Cannes e candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, May December di Todd Haynes arriva al cinema distribuito da Lucky Red il 21 marzo. Il film è liberamente ispirato alla vicenda di Mary Kay Letourneau, insegnante nota alla cronaca statunitense per l’adescamento del suo allora alunno Vili Fualaau, dodicenne all’epoca dei fatti e in seguito divenuto suo marito. Una materia assai scomoda da trattare, eppure il regista di Safee Velvet Goldmine, Lontano dal paradiso e Carol, si dimostra completamente a suo agio nel raccontare con garbo una dark comedy non priva di una misurata ironia, e di una certa tensione.

Tensione soprattutto emotiva, resa splendidamente nella messinscena in esame da due attrici straordinarie, già entrambe premiate con l’Oscar, che rispondono al nome di Natalie Portman (Il cigno nero) e Julianne Moore (Still Alice), quest’ultima più volte diretta da Haynes. Va ricordato che la Portman ha fortemente caldeggiato questo copione di Samy Burch presso il regista, il quale, ha risposto con entusiasmo a tale progetto. E così è stato realizzato May December, avviato a conquistare diversi riconoscimenti. Peraltro meritati, a nostro parere.

La vicenda ha inizio allorché l’attrice Elizabeth Berry (Natalie Portman) si reca a Savannah, in Georgia, per incontrare Gracie Atherton-Yoo (Julianne Moore), una donna che un ventennio prima, all’età di trentasei anni, era stata sorpresa nel magazzino del pet shop dove lavorava ad amoreggiare con Joe (Charles Melton), un tredicenne compagno di scuola del figlio. Gracie dopo il processo era finita in carcere, dove aveva dato alla luce una bambina. Ma all’uscita di prigione, Gracie e Joe si sono sposati e hanno avuto una coppia di gemelli, Mary e Charlie, ora in procinto di conseguire il diploma.

La discussa relazione di Gracie e JoeYoo è diventata il soggetto di un film in cui Elizabeth sta per interpretare la donna, perciò le chiede di conoscerla meglio e di studiare il suo contesto familiare per entrare nella psicologia del personaggio. Ben accolta nella famiglia, magari con qualche dubbio da parte dei figli, Elizabeth comincia a incontrare amici e conoscenti della coppia, tra cui il primo marito di Gracie, e il figlio avuto dal precedente matrimonio. Ma le interviste condotte dall’attrice sono destinate a scombussolare l’apparente tranquillità di questa famiglia, peraltro per nulla turbata dalle scatole di cacca che ancora continuano a ricevere per posta da più di vent’anni da parte di stolidi e pertinaci perbenisti.


Eppure, la presenza di Elisabeth, che ha involontariamente posto in evidenza la crisi di Gracie e le contraddizioni di questa convivenza, ha minato in qualche misura il
menage degli Atherton-Yoo, dal momento che Joe viene portato a riflettere per la prima volta sulla natura della sua relazione e sulla situazione che lo vede ancora giovane, ma intrappolato in un matrimonio con una - quasi - sessantenne alquanto fragile, malgrado le torte di mirtilli sfornate di continuo per il vicinato e gli amici compiacenti, e nonostante le tempeste superate nel corso degli anni. Nel contempo, l’immersione emotiva e fisica di Elisabeth nel suo nuovo ruolo può dirsi completata, ma siamo certi che tale speculare identificazione non si appresti a condizionarle l’esistenza futura?

Questo è solo uno degli interrogativi ai quali sarà destinato a rispondere il pubblico dell’interessante melodramma, che da un lato simpatizza nei confronti dell’amore sincero, senza preconcetti e limiti di età, ma al tempo stesso evidenzia gli spietati tabù sociali e l’inadeguatezza dei codici civili e penali nei confronti di queste complesse situazioni. La pellicola non fornisce soluzioni, tuttavia, tenta di esplorare la condizione umana, di valutarne i sentimenti con il metro imperfetto della macchina da presa, che ci regala interpretazioni di ottimo livello, non solo da parte delle due blasonate protagoniste, ma anche dell’eccellente Charles Melton (Riverdale).

E poi come non ammirare l’intelligenza e i tocchi di classe di una regia che,pur con qualche ridondanza (la scena degli specchi), oscilla tra verità e finzione, solidarietà e ambiguità, proprio nel ritrarre la natura degli individui, la vita dei quali viene disegnata attraverso la metafora delle farfalle monarca, arancioni e nere, allevate da Joe, e presenti pure nei titoli di testa. Simboli di colorata bellezza, certo, ma anche di rinascita e rigenerazione, emblemi di trasformazione, speranza e libertà.

 

 

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie