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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

28 Battiti, di Roberto Scarpetti


Scritto e diretto dal pluripremiato Roberto Scarpetti, 28 battiti, in scena al Teatro India di Roma fino al 20 novembre, affronta il rapporto tra l'integrità dell'individuo e il culto del corpo. Il protagonista della breve ma intensa pièce è Giuseppe, un campione nei 50 chilometri di marcia che corre veloce con un cuore che va piano. Solo ventotto battiti al minuto. Un record che nella realtà è stato raggiunto soltanto da Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino nel 2008, accusato in seguito di doping e sospeso dall'atletica. Scarpetti prende spunto da questa vicenda di cronaca per analizzare più a fondo un problema che non riguarda soltanto coloro che lavorano con il corpo, ma l'intera società di oggi. Una società esibizionista e competitiva che, basandosi sul valore assoluto dell'apparenza e sul mito dell'eterna giovinezza, ha trasformato il corpo in una vera e propria ossessione che, in molti casi, spinge a intervenire pesantemente sulla propria pelle per oltrepassare i limiti imposti dalla fisiologia. Nello sport il desiderio di superare questi limiti coincide con il doping che può stroncare la salute e la carriera di uno sportivo. Nel caso di Giuseppe, il ricorso a sostanze anabolizzanti lo porta ad una autodistruzione salvifica che lo libera dal peso della competizione e lo spinge a una ridefinizione dei suoi desideri.

Il testo è un monologo interiore di sicuro spessore drammaturgico, ben calibrato nei passaggi tra passato e presente, e magistralmente interpretato dall'energico Giuseppe Sartori.

La scena è algida ed essenziale, con un fondale a semicerchio bianco e un tavolino da laboratorio d'analisi con sopra una fila di fiale ricolme di sangue. Giuseppe siede su uno sgabello e muove nervosamente una gamba. " Cosa ci faccio qui ? " è la battuta d'attacco che riassume in sé tutti i dubbi e le paure che agitano l'atleta prima di doparsi. Poi i pensieri saltano avanti e indietro nel tempo. Il linguaggio è diretto e quotidiano, e la calata nordica dell'attore aggiunge un tocco di apparente semplicità al personaggio. Da bambino sognava di vincere gare e di essere premiato, si divertiva a giocare a rugby ma il padre lo costrinse a smettere per dedicarsi esclusivamente alla marcia. Le sue straordinarie doti fisiche lo condannarono ad una disciplina durissima.

Il flusso disordinato dei ricordi si sofferma sulla marcia in un giorno d'agosto, durante la quale sentiva che il corpo stava per abbandonarlo poco prima di tagliare il traguardo.

Il racconto descrive con minuzia quasi scientifica le sensazioni fisiche dell'atleta che quando corre "diventa niente, solo marcia e fatica ". Ha sempre le mani fredde e quando si allena nella solitudine delle montagne si percepisce come un semplice contenitore di "globuli rossi e di sangue ". Giuseppe è un corpo che si immola per vincere. Ma vuole una vita diversa, vuole smettere di pensare alle gare, agli sponsor e alla federazione. Vuole fare cose normali, come svegliarsi più tardi la mattina o bere una birra con gli amici.

Il monologo è accompagnato da una ricca varietà di movimenti e di gesti curati al millimetro, e viene chiosato, a ritmo regolare, da immagini proiettate sul fondale. Sono parti del corpo ritratte in bianco e in nero dentro le quali si intravedono altre immagini sovrapposte di folle di tifosi e di paesaggi montani. Questi inserti non aggiungono significati alle parole e alla fisicità esplosiva dell'attore e, a tratti, rischiano di allentare il ritmo dell'azione. I passaggi tra passato e presente vengono evidenziati da un' alternanza di luci bianche e di luci più scure un po' troppo meccanica, quasi didascalica. Sono piccole imperfezioni di una regia acerba o forse ancora in fase di rodaggio. Imperfezioni che tuttavia vengono minimizzate dalla potenza espressiva dell'interprete che declina tutti gli umori del personaggio con spontanea autenticità. Personaggio complesso e anche contraddittorio. Un ragazzone che adora la solitudine ma che cerca il consenso popolare, diffidente verso gli altri ma anche desideroso di perdersi in un abbraccio. Non tollera la routine degli allenamenti, ma solo quando marcia si dimentica di tutto e diviene un tutt'uno con il suo corpo. Ripete a se stesso che non è questa la vita che vuole, ma quando uno strappo muscolare lo blocca a un mese dalle Olimpiadi, decide di doparsi. Si infilza le membra di siringhe perché non può accettare di non essere il più forte, ma poi quando viene espulso, rinasce a nuova vita, libero di correre nella natura senza il peso delle medaglie.

 

 

Scheda tecnica
28 BATTITI,
di Roberto Scarpetti. 
Video : Luca Brinchi e Daniele Spanò. Movimenti: Marco Angelilli. Live video : Maria Elena Fusacchia. Assistente alla regia : Elisabetta Carosio. Foto di scena : Achille Le Pera.
Con Giuseppe Sartori.
Regia di Roberto Scarpetti.
Produzione : Teatro di Roma- Teatro Nazionale.
Prima nazionale : 9 novembre 2016 al Teatro India di Roma

 

 

 

 

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