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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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L'Effet de Serge, di Philippe Quesne

  

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 Giunto alla sua settima edizione, Short Theatre ha presentato spettacoli che rimarranno indelebili nella memoria del pubblico. Tra questi, L'Effet deSerge di Philippe Quesne, fondatore del Vivarium Studio, un laboratorio per l'innovazione teatrale che sposa tutte le arti e include pittori, grafici, attori, musicisti, danzatori e persino animali. Quesne ha creato e prodotto lavori multimediali come La Démangeaison des Ailes (2003) e Des Expéiences (2004), un progetto in continua evoluzione che è stato ambientato nei luoghi più disparati, da una galleria d'arte a una foresta, da uno stagno ad un' area desertica. Il teatro di Quesne si concentra sulle piccole cose della vita con un' ironia sottile che trasmette messaggi politici e sociali per niente scontati. Il suo teatro d'immagine e di movimento predilige il silenzio e non conosce soluzioni di continuità, tanto che ogni spettacolo inizia con la fine del precedente e termina con l'inizio del successivo.

L'Effet de Serge (2007) si apre con GaetanVourc'h intabarrato nel costume da cosmonauta che indossava in D'Après Nature (2006). Avvolto da una nuvola di fumo, fa il suo ingresso in scena dalla porta finestra sullo sfondo che si affaccia sul cortile frondoso del teatro India. Il bagliore di luce emanato dal suo enorme casco bianco crea un effetto di sospensione magica. L'intruso esplora l'appartamento di Serge guidato da una torcia e lo descrive in francese nei minimi particolari. Distogliendo l'attenzione del pubblico, la traduzione simultanea nuoce in parte alla scena, pensata anche per stimolare la curiosità e le aspettative di chi guarda. L'astronauta infatti fa ipotesi piuttosto ovvie sulla vita di Serge ispezionando con cura il suo habitat, uno spazio rettangolare che fa subito pensare ad un terrario. Elenca ad uno ad uno gli arredi essenziali, una moquette viola, un tavolo da ping pong, una sedia, un televisore, e una serie di oggetti ammucchiati sul lato destro della stanza. Altoparlanti, macchinine radiocomandate, arnesi da riparazione, circuiti elettrici e aggeggi da travestimento, sono gli strumenti di un artista eclettico che durante la settimana crea sempre nuovi spettacoli di un minuto per gli sconosciuti che puntualmente invita ogni domenica a casa sua.

Imperturbabile e compunto come Buster Keaton, Vourc'h-Serge entra nell'appartamento e ripete i suoi rituali quotidiani sotto una luce algida al neon che immobilizza la scena in un'atmosfera iperreale alla Hopper. Il senso di solitudine assoluta suggerito dall'immagine viene tuttavia sdrammatizzato dai gesti di Serge che, nell'intevallo tra una domenica e l'altra, prepara le sue piccole magie, guarda la tv, ordina pizze a domicilio che poi lascia puntualmente raffreddare per indossare un enorme paio di occhiali fluorescenti o per giocare con un modellino di elicottero che non tiene mai la quota. Assorbito dal suo immaginario, Serge inciampa sulla moquette o va a sbattere contro lo stipite di una porta, ma rimane sempre impassibile difronte ai suoi piccoli fallimenti e, allo stesso modo, appare sempre cordialmente disinteressato alle reazioni degli ospiti ai suoi spettacoli. Forse perché sa che l' arte in cui mette tutto se stesso, è di fatto fragile e transitoria, proprio come la vita.

Teatro e vita sono un binomio inscindibile in questo spettacolo dove il confine tra realtà e finzione è davvero impercettibile. La sua natura metateatrale non è data soltanto dal continuo alternarsi di brevissimi play-within- the play, ma anche dalla presenza di non attori sulla scena. Gli ospiti di Serge sono infatti stagisti debitamente preparati dal regista in poche ore di prove prima del debutto.

Il ritmo perfetto della performance è scandito dal loro avvicendarsi sulla scena dal buio del cortile. C'è chi arriva in bicicletta, chi in automobile, chi a piedi, e in genere si presentano da soli o in coppia, prima del gran finale in cui tornano tutti insieme. La centralità del Tempo è sottolineata da una voce fuori campo che ne commenta il passaggio negli intervalli tra uno spettacolo e l'altro, e dalla ripetizione dagli stessi rituali di accoglienza e di commiato da parte di Serge. L'ospite arriva, saluta attraverso il vetro, viene invitato ad entrare, a togliersi il soprabito e a bere qualcosa, poi assiste allo spettacolo, lo commenta e se ne va. Gli spettacoli sono sempre diversi ma rispetano tutti la stessa struttura formale. Si tratta di effetti luminosi sulla musica di Hendel o di Wagner, oppure di " effetti laser" su John Cage e di "effetti pirotecnici " sulla musica di Vic Chesnutt. Sono performance molto semplici ma che a volte richiedono l'aiuto dell'ospite di turno. Come nel caso di "Effetto luminoso su Wagner", in cui Serge ha bisogno delle chiavi della macchina di una coppia di spettatori per accenderne e spegnerne i fari in accordo con il ritmo della cavalcata delle Valchirie.

L'effetto comico, a volte, è irresistibile ma non annulla mai la sottile drammaticità che attraversa lo spettacolo. Non è un caso che Serge legga Beckett perché il semplice gioiello teatrale di cui è protagonista è un amalgama di tragico e grottesco, al quale si aggiungono una vena di malincolico lirismo e di visionarietà che lo rendono unico. Quesne non si prende mai sul serio, ma L'Effet de Serge è anche una vera riflessione sulla necessità dell'arte.Un'arte effimera che si consuma nel momento, ma che riscatta l'uomo trasformando l'ordinario in qualcosa di magico.

 

Scheda tecnica
L'EFFET DE SERGE, ideazione e scene di Philippe Quesne. 
Musiche di André Prévin, Gillian Hills, Howe Gelb, Wagner, John Cage, The Patriotic Sunday, Sparklehorse, Colleen, Antoine Duhamel, Willy Deville, Arnold Goland, Abbc, Vic Chestnutt, Led Zeppelin, José Feliciano.
Con Gaetan Vourc' h, Isabelle Angotti, Rodolphe Auté, Cyril Gomez-Mathieu e ospiti del luogo.
Regia di Philippe Quesne. Produzione : Vivarium Studio.
Prima assoluta alla Ménagerie de Verre, Marsiglia, novembre 2007.
Visto al Teatro India di Roma il 5 settembre 2012, nell'ambito di Short Theatre, diretto da Fabrizio Arcuri.

 

 

 

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