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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

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Testuali parole

Leggende, bufale e bugie del web

“Su Internet sono tutti esperti, scienziati, profeti. Il dato oggettivo non esiste perché, almeno in questo, uno vale davvero uno. Si assiste dunque a discussioni su argomenti importanti e complessi affidati a pseudo studiosi, con corredo di deliranti teorie del complotto e vere e proprie leggende metropolitane. Al confronto, perfino i dibattiti in Parlamento sembrano una faccenda seria. Si parte con i petrolieri che bloccano da decenni l’auto all’idrogeno e le case farmaceutiche che boicottano la cura contro il cancro, e si finisce con chi ha visto le sirene e i microchip della Cia sotto la pelle.”

Qualche tempo fa, uno dei più lucidi e aggiornati commentatori politici italiani, Curzio Maltese, ha avuto il coraggio di scrivere queste righe, prendendo spunto dal sedicente movimento democratico dei 5stelle, rivelatosi un'emanazione personale dei due manipolatori Grillo&Casaleggio.

La parte politica – che peraltro condivido – non mi interessa in questa sede, mentre l'aspetto culturale denunciato da Maltese è inquietante e non può essere tacciato di superficialità. Di fatto, Internet oggi (ma non era affatto così nei primi anni ed essendo abbonato dal 1994 posso affermarlo a ragion veduta oltre che a malincuore) sta distruggendo cultura in modo maggiore e più veloce di quanta ne produca. Le paranoie acute di migliaia di persone non sane e/o non oneste, che in passato non avrebbero trovato alcuno sbocco a livello di diffusione, riescono invece a propagarsi tra i più deboli, tra i più giovani, tra i mille ingenui che leggendo notizie ben organizzate in rete finiscono per assegnargli una qualche credibilità. In un paese come l'Italia, in cui il 47% della popolazione (dato ONU del 2008 http://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale) non capisce ciò che legge, ma capisce benissimo ciò che gli pare, in cui stregoni e fattucchiere prosperano, e dove le conoscenze scientifiche da almeno cento anni sono poste in fondo alla scala dei valori, le stupidaggini più incredibili possono incontrare il successo.

Non parliamo solo di notizie inventate e comiche, i pesci d'aprile tutto l'anno, e neppure di truffe eclatanti come i pericolosissimi Di Bella e Vannoni, ma anche di fatti più bassi e quotidiani; oltre ai complotti citati da Maltese, la rete ospita suo malgrado centinaia di teorie assurde, proposte da ineffabili ciarlatani (qualche volta forse persino inconsapevoli) e poi ripetute e inverate da molti, in particolare da chi non ne capisce affatto il dato tecnico, ma ne vede la convenienza.

Ci sono falsi pediatri che sconsigliano di fare i vaccini http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/la-crociata-contro-i-vaccini, chi scrive che Leonardo e Euclide erano dislessici, c'è l'economista della Lega Nord che vuole tornare alla lira e accusa i tedeschi di voler dominare l'Europa tramite l'euro, c'è l'editore che promette a chiunque la pubblicazione di libri digitali, chi propone aste di oggetti di lusso a prezzi bassissimi, chi elenca tutti gli omosessuali illustri della storia tra cui Napoleone e Hitler, chi espone in affollate gallerie d'arte le opere di chiunque sia disposto a pagare una quota, ma soprattutto c'è chi ci casca e ci crede, chi ripete la notizia, chi la diffonde, e chi la difende come verità soltanto per averla letta e condivisa.

Il vero problema di Internet è quindi l'accesso libero a tutti e – una volta pagato il canone di abbonamento – la messa on line di dati gratuita o a bassissimo costo. Se voglio aprire un blog e scrivere fesserie non mi costa nulla, e se i blogger sono centomila, una percentuale minima di essi, ad esempio l'uno per mille (lo 0,1%) potrebbe essere baciata dalla fortuna, o trovare il trucco giusto, o pagare qualcosa per farsi mettere da Google in cima ai risultati delle ricerche; la stessa cosa vale per le normali pagine web, anche se richiedono qualche nozione tecnica in più. La percentuale è minima, ma lo 0,1 per cento di centomila vuol dire cento blog o siti web assurdi che diventano “famosi”, e cento non è un piccolo numero: un blog di successo può ricevere migliaia di visite al giorno. Lo stesso meccanismo – forse più facilmente – si può verificare su Facebook, dove un utente molto attivo e socievole può fare amicizia con innumerevoli persone, che non conosce affatto, e far loro scoprire le proprie geniali farneticazioni.

Ma ci sono allucinazioni e allucinazioni: quella sulle dislessie frequenti tra i grandi della storia, nasce chiaramente dai dislessici stessi, intenzionati a trasformare un disturbo di apprendimento in una qualità. Quella della democrazia diretta discende dalla totale incapacità di fare i conti, molto diffusa in Italia, per cui diecimila grillini (per l'esattezza quindi un cittadino ogni seimila) sarebbero un campione significativo della popolazione e/o dell'elettorato; quella molto diffusa dell'euro da sopprimere o dividere va di pari passo con i luoghi comuni che la crisi attuale, nata in America, sia dovuta alla moneta unica e ai cattivissimi tedeschi.

Cosa si può dire o aggiungere invece nel settore artistico, vale a dire nel mio e nostro settore? Non essendo di particolare interesse e di particolare diffusione, l'ambito storico-artistico è meno toccato di altri dal fenomeno, ma esistono comunque casi di notevole impatto. Uno, ormai vecchio ma purtroppo non dimenticato proprio per colpa della rete, riguardava la leggenda della percentuale mondiale del patrimonio artistico italiano stimata dall'Unesco in metà del totale; in realtà l'Unesco non ha mai fatto stime del genere e l'unica del settore riguarda i siti protetti, di cui appena il 5% sono italiani (e non il 50 o il 60 o il 70 come dicono le leggende che continuano a girare sul web).

Di recente invece un curioso episodio è stato esemplare non solo per confermare che alla stupidità del contenuto può comunque affiancarsi una seria critica, ma anche per dimostrare i meccanismi di diffusione delle bufale. E' successo infatti che una notizia falsa, o forse meglio un equivoco su alcuni argomenti affrontati dalla Commissione Cultura della Camera, abbia scatenato reazioni tali da diventare esse stesse la notizia, perdendo di vista il falso punto di partenza, e cioè che la Commissione stia puntando a un'abolizione della Storia dell'Arte dai programmi scolastici. Di fatto la Commissione lavora a possibili e parziali proposte di revisione della riforma Gelmini (e per revisione si intende un piccolo cambiamento), e magari qualche suo membro avrà futilmente segnalato che si stava parlando anche delle ore di Storia dell'Arte. Nei fatti, la falsa notizia che la disciplina stesse per essere soppressa si è diffusa, è uscita dalla rete ed è arrivata in quell'altro calderone di sciocchezze che sono i notiziari televisivi. Il risultato è che qualche giorno fa alcuni studenti e un docente mi hanno chiesto se avrei protestato anch'io per la soppressione futura della mia disciplina e, visto che non ne sapevo nulla anche perché non possiedo apparecchi televisivi, mi hanno detto che l'avevano sentito dire proprio in un programma tv. Ho risposto che mi sembrava una sciocchezza, ma che mi sarei informato; non ne ho avuto bisogno perché proprio quel giorno la presidente dell'ANISA ha smentito il tutto con un comunicato che spiegava quello che ho scritto poche righe sopra:
http://www.anisa.it/LetteraMinistroCarrozza_PresidenteANISA_7febbraio2014.pdf

Per qualunque bufala, tuttavia, resta la scia indelebile delle mail, dei post, dei forum, che ancora tra dieci anni salteranno fuori nelle ricerche in rete su argomenti correlati e che continueranno a creare dubbi, a far sorgere sospetti, a fornire false notizie.

Che fare allora? La soluzione di filtrare i contenuti equivarrebbe a censura, farli pagare di più a discriminazione, ed è inutile predicare libertà in rete e razzolare leggi punitive. Rimane una possibilità, combattere l'ignoranza con l'intelligenza e istituire squadre tecniche che per ogni sciocchezza buttata nel mare di Internet avviino una sana procedura anti-sciocchezza, dimostrandone gli errori. Per gli argomenti scientifici segnalo il meritevole sito del CICAP  http://www.cicap.org/new/index.php. Per molti fatti della rete c'è il sito di un informatico di sani principi, Paolo Attivissimo, che da anni informa sulle peggiori bufale per aiutare gli utenti a non cascare in trappola. Oltre ad Attivissimo, anche altri si danno da fare, soprattutto in settori importanti come quelli medici, ma per essere davvero efficaci dovrebbero essere tutti appoggiati e diffusi dalle istituzioni, dai provider e di conseguenza da Google nelle sue ricerche: in questo modo una considerevole parte del problema sarebbe risolta.

 

 

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