Testuali parole

Quando il capolavoro è un falso museale

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 La storia dei falsi nei musei non costituisce certo una novità.

Vi sono opere d’arte riconosciute come false dai musei stessi che, anche di fronte a contestazioni serie e argomentate, continuano ad essere in esposizione.

Non si rinuncia volentieri ad unʼopera che nel tempo si è rivestita di fama e “imprimatur scientifico”, quindi nessuno azzarda accantonare un reperto acquisito alle raccolte: seppur contestato.

Il caso illustrato in questo articolo rispecchia in parte questa situazione e lʼinteresse attorno al problema nasce dal “Busto di Vescovo”, manufatto “medievale” firmato Reineke vam Dressche. La preziosa opera è apparsa così straordinaria da essere replicata in varie versioni, anche con diverse tecniche e materiali. Di fatto la stessa continua ad essere presente, a vario titolo, nelle vetrine di noti musei, senza “vergogna alcuna” (segue nel file PDF),

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