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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Testuali parole

Alberto Martini, il surrealista letterario

Fig. 1

Figlio di un professore di disegno, Alberto Martini inizia a disegnare sotto la guida del padre tra il 1890 ed il 1895, dimostrando – da subito – una particolare propensione per la grafica.
Inizialmente, i temi preferiti riguardano la campagna d’origine, quella trevigiana e la vita rurale: il rapporto tra uomo e natura, tanto amato dai romantici, assume – nelle prime opere di Martini – una connotazione personale, con la natura vista nel suo divenire. Martini è influenzato soprattutto dal recente movimento simbolista secondo il quale occorre ritrarre solo ciò che non si vede, seguendo esclusivamente il proprio occhio interiore. Seguendo questa passione, tra il 1894 ed il 1896 realizza le quattordici chine acquerellate dell'Albo della morte, rivelando suggestioni culturali di matrice nordica.

Tuttavia, Martini viene ricordato soprattutto per le illustrazioni dei grandi classici, a partire dagli inchiostri su china per Morgante Maggiore di Luigi Pucci, seguiti dai disegni per La secchia rapita di Tassoni, proseguiti fino al 1903 da lui stesso definiti come: “una curiosa sfilata di soldatacci pidocchiosi.” All’epoca il Martini non ha ancora trent’anni eppure mostra un singolare talento nel fondere influenze nordiche ad una formazione classica, i suoi personaggi – pur rimanendo fedeli agli autori stessi – vivono una vita propria e paiono pronti all’azione. Rivelatrice, in questo senso, una visita al Museo Martini di Oderzo (TV), in cui le opere grafiche sono affiancate dalle tele e dai personaggi del Tetiteatro di cui parleremo in seguito.

Evidente l’interesse per i grandi maestri manieristi, Dürer e Graf su tutti che domina la serie di 14 disegni intitolata: La corte dei miracoli che porterà alla Biennale di Venezia nel 1897 e che sarà successivamente presentata a Monaco, dove decide di fermarsi per qualche tempo a proseguire la propria carriera di illustratore per le riviste Dekorative Kunst e Jugend. Nel 1898 incontra il critico napoletano Vittorio Pica, suo mentore da quel momento in avanti, grazie al quale arriva all’Esposizione Internazionale di Torino.

Gli ultimi anni dell’Ottocento sono segnati da manifesti ed illustrazioni dai forti richiami liberty, secessionisti e preraffaelliti fino ad arrivare al 1901, anno cruciale per la sua Fig. 2carriera poiché inizia la prima serie di tavole ispirate alla Commedia dantesca che andranno a formare il nucleo centrale – accanto alle opere tratte da Poe – del museo di Oderzo a lui dedicato.

Se la Parigi degli anni ’30 era nota come: “il centro del mondo”, da meno non deve essergli parsa quando vi approdò nel 1904, anno in cui vi si ferma per iniziare gli ex libris commission ati da Antonio Fogazzaro, fino ad arrivare alle tavole illustrative per i racconti di Edgar Allan Poe cui lavorerà fino al 1910, inaugurando un connubio proficuo tra grafica ed opere letterarie.

Nel 1908 inizia i lavori per il Macbeth shakespeariano che lo occuperanno fino al 1911, intervallate solo dai lavori per l’Amleto e per le poesie di Paul Verlaine (55 disegni a penna colorati a pastelli). Del 1912 una breve inversione di rotta. Lo splendido ritratto della marchesa Luisa Casati (Fig. 3) inaugura una lungo periodo di produzione pittorica in cui utilizza la tecnica del pastello, tramite la quale esegue Farfalla Gialla, primo esempio delle numerose opere caratterizzate dal tema della donna-farfalla che porterà alla Biennale del 1914 insieme al ritratto della Marchesa e della Contessa Revedin.

Il primo conflitto mondiale dà origine alle litografie intitolate Danza Macabra, di profonda matrice antitedesca. Di piccole dimensioni, vengono distribuite come propaganda contro l’impero austroungarico e gli fruttano le lodi del pittore Zandomeneghi che ne rimane “ferocemente impaurito”. Dopo una breve sosta in Gran Bretagna, nel 1919 si apre la prima personale alla galleria Pesaro di Milano che inaugura – altresì - la lunga collaborazione con il mondo del teatro con i costumi per il balletto Cuore di cera di cui cura anche la coreografia. Da qui nascerà l’idea per il Tetiteatro, teatro sull’acqua totalmente astratto, dedicato alla dea Teti. “Fu nel 1923 che inventai il Tetiteatro – scrive nella sua Vita d'artista - un'invenzione teatrale che ha fatto il giro del mondo rimanendo intatta, perché il giro del mondo non l'ha fatto con l'autore. Un teatro terraqueo, uno strumento gigante per le risonanze di una nuova voce e per nuove plastiche teatrali".


Fig. 3


Le illustrazioni per il suo personalissimo teatro verranno pubblicate nel volume: Il Tetiteatro del 1924.

A seguito della delusione subita da parte della critica da cui si sente non amato e capito, passa il decennio successivo a Parigi dove frequenta i principali salotti aristocratici e letterari parigini. Rafforzatosi l’interesse per il pittore britannico Aubrey Beardsley e per la sua Salomè, esegue gli acquerelli di Una stagione all’inferno di Rimbaud, I fiori del male di Baudelaire e La danza macabra di Orland, nonché il celeberrimo ritratto di Wally Toscanini (Fig. 3).

A causa di una precaria situazione finanziaria, torna a Milano, dove concluderà la sua carriera nel decennio successivo, lasciando come testamento spirituale l’auspicio all’istituzione di un museo dedicato alla sua opera ed ai maggiori artisti surrealisti italiani.



Didascalie delle immagini

Fig. 1, AlbertoMartini, Autoritratto, tecnica mista,1911

Fig. 2, Alberto Martini, Ritratto della marchesa Luisa Casati, olio su tela, 1912

Fig. 3, Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, olio su tela, 1925



Sitografia

Pinacoteca Martini di Oderzo www.oderzocultura.it/index.php?topic=pinacoteca





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