Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4405944

Abbiamo 246 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Testuali parole

Maria Zambaco e Edward Burne-Jones


Fig. 1Nel 1877, Edward Burne-Jones esibisce otto dipinti alla Grosvernor Gallery di Londra, ottimamente ricevuti da pubblico e critica; uno di questi, L’incantesimo di Merlino (1873-74) fu portato all’Esposizione Universale di Parigi l’anno seguente, mietendo uno strepitoso successo paragonabile solo alla fama sempre crescente del suo esecutore. Il critico Charles Blanc lo definisce come: “il miglior dipinto dell’intera esibizione” poiché “contiene la quintessenza dell’ideale di bellezza medievale.”

La straordinaria armonia del dipinto può essere attribuita agli studi che Burne-Jones portò avanti a partire dagli anni ’70 dell’Ottocento. La figura femminile che alza lo sguardo da un libro ed il vestito che ne ricopre la figura sono chiaramente ispirati dalle sibille dipinte da Michelangelo per la Cappella Sistina attorno al 1510.

Tuttavia, ciò che più affascina della tela di Burne-Jones è da riscontrarsi nel tentativo che essa rappresenta di liberarsi del fantasma dell’amore folle per la modella Maria Cassavetti-Zambaco (1843-1914). Sotto la copertura della leggenda arturiana, che lo aveva affascinato sin dalla scoperta de: La morte d’Arthur di Malory nel 1855, dipinge se stesso come Merlino e la sua ex amante come Vivien, con il capo contornato da serpenti a ricordare Medusa e la successiva serie dedicata a Perseo. Alla vista di Viviana, il mago perde totalmente il senno, rimanendo alla sua mercé.

Fig. 2Il dipinto mostra una chiara inversione dei ruoli: da un lato il remissivo Merlino, sconfitto e adagiato su un cespuglio, dall’altro Viviana in un ruolo attivo e tradizionalmente maschile. In una lettera scritta alla confidente Helen Gaskell, il pittore rivela di sentirsi come Merlino, imprigionato dai suoi stessi sentimenti. Le fotografie del periodo lo ritraggono stanco e provato pur avendo causato lui stesso a causare la fine della loro relazione nel 1870. I due si incontrarono nel 1866, anno in cui la madre di lei commissiona un acquerello a Burne-Jones. Maria, di recente divorziata da Demetrius Zambaco, si era trasferita a Londra coi due figli. Stregato dai lineamenti della donna, il pittore ne fa la sua musa indiscussa fino alla fine della carriera.

Nella tela in questione, la donna regge un libro, quasi a voler ricordare le instancabili letture ad alta voce effettuate all’interno dello studio del pittore durante le sessioni di posa. Il libro, in questo caso, rappresenta sia l’erudizione della donna sia il suo temperamento passionale, quasi a voler sfatare completamente il pregiudizio ricorrente che le donne appassionate di letteratura non lo fossero altrettanto nell’intimità. Maria non era l’unica modella di origini greche immortalate in quel periodo, insieme a Marie Spartali-Stillmann e Aglaia Ionides-Coronio faceva parte della cosiddetta: “triade delle grazie” che posò per tutta la Confraternita Preraffaellita negli ultimi anni dell’Ottocento. Provenienti da una piccola comunità greca residente e a Londra, le tre donne esercitarono una forte influenza artistica ed intellettuale sull’ambiente artistico contemporaneo, beneficiando – altresì - del fatto che le loro benestanti famiglie collezionavano opere d’arte.

Fig. 3Marie Spartali-Stillmann era, come la cugina Maria, una pittrice lei stessa benché quest’ultima si diede prettamente alla scultura. La maggior parte delle sue opere furono medaglioni in bronzo oggi presenti nella collezione permanente del British Museum a Londra.

Come Burne-Jones, la tematica dell’amore rimane centrale nella sua opera così come la mitologia classica. Celeberrima la scelta di Rodin di scegliere una testa di Medusa da lei eseguita per esporla all’interno del Salon per una mostra del 1889. Da qui la nascita di un’amicizia destinata a durare tutta la vita ed all’allestimento di svariate mostre successive. La sua venerazione per Rodin si tradusse anche nell’acquisto di numerosi acquerelli e schizzi e nel proporsi come fotografa delle sue opere per numerose riviste d’arte britanniche.

Marie Cassavetti-Zambaco pare aver ispirato tutti gli artisti con cui strinse amicizia grazie alla sua bellezza e temperamento, dando slancio alla loro carriera mettendoli in contatto con giornalisti ed esperti d’arte. Tuttavia, nonostante il grande talento, non riuscì mai a sorpassare i tradizionali limiti vittoriani dei ruoli femminili. Rimane compito dei posteri approfondirne l’arte.


Didascalie delle immagini

Fig. 1, Edward Burne-Jones , L’incantesimo di Merlino, 1873/74, olio su tela, National Museum Liverpool
Fig. 2, Edward Burne-Jones,
Portrait of Maria Zambaco, 1870, olio su tela, Clemens-Sels-Museum, Neuss
Fig. 3,
Maria Zambaco
, fotografia, Peter Nahum Leicester Galleries di Londra



abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie