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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Una visione interiore: Charles Seliger negli anni ’40

 

Fig. 1


La Collezione Peggy Guggenheim porta, per la prima volta in Italia, un nutrito gruppo di opere realizzate attorno agli anni Quaranta dal surrealista americano Charles Seliger (1926-2009), artista talentuoso e prodigioso che a soli 22 anni era già considerato un veterano all’interno dell’ambiente artistico americano, in grado di confrontarsi con personalità del calibro di Pollock e Rothko.

Nessun luogo, del resto, sarebbe stato più adatto di questa sede museale, dimora veneziana di Peggy Guggenheim, ad ospitare questa interessante mostra. È stata, infatti, la famosa collezionista statunitense che ha voluto e consacrato Seliger già nel 1945, quando questi aveva soli 19 anni, aprendogli le porte della sua galleria newyorkese, la famosissima Art of This Century, centro nevralgico non solo delle voci dei più innovativi artisti europei, ma anche delle emergenti leve americane.

In Una Visione interiore: Charles Seliger negli anni ’40 ritorna a vivere il forte e rivoluzionario credo della mecenate americana, il suo guardare al di là delle normali convenzioni e la sua conseguente abilità di scelta di artisti destinati ad un successo tale da entrare per sempre nella storia dell’arte internazionale.

Charles Seliger nasce nel 1926 e a partire dal divorzio dei suoi genitori la sua vita è caratterizzata da uno stato continuo di precarietà, dettato dai continui trasferimenti (prima dalla nonna, poi a Baltimora, a Newark fino ad arrivare a New York). Questo sentimento di incertezza non gli impedisce, tuttavia, di mantenere alcuni punti fissi in questo incessante errare: la lettura e una forte inclinazione al disegno.

Nel periodo in cui l’artista si sta avvicinando alla maturità creativa, individuando, attraverso la sperimentazione, alcune delle peculiarità stilistiche che lo contraddistingueranno, il panorama artistico a lui contemporaneo vede la presenza dei così detti espressionisti astratti (ricercatori di uno stile alternativo sia all’astrattismo geometrico sia al realismo), in un ambiente che si rivela sicuramente stimolante per un giovane pittore come lui.

Nella prima sala della mostra veneziana il visitatore può ammirare alcune delle sperimentazioni artistiche operate da Seliger, come la testa di sapore cubista, le tele in cui sembra emergere un rapporto con Klee e Mirò ed alcuni disegni automatici utilizzati come base di partenza per lo studio di forme organiche. Nel seguito del percorso espositivo si ha la possibilità di addentrarsi più specificatamente all’interno della poetica artistica del pittore, caratterizzata da un forte interesse per il mondo naturale e per gli studi sulla compenetrazione tra sfondo e figura.

Dopo alcune esposizioni in centri artistici locali in New Jersey, nel 1943, a 17 anni, Seliger viene chiamato ad esporre nella Norlyst Gallery, galleria di Jimmy Ernst, figlio di Max Ernst e assistente alla Art Of This Century di Peggy: è l’occasione che decreta la sua entrata ufficiale nel mercato. Il giovane artista si trova ad esporre con personalità già affermate come Rothko e Gottlieb, e presenta due opere che risentono in maniera preponderante dell’influenza surrealista di Ernst, ma nelle quali è possibile già intravedere l’interesse per altri elementi che saranno per lui centrali, primo fra tutti la natura.

Nel 1944 Seliger approfondisce la tematica degli spazi enigmatici e surreali, come dimostra l’opera del 1944 Confronto, che si basa sulla presenza di astrazioni di forme naturali (fiore, uccello, piante) che diventano viscere, contraddistinte da aree di colore dall’aspetto membranoso.

Fig. 2I titoli scelti per individuare i dipinti, derivano dal suo patrimonio culturale e sono parte integrante del dipinto stesso, elementi necessari per la comprensione totale dell’opera stessa, quindi titolo e dipinto stanno tra loro nello stesso rapporto biunivoco che lega i titoli ed i versi delle poesie ermetiche. Ecco, quindi, la seconda sala dell’esposizione, nella quale il visitatore può ammirare tutte le opere esposte dalla Guggenheim nel 1945, tra cui Celebral Landscape. Osservando questi dipinti il visitatore noterà come la ricerca di uno spazio interiore porti allo stravolgimento del rapporto tra figura e sfondo e come si venga a delineare l’idea di forma organica.

Il titolo diventa, come accennato sopra, centrale per la comprensione dell’opera; ne L’ultimo ciclope riemerge il rapporto tra surrealismo e il grande invisibile ricercato da Breton, mentre Don Chisciotte é indice della passione di Seliger per la letteratura. In questa tela tutte le forme sembrano in procinto di cadere verso il basso tranne la lancia, unico simbolo che permette di creare un possibile collegamento tra il mondo terreno e quello delle idee: l’ideale come unica cosa in grado di non sottostare alle leggi gravitazionali, il solo mezzo che ha per l’uomo per elevarsi.

Interessante è Scheletro nascosto (1945), tela ispiratrice della mostra; in quest’opera Seliger applica la sua idea di arte, strappare la pelle per mostrare le viscere pulsanti, le differenti stratificazioni che ci contraddistinguono e che permettono di giungere alla visione interiore, a quello spazio intimo che sarà la base per la tipologia della Storia Naturale in cui avviene una riflessione sul mondo.

La sala dedicata a quest’ultima contiene non solo Natural History Organic Form del 1946, il dipinto più grande di Seliger, ma anche Natural History (1947), opera comprata dal Moma e che lo ha reso l’artista più giovane in collezione permanente al museo.

Negli anni Quaranta il pittore si trova ad indagare gli spazi che non è possibile vedere ogni giorno, gli anfratti nascosti e misteriosi. Si lega a questa serie Metamorfosi (1947) in cui una forma centrale è messa in sospensione evidenziando l’idea stessa di transizione intesa come continuo sperimentare ed evolversi.

Fig. 3Probabilmente proprio tale ricerca degli spazi misteriosi e protetti dall’incedere umano, porta Seliger a prediligere, sul finire degli anni Quaranta, opere di dimensioni ridotte. Tuttavia sarebbe un errore pensare che alle scarse dimensioni delle tele corrisponda uno sguardo poco attento e approssimativo: i suoi lavori diventano estremamente dettagliati ed intensi, godibili sia da lontano (da cui è possibile ammirare l’armonico insieme), sia da vicino (in un abile fondersi di colori e di forme), facendo divenire tale scelta stilistica una peculiarità del pittore.

Le piccole creature del mondo naturale come scarafaggi o falene, facenti parte di una fauna che abita un mondo nascosto, sono integrati totalmente negli ambienti, rendendo esplicito da un lato il concetto di trasformazione e dall’altro la connessione totale tra ambiente e animali, tra visibile e invisibile. È adducibile a ciò, del resto, l’interesse riscontrabile maggiormente negli anni Cinquanta per le cosiddette strutture nascoste dei fenomeni invisibili.

Un’occasione unica, quindi, quella messa a disposizione del pubblico italiano: raccogliendo in un sol luogo più di trenta lavori databili in massima parte dal 1942 al 1950, la Peggy Guggenheim Collection pone lo sguardo sullo sviluppo della maturità artistica del pittore americano, sulle sue sperimentazioni e sulle sue trasformazioni. La mostra, estremamente godibile e ben allestita, probabilmente una delle migliori di questi ultimi mesi, evidenzia l’incessante, surrealistica ricerca di Seliger di rendere visibile l’invisibile, e permette di conoscere l’importanza della sua personalità artistica.

 

Didascalie delle immagini
Fig. 1, Celebral Landscape (Paesaggio Celebrale), 1944, oil on cavas, 243/16 x 183/16 inches (61.4 x 46.2 cm), Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, CT, donazione di Mr and Mrs Zalstem-Salessky
Fig. 2, Don Quixote (Don Chisciotte), 1944, oil on cavas, 30 x 40 inches (76.2 x 101.6 cm). Whitney Museum of American Art, New York,  donazione di  Elaine Graham Weitzen
Fig. 3, Winterscape: Interior of a Cocoon (Paesaggio invernale: interno di un bozzolo), 1948-1949, enamel, paint, tempera and ink on paper 1215/16x 105/8 inches (32.9 x 27 cm), Solomon R. Guggenheim Museum, donazione di Alexandra Adler, 1985.85.3291

Scheda tecnica

Una visione interiore: Charles Seliger negli anni ’40, fino al 16 settembre 2012, Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, 701 Dorsoduro, Venezia.

Orari: 10.00-18.00, chiuso il martedì.

Biglietti: intero 12€; ridotto senior (oltre i 65 anni) 10€; ridotto studenti (entro i 26 anni) 7€; bambini (0-10 anni) e soci gratuito.

 

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