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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

L'apparenza inganna, di Thomas Bernhard

 

Già rappresentato con successo nel 2000 (premio Ubu per la regia), L'apparenza inganna di Thomas Bernhard diretto da Federico Tiezzi, con Sandro Lombardi e Massimo Verdastro, è stato messo in scena al Teatro India di Roma sfruttando le due sale dell'edificio. La duplicità delle situazioni sceniche era già stata attuata in origine a Santarcangelo, prima che l'allestimento fosse adattato per i grandi palcoscenici all'italiana, e ora viene ripristinata per un nuovo allestimento del dramma. Nuova è la scenografia di Gregorio Zurla che riduce le dimensioni dei due spazi dove vivono separatamente e in totale solitudine gli anziani fratelli Karl (Lombardi) e Robert (Verdastro). A ridosso e all'interno dei loro salotti un po' demodé c'è posto anche per i divani rossi del foyer del teatro, dove si accomodano alcuni spettatori. Sono pochi ma sufficienti per abbattere del tutto la quarta parete e per creare un rapporto più stretto del pubblico con gli attori. L'idea non è certo originale, ma in questo caso mette a fuoco la funzione implicita dello spettatore nel teatro di Bernhard. Le volute ambiguità della rappresentazione, le omissioni e le verità taciute sono evidentemente lasciate all'attenzione e all'intuito del pubblico che in questo modo viene invitato a oltrepassare le apparenze e a partecipare attivamente al compimento dell'opera.

I drammi di Bernhard, del resto, riflettono spesso sulla fragilità dell'arte che non riesce quasi mai a esplorare la realtà fino in fondo, e mettono in rilievo le difficoltà che il teatro incontra a lasciar trasparire la verità che si cela dietro l'illusorietà della rappresentazione. Non per nulla, i personaggi sono spesso artisti, drammaturghi (Alla meta 1981), scrittori (La brigata dei cacciatori 1974), attori drammatici (Minetti, 1976) che si dibattono tra le contraddizioni dell'arte che è verità e menzogna allo stesso tempo.

Anche Karl e Robert sono artisti. Il primo è stato un giocoliere di gran successo, il secondo un apprezzato attore drammatico. Ora sono in pensione e vivono ibernati nei ricordi del loro passato. Puntualmente si scambiano una visita due volte a settimana. E' un rituale che ripetono stancamente il martedì e il giovedì, ma del quale non possono fare a meno perché, al di là dei rancori e delle intuibili rivalità, sono fortemente dipendenti l'uno dell'altro.

Il dramma si suddivide in due parti che alternano un monologo e un dialogo ciascuna. Le indicazioni spazio-temporali sono ridotte all'osso e i personaggi non emanano calore umano e non esprimono emozioni. Sono prigionieri delle loro fissazioni e delle loro manie e ripetono gesti e frasi in modo ossessivo. Soprattutto Karl che Lombardi interpreta con meticolosa cura, mettendone in evidenza le fisime e le idiosincrasie. I gesti misurati al millimetro fanno luce sul suo carattere ancor più di ciò che racconta a se stesso e al canarino Maggi. Si guarda più volte allo specchio, smania perché non trova la limetta per le unghie e si veste per l'incontro con il fratello con narcisistica ritualità. Il suo lungo monologo interiore è caratterizzato da un linguaggio atrofizzato e rimugina su se stesso attraverso drastiche affermazioni che si ripetono con variazioni appena percettibili. Le sue parole confermano il suo egocentrismo, ma non la dicono tutta del suo rapporto con Mathilde, la moglie da poco scomparsa, e di quello di lei con il fratello Robert. Le sue parole lasciano trasparire molte zone d'ombra Non si capisce ad esempio perché la moglie abbia lasciato in eredità la casetta del week-end al fratello e non a lui. Non mancano incongruenze nel discorso e alcune affermazioni vengono contraddette dal comportamento quando finalmente si confronta con Robert che, come al solito, arriva in ritardo.

I dialoghi tra i due fratelli sono un esempio raggelante di incomunicabilità totale. A volte rasentano il grottesco.

Il ritmo dell'azione scenica è perfettamente cadenzato ed è chiosato da brani musicali che variano da Mozart e Schömberg a vecchie canzonette austriache. I movimenti scenici scandiscono le variazioni di una partitura linguistica complessa ma essenziale.

Quando ci si trasferisce nella casa di Robert, si assiste a un monologo ancor più scheletrico del primo e irto di frasi monche, in cui il vecchio attore lamenta di non riuscire a mandare a memoria il Re Lear. Gli argomenti spaziano tra teatro e vita privata, e gettano una nuova luce sul suo rapporto con Karl e su quello con Mathilde. Alcuni fatti raccontati precedentemente dal fratello vengono filtrati da uno sguardo diverso che modifica e moltiplica le prospettive.

Per molti versi Robert è succube di Karl, per altri gli assomiglia. Come lui ha rotto i ponti con la famiglia borghese. Per fare l'attore, si è mantenuto con le lezioni private e, a dispetto della sua ipocondria, ha pensato spesso di togliersi la vita. E' disgustato dal mondo e disprezza il teatro e il pubblico di oggi. Quando Karl arriva, gli racconta di aver visto delle " facce atroci "per strada. I due fratelli appaiono più simili verso il loro finale di partita. Karl pensa ad un viaggio insieme in Italia ma l'affidamento del canarino a qualcuno che se ne prenda cura in loro assenza, sospende il progetto nell'immobilità.

Si esce dal teatro con molti nodi da sciogliere, ma pienamente appagati da uno spettacolo diretto con intelligenza e magistralmente recitato.

 

 

Scheda tecnica
L'APPARENZA INGANNA di Thomas Bernhard. Traduzione: Roberto Menin. Drammaturgia: Sandro Lombardi. Scene: Gregorio Zurla. Costumi: Giovanna Buzzi. Luci: Gianni Pollini. 

Con Sandro Lombardi e Massimo Verdastro.
Regia di Federico Tiezzi.
Produzione: Associazione Teatrale Pistoiese - Centro di produzione teatrale Compagnia Lombardi-Tiezzi.
Prima nazionale : Pistoia, Teatro Manzoni, 22 ottobre 2015.
Visto al Teatro India di Roma nel febbraio 2017.

 

 

 

 

 

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