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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Testuali parole

The Pope of Pop e i suoi Headlines

 

Fig. 1La mostra Warhol Headlines, curata da Molly Donovan del dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea della National Gallery of Art di Washington, è stata dedicata a una particolare fase artistica del padre della Pop art americana. Dal 12 giugno al 9 settembre 2012, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, oltre 80 titoli di giornale hanno documentato tutte le fasi della sua carriera.

Il legame tra Warhol e i giornali venne sancito già nel 1969 quando fondò Interwiev, una rivista nata come pubblicazione di cinema underground, che nel 1973 si trasformò in mensile di spettacolo, moda, arte e attualità mondana e che oggi è ancora una delle più famose riviste americane. L’artista stesso giustificava questo suo interesse affermando: “Dal momento che non ho mai saputo cosa mi stava succedendo, adoravo leggere gli articoli dei giornali su di me”. Nel 1968 Warhol divenne oggetto di notizie da prima pagina quando Valerie Solanas gli sparò; e fu inconsapevole protagonista di nuovo nel 1987, quando morì a causa di complicazioni per un intervento alla cistifellea. La mostra romana ci conferma come ad attirare Andy Warhol fossero i titoli sensazionalistici, sia gossip che drammi vissuti dalla gente comune a causa di calamità o incidenti, eventi di cronaca diversi tra loro ma posti sullo stesso livello.

Fate presto (Fig. 1), questo titolo in caratteri cubitali sulla prima pagina del quotidiano “Il Mattino” del 26 Novembre 1980 si riferiva al terribile terremoto in Irpinia; come headline, unico non inglese, fa parte del trittico in bianco e nero realizzato da Warhol su commissione di Lucio Amelio, per attirare l’attenzione delle masse sulla tragedia. L’opera richiama uno dei perversi temi da sempre adorati da Warhol, la morte.

Gli Headline works sono quelle opere basate sugli occhielli o sui titoli degli articoli generalmente pubblicati in prima pagina. Le riproduzioni sono state realizzate in diversi formati e presentati in un corpus unico, e testimoniano anche il cambiamento delle tecnologie di cui si avvalevano e si avvalgono tutt’ora i mass media; sono pertanto dipinti, disegni, stampe, fotografie, sculture, lavori per cinema e la televisione.

Fig. 2Warhol Headlines nella Galleria di Roma ha affrontato il tema partendo dalle riproduzioni di alcune pagine dei quotidiani realizzate in collaborazione con Haring e Basquiat. Una giovanissima Madonna (Fig. 2) esclama: “Non mi vergogno” riferendosi ad alcune fotografie di nudo che la ritraevano; la regina del pop musicale veniva celebrata in questa maniera dal “Papa del Pop”, come i suoi seguaci amavano definirlo. Questo lavoro rappresenta una testimonianza di come Warhol e Haring inventarono qui un loro progetto di cut-up: realizzarono alcune tele che ritraggono Madonna in occasione del suo matrimonio con Sean Penn nel 1985, ci aggiunsero un titolo a lei dedicato, ma riferito ad un altro giorno e Haring popolò poi il quadro con una miriade dei suoi motivi caratteristici. L’opera aveva la finalità di costituire un regalo stravagante da donare ai futuri sposi amici dei due artisti che, a tal fine, lavorarono insieme ad una serie di almeno sei dipinti: tre basati sull’edizione del New York Post con il titolo “Madonna: ‘non mi vergogno!” e tre con il titolo “Madonna sulle foto di nudo: E allora?” dell’edizione serale del medesimo quotidiano. Le tele si fanno portavoci del messaggio dell’artista, testimoniano un momento più frivolo della storia americana e diventano specchio della società che la crea, componendo quindi un’immagine dell’uomo contemporaneo, dei suoi desideri e della sua voglia di visibilità, dell’obiettivo da raggiungere ed infine della cultura del XX secolo il cui perno è rappresentato da un’estetica concentrata sui media.

Verosimilmente, il primo headline work di Warhol fu The Princeton Leader del 1956 (Fig. 3), realizzato con penna a sfera su carta e con dimensioni 42,5 x 35,2 cm. Esso svela furtivamente alcune annotazioni biografiche dell’artista che si inseriscono nella trascrizione degli articoli della prima pagina dell’edizione del 23 agosto 1956 del Princeton Leader. Sotto il titolo “Abitante del luogo completa il tirocinio da idraulico e tubista”, Warhol inserì il nome dell’uomo che gli diede il giornale, invece che il nome del protagonista originale della notizia; in tal modo, esprimeva la sua volontà di far apparire, sotto la medesima intestazione, persone di qualsiasi ceto sociale. Questo giornale rappresentava dunque un simbolo per Warhol, in quanto, nonostante il Princeton Leader possedesse un gran numero di titoli in caratteri grandi e in neretto, nessuno di essi primeggiava suFig. 3 un altro: non doveva esserci gerarchia. The Pope of Pop considerava quindi i giornali come una tribuna democratica, come rivela anche il disegno Journal American del 1960 (nella medesima sala): lascia le parti nella metà inferiore del giornale vuote o bianche poiché poco importanti ed opera così una similitudine con la stratificazione sociale.

Incidenti aerei, la nascita di un figlio per la principessa Margaret e i voti nuziali di Liz Taylor sono, invece, “notizie del giorno”. 129 Die in Jet, Daily News e A boy for Meg (1,2) sono i primi headlines dipinti, illustrano la seconda tappa di questo itinerario artistico e ci fanno comprendere come, dopo il suo approdo all’utilizzo di carta e penna a sfera, inizi ad impiegare delle emulsioni a base di olio e uovo su tela. Inoltre, entrambe le tipologie di opera sono state realizzate da Andy Warhol tramite un episcopio che ingrandiva e proiettava la pagina del giornale sul supporto che, nel caso di queste quattro tele, era il New York Post. Se si analizzano i due dipinti dedicati alla nascita di un figlio per la principessa Margaret, si denotano due scelte stilistiche completamente diverse: in un caso, la mano dell’artista è ben riconoscibile e va a determinare un disegno poco preciso ma molto più espressivo, nel secondo caso, lo stile è invece netto, pieno ed impersonale. Questo passaggio di stile, nonostante Warhol ne attribuisse il merito ad altri, fu sicuramente voluto dall’artista che si stava avvicinando sempre di più a quella tecnica che lo avrebbe poi accompagnato per moltissime opere, la serigrafia.

Erano esposti anche molti degli scatti che Warhol realizzò dal 1982, servendosi di una macchina compatta che gli consentì di realizzare fotografie poco ordinarie e assolutamente spontanee. Non deve sorprenderci una tale attenzione per l’obiettivo fotografico dato che, in realtà, l’artista se ne avvalse per la realizzazione di altre opere. Le fotografie di quegli anni si fondano tutte sul tema dei titoli di giornale e possono dividersi in quattro categorie: 1) quelle che fanno riferimento ai quotidiani nei distributori, come Newspaper machine (New York Post) (Fig. 4), realizzate con stampa ai sali d’argento; 2) quelle di quotidiani pubblicizzati sui cartelloni, come The London Standard; 3) altre che immortalano giornali sparsi come immondiFig. 4zia sui cigli delle strade o sui pavimenti delle stanze, come Interior (Fig. 5); 4) quelle fotografie che, come Unidentified Man (Fig. 6), immortalano gente comune con in mano i quotidiani più noti.
L’artista scelse alcune di queste immagini e le stampò in grande formato per poi cucirle insieme, riprendendo i caratteristici lavori d’arte degli anni ’60. Altre fotografie sono invece finalizzate alla documentazione dei suoi viaggi in Cina e a Londra . Solo un anno prima, nel 1976, produsse quattro pannelli lavorati in vernice a base di polimeri sintetici e inchiostro serigrafato su tela, che si basano su scatti realizzati con una Polaroid Big Shot e ritraggono Gardner Cowles con un giornale in mano. Quella che per Warhol fu quasi una fissazione verso lo scatto fotografico può essere esplicata attraverso due sue affermazioni: “Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada. Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina”;La mia idea di una buona fotografia è di una che sia a fuoco e di una persona famosa che fa’ qualcosa di non famoso. E’ essere al posto giusto nel momento sbagliato”.

Fig. 5L’esposizione si è basata su una straordinaria ricchezza di tipologie e supporti artistici; nella medesima sala delle fotografie di Cowles, ritroviamo anche dei video e alcuni dei 472 screen test creati da Warhol nella Silver Factory tra il 1964 e il 1966. Si tratta di brevissimi filmati di cui erano protagonisti personaggi legati al mondo dell’arte o solamente persone famose, come ad esempio Bob Dylan, frequentatrici della Factory (un enorme open-space che Warhol usava come studio cinematografico o fotografico, laboratorio e centro sociale).
Electric Newspaper – Hiroshima Day – USA vs Underground è un disco musicale e un quotidiano elettronico creato nel 1966 con l’etichetta indipendente The East Village Other insieme ai Velvet Underground, a Allen Ginsberg, a Peter Orlovsky e al sassofonista Marion Brown; Warhol stesso contribuì con Silence, un brano di undici secondi con rumori ambientali. Ovviamente, vi è il chiaro riferimento al disastro atomico di Hiroshima avvenuto ventun’anni prima (6 agosto 1945), che coincideva non solo con il compleanno dell’artista, ma anche con il matrimonio della figlia del presidente Johnson. Entrambe le notizie degli eventi fanno da sottofondo ai pezzi del disco, ponendo simbolicamente in parallelo, ma in contrasto, il lieto evento americano e la tragedia del popolo giapponese.
Un’altra tragedia (solo sfiorata) il 3 giugno 1968 fu il tentato omicidio di Warhol da parte di Valerie Solanas, una scrittrice mentalmente instabile, che sparò all’artista poichè aveva appena rifiutato di darle un aiuto professionale.

In sintesi, abbiamo la conferma dell'interessamento di Warhol per il deep gossip, cioè per quella tiFig. 6pologia di pettegolezzo che serpeggia nel profondo, che circola solitamente per vie sotterranee, tocca temi difficili da affrontare ed emerge in maniera inattesa dalle parole dei protagonisti dei videotape. Oltre alla produzione di opere “visive” come le installazioni, le serigrafie e le foto, l’artista si è dedicato al cinema che poi ha abbandonato per il piccolo schermo; probabilmente si era reso conto che si trattava di un mezzo di comunicazione meno efficace della televisione.

Si può riflettere su come il modo di “fare arte” di Andy Warhol sia praticamente inclassificabile: popolare e anti-popolare allo stesso istante, si avvale dell’utilizzo di mezzi sprovvisti dell’aura artistica, come la televisione. Impugna il sistema televisivo e lo rielabora in una maniera tutta sua, ci entra dentro ma penetra anche nell’intero mondo dello spettacolo e della cronaca, a discapito della sua stessa identità, in un possibile dialogo con il Walter Benjamin dell'Opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.
Andy Warhol fu in prima istanza un intellettuale e un profondo conoscitore del suo tempo e della sua gente, che seppe descrivere tramite il suo inconfondibile verbo; in secondo luogo, fu un maestro della parola, protagonista della comunicazione a tal punto da offuscare addirittura il proprio talento di artista.

Warhol Headlines si è svolta dal 12 giugno al 9 settembre 2012 presso la Galleria nazionale d’arte moderna, Viale delle Belle Arti 131, Roma.


Didascalie delle immagini

Fig. 1, Andy Warhol, Fate presto, 1981, acrilico e inchiostro serigrafico su tela, 3 pannelli di 270 x 200 cm, collezione Terrae Motus, Reggia di caserta.

Fig. 2, Andy Warhol e Keith Haring, Madonna, I’m not ashamed, 1985, polimeri sintetici, day – glo e acrilico su tela, 50.8 x 40.6 cm, Collection Keith Haring Foundation of New York

Fig. 3, Andy Warhol, The Princeton Leader, 1956, penna a sfera su carta, 42.5 x 35.2 cm, Courtesy the Brant Foundation of Greenwich, Connecticut.

Fig. 4, Andy Warhol, Newspaper machine (New York Post), data sconosciuta, stampa ai sali d’argento, 25.4 x 20.3 cm, The Andy Warhol Museum of Pittsburg.

Fig. 5, Andy Warhol, Interior, data sconosciuta, stampa ai sali d’argento, 25.4 x 20.3 cm, The Neuberger Museum of Art, Purchase College, State University of New York.

Fig. 6, Andy Warhol, Unidentified man, data sconosciuta, stampa ai sali d’argento, 25.4 x 20.3 cm, The Andy Warhol Museum of Pittsburg.

 

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