Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4410589

Abbiamo 204 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Un itinerario genovese

 

Man Ray a Parigi

 

Fotografie, disegni, dipinti, sculture e film. Oltre trecento opere esposte a Palazzo Ducale a Genova per documentare il lavoro e la vita di Emmanuel Radnitzky, in arte Man Ray. Uno dei più grandi fotografi del Novecento, Man Ray è stato anche pittore, scultore e regista d’avanguardia, con un’ottica di riguardo verso la creazione di nuove estetiche.

La mostra è divisa in sette sezioni, a ripercorrerne la biografia e l’influenza sul contesto culturale dell’epoca. Nato nel 1890 a Filadelfia, Man Ray esordisce a New York con la prima mostra personale nel 1915 ed è uno dei protagonisti DADA americano insieme a Duchamp, amico di una vita e compagno di sperimentazioni fotografiche, i cui negativi sono paesaggi fino ad allora sconosciuti.

Negli anni Venti, Man Ray si trasferisce a Parigi e pubblica i primi Rayographs, immagini fotografiche ottenute senza la macchina fotografica, incentrando la sua ricerca su corpo e sensualità. Al periodo parigino risalgono, infatti, le note immagini: Larmes, La Prière. Blanche et noire, dipinti e grafiche come A l’heure de l’observatoire – Les Amoureux, la scultura Venus restaurée, tutte opere esposte in mostra.

Negli anni Quaranta, torna negli Stati Uniti, ma senza dimenticare l’Europa, alla quale torna e volge lo sguardo anche per le ultime opere, fino alla morte, avvenuta nel 1976. L’esposizione genovese documenta tutti i passaggi di una sfolgorante carriera, compresa l’attività cinematografica con la proiezione di pellicole storiche quali: Le Retour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L’Étoile de mer (1928) e Les Mystères du château du dé (1929).

La mostra è aperta fino al 9 luglio, ma Palazzo Ducale offre un’altra esperienza d’eccezione, grazie a 5 Minuti con Van Gogh; un’opportunità per ammirare la Cappella del Doge e trascorrere qualche minuto in contemplazione del Paesaggio con Covoni di Grano e Luna Nascente, del 1889.

 

***

 

Spostandoci verso Villa Croce, incontriamo il genio di Wisława Szymborska, nel centenario della nascita, una riuscita mostra monografica (La Gioia di Scrivere), ricca di inediti, racconta le gesta della grande poetessa polacca premio Nobel per la letteratura nel 1996.

Wisława Szymborska Premio Nobel

Curata da Sergio Maifredi e allestita dallo scenografo Michał Jandura, con la consulenza e collaborazione scientifica di Andrea Ceccherelli - Luigi Marinelli, è un itinerario vero e proprio nella vita e nell’universo creativo della poetessa, visitabile fino ad inizio settembre. Da non perdere la proiezione de La vita a volte è sopportabile, pellicola che immortala il momento in cui Woody Allen ricevette dalla Szymborska uno dei suoi famosi collage, diretta da Katarzyna Kolenda-Zaleska. Il commento di Woody Allen nel ricevere il collage per lui creato da WisławaSzymborska è stato: “Questo non è come quelle stupide statuette che ricevo per i miei film.”

Non a torto, visto che i collage della poetessa furono parte integrante della sua arte, un punto di vista più giocoso rispetto ai versi, ampiamente documentato a Villa Croce, dove sono ricchi anche gli inediti ed i documenti fotografici, sempre all’insegna dell’ironia che la caratterizzò.

Le iniziative a lei dedicate toccheranno anche Bologna e Roma, per la restante parte del 2023.

 

***

Due mostre temporanee per due mostri sacri del Novecento che ben si adattano ad una breve gita nelle vicinanze.

A Genova Nervi sorge, infatti, la Wolfsoniana, galleria d'arte moderna sui generis, la quale annovera svariate centinaia di opere d'arte nella propria collezione permanente, aperta dal 1999, per volere del fondatore Mitchell Wolfson Jr (Miami Beach, 1939), affettivamente legato alla città ligure.

La collezione è lo specchio italiano della Wolfsonian-FIU di Miami Beach (nell'Art Déco District), con superbi arredi completi, dipinti, sculture ed elementi decorativi di svariato genere a documentare l'evoluzione delle arti decorative nel Novecento e nella contemporaneità in toto.

Vetro pregiato, ceramica, ferro battuto, argento, tessuto, architettura grafica, manifesti e materiali per la pubblicità, bozzetti e disegni, libri e periodici vicini all’Art Déco, ma – realisticamente – aperti alle avanguardie. La collezione è, infatti, orientata al periodo 1880 – 1945 con particolare riguardo al gusto esotico ed al giapponismo che caratterizzò l’intera epoca, confluendo verso il Razionalismo ed il Modernismo.

Il Museo dialoga con gli altri poli museali del Parco di Nervi: la Galleria d'Arte Moderna di Genova, le Raccolte Frugone, il Museo Luxoro; nonché con il già citato Palazzo Ducale, il quale ne conserva l’archivio.

Di particolare interesse è la sezione dedicata ad Antonio Rubino, artista Art Nouveau di cui è presente un’intera stanza datata 1921; nonché i rimandi al gusto per l'esotico di inizio Novecento con una monumentale stanza in stile neo-egizio, ideata a fine Ottocento dai pittori orientalisti: Fabio Fabbi e Alberto Fabbi, per il Palazzo Gonzaga a Guastalla di Mantova.

Stanza di Rubino

La Wolfsoniana, tuttavia, non termina all’interno delle sale del Museo ed espande la propria onda al volume La Wolfsoniana – Immagini e storie del Novecento, edito da Sagep in italiano ed inglese, per un excursus che tocca interamente il fermento artistico che ha caratterizzato il passaggio di secolo fino agli anni Cinquanta.

Attento divulgatore, nel 1986 Wolfson ha – inoltre - fondato la rivista The Journal of Decorative and Propaganda Arts, ottenendo numerosi riconoscimenti internazionali, tutt’ora pubblicata dalla Penn State University Press.

 

Didascalie delle immagini

1, Man Ray a Parigi, 1934, Carl Van Vechten, Library of Congress

2, Wisława Szymborska Premio Nobel, 1996, Joanna Helander Archive

3, Wolfsoniana, Stanza di Rubino, arredo completo, 1921

 

 

 

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie