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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

LUS: un grido dalle tenebre

 

Ci sono spettacoli di cui non si può smettere di scrivere, perché mutano e crescono nel tempo e ogni volta scuotono la sensibilità dello spettatore con prepotenza rinnovata. Peccato che la parola non basti a rendere giustizia alla potenza espressiva di Lus, concerto spettacolo con Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli e Daniele Roccato.

La prima versione risale agli anni '90, la seconda, che ha concluso la rassegna Il giardino ritrovato a Palazzo Venezia e che ha inaugurato Short Theatre 2016, aveva già debuttato al Teatro delle Passioni di Modena nel 2015. Con il tempo la partitura performativa curata dalla regia di Marco Martinelli ha raggiunto un perfetto equilibrio tra i suoi elementi costitutivi. Voce, musica e immagini sono del tutto amalgamate tra loro e la maturità artistica di tutti, di Ermanna Montanari in particolare, va oltre ogni aspettativa. Lo spettacolo è un rito ancestrale e postmoderno allo stesso tempo, che induce ad un coinvolgimento ad alta tensione emotiva.

Lo spazio disadorno e oscuro, sormontato da uno schermo sul quale vengono proiettati gli acquarelli dell'artista visiva Margherita Manzelli, è suddiviso in tre aree: quella centrale occupata dalla Montanari, e le due postazioni laterali dove si sistemano i due musicisti. Sulla destra del pubblico c'è il contrabbassista Daniele Roccato, sulla sinistra,si trova il compositore Luigi Ceccarelli con i suoi computer che trasformano in tempo reale la voce e i suoni in impetuose sequenze elettroniche. La voce diventa musica e la musica si fa parte integrante della struttura drammaturgica. Il testo poetico in dialetto romagnolo che Nevio Spadoni ha composto su misura per gli acrobatismi vocali della Montanari, è densissima materia fonetica che si fa corpo sulla scena attraverso la voce e le sonorità musicali.


Le parole tronche del dialetto ispido di consonanti permettono di creare suggestivi chiaroscuri tonali. I sottotitoli in italiano aiutano molto, ma non sono sempre indispensabili perché le varie consistenze del parlato, le variazioni dei ritmi, dei timbri e delle tonalità si fanno veicolo di significato.

Lancinante è il preludio elettronico durante il quale la Montanari si avvia lentamente verso la sua pedana bianca a forma di pianoforte a coda, e muove lentamente le mani illuminate da una luce giallastra, quasi volesse assorbire attraverso il gesto la prorompente energia vitale della musica. Un codone bianco attorcigliato al braccio la lega all'elettronica di Ceccarelli. Indossa un vestitino semplice, una sorta di campana bianca rivoltata con bolle scure su un lato, ottenute con il sangue vero della Manzelli.

Non fa in tempo ad iniziare il suo racconto, che la Bêlda si impadronisce con violenza della scena e rapisce l'attenzione del pubblico con le sue improvvise impennate vocali. L'irrompere della parola dà forma all'asprezza del vivere e l'intensissimo canto verbale e i gesti si accordano con mutevoli ritmi musicali.La voce flessibile si increspa, si ingola, si inerpica sull'invettiva, si gonfia di rancore, implode in improvvise grida di dolore, esplode in cantilenanti litanie dove enumera i santi a cui si rivolge e tutte le "matasse" di sofferenze che riesce a sbrogliare.

La Bêlda è una strega guaritrice che vive ai margini della piccola comunità di un paesino imprecisato del ravennate. C'è qualcosa di ancestrale e di barbarico nella sua storia che rimane ancorata alla cultura sincretica di una realtà contadina.

Ci dice di essere la figlia della povera Armida, la puttana che il" pretaccio" di Ravenna ha fatto disseppellire per metterla in terra sconsacrata. La Bêlda si vendica, maledice il sacerdote, e lo uccide attraverso una pratica di magia nera. Il suo cuore straripa di rabbia perché tutti la disprezzano e la tengono alla larga come fosse un'appestata. Sono gli stessi che di notte si rivolgono a lei per essere curati da malattie di ogni genere e natura. Lei, l'emarginata e "la più infelice di tutti ", sa trovare un rimedio ad ogni acciacco e sa offrire un rifugio a tutti coloro che hanno paura di vivere e di morire. Guarisce una sfilza di malanni con le sue erbe magiche, consola gli afflitti dal mal d'amore e legge il destino a chi si attacca a una speranza.

La Bêlda è sommersa dal suo dolore e porta sulle spalle tutto quello degli altri. Sa bene che " non c'è più scampo per nessuno" e sebbene la sua fede sia un po' scossa ("Signore, non ci vuoi più?" ), la donna conclude il suo poeticissimo e asperrimo canto con l 'accorata preghiera di ricevere un po' di luce. Lei che di luce è portatrice con il suo istinto primordiale di sciogliere l'ingarbuglio degli affanni.

Il buio e il silenzio lasciano un vuoto incolmabile allo spettatore coinvolto in questa altissima prova d'attrice. Lo scroscio di applausi sentiti conferma che spettacoli come questo meriterebbero una più ampia distribuzione nei nostri teatri.

 

Scheda tecnica

LUS (LUCE/ LIGHT), concerto spettacolo di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli e Daniele Roccato.

Testo di Nevio Spadoni. Musica Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato. Voce: Ermanna Montanari. Live electronics Luigi Ceccarelli. Contrabbasso: Daniele Roccato. Spazio scenico e costumi: Margherita Manzelli, Ermanna Montanari. Disegno abito di Bêlda. Margherita Manzelli. Animazione dello sfondo con opere originali di Margherita Manzelli a cura di Margherita Manzelli, Alessandro Tedde, Francesco Tedde. Regia del suono: Marco Olivieri. Disegno luci: Francesco Catacchio. Direzione tecnica: Fagio. Elementi di scena creati dalla squadra tecnica del Teatro delle Albe: Alessandro Bonoli, Fabio Ceroni, Enrico Isola, Dennis Masotti, Francesca Panbianco. Sartoria: Laura Graziani Alta Moda. Traduzione dei testi: Teresa Picarazzi, Tom Simpson.

Regia di Marco Martinelli. Ufficio stampa: Silvia Pacciarini, Rosalba Ruggeri. Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con Teatro delle Albe-Ravenna Teatro.

Visto a Palazzo Venezia di Roma nel settembre 2016.

 

 

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