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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La dodicesima notte di e con Carlo Cecchi

 


Elegante, simmetrica e sospesa nell'atmosfera rarefatta di un sogno, La dodicesima notte diretta da Carlo Cecchi, che vi compare anche come attore nella parte del Maggiordomo Malvolio, si avvale di un cast talmente giovane da imporre un'eccessiva stilizzazione dei personaggi. L'entusiasmo e l'impegno di ognuno si traducono in un affiatato lavoro corale, ma alcuni personaggi richiedono una maggiore esperienza attoriale per dar forma alle idiosincrasie e alle contraddizioni dell'essere umano e alla sua difficoltà di percepire la verità che si cela dietro le apparenze. Scritta tra il 1600 e il 1601, a cavallo tra Hamlet e Troilus and Cressida, la commedia sfrutta tecniche metateatrali per sviluppare temi e dinamiche presenti anche nelle tragedie più mature. La beffa (jest) e il travestimento fungono da specchio che pone l'ingannato o l'ingannata di fronte a ciò che veramente è. Ma in questa versione giocosa, la commedia più oscura e problematica di Shakespeare appare volutamente semplificata e privata dell'inquietante ambiguità che la caratterizza. Cecchi rielabora gli elementi comici – i travestimenti, gli equivoci, gli scambi di identità, la beffa ai danni di Malvolio- in modo piuttosto meccanico, privandoli volutamente delle loro implicazioni metateatrali e della loro valenza sovversiva. La sua Illyria non è la terra dell'immaginazione dove si assiste al totale capovolgimento dell'ordine delle cose, dove ogni oggetto è fuori posto e tutto è sottosopra. Il testo subisce solo alcuni tagli interni e la performance riordina in modo lineare la complessità delle scene, senza puntare mai l'accento sulla crudeltà e sulla brutalità farsesca di alcuni episodi.

A parte alcuni oggetti funzionali all'azione, il palcoscenico è pressochè spoglio e dominato dall'oscurità del fondale bluastro su cui spiccano, per contrasto, i bei costumi variopinti di Nanà Cecchi. A terra, un enorme piattaforma girevole movimenta l'azione anche quando gli attori sono fermi. Molto spesso si ha l'impressione che i personaggi siano le statuine di un carillon che si muove a tempo della musica composta da Nicola Piovani ed eseguita dal vivo da tre validissimi musicisti. Gli strumenti sono posti sui due lati della scena, ma la musica è parte essenziale dell'azione e il collante strutturale delle scene.

Come da copione, il Duca Orsino (Remo Stella) apre le danze reclamando ancora musica, il <cibo d'amore> di cui vuole saziarsi sino a morire. Molto giusta l'idea di presentarlo disteso a terra, come fosse completamente sopraffatto da una passione eccessiva che ben presto si rivelerà fatua, narcisistica e mutevole. Quando la bella Viola (Eugenia Costantini), sopravvissuta al naufragio, si traveste da paggio al servizio di Orsino e porta i suoi messaggi d'amore alla gelida Contessa Olivia (Barbara Ronchi), la sua presenza androgina produce un parapiglia di tempeste ormonali. Sia il Conte che la Contessa si invaghiscono di Viola/Cesareo che, a sua volta si innamora del suo padrone che la costringe a infiammare il cuore dell'altra donna. Peccato che i tre attori coinvolti in questo terribile gioco di specchi non riescano a trasmettere l'ambiguità delle loro pulsioni come dovrebbero.

Nel testo l'amore va al di là del genere e manda tutti fuori di testa. I personaggi sono tutti pazzi senza saperlo, eccetto Feste, il legnoso buffone di Olivia che, tra una canzone e l'altra, riesce a cogliere la verità. Cecchi in parte attutisce la violenza dei sentimenti e stempera le follie in un equilibratissimo gioco scenico dove trova il giusto spazio anche l'amore del capitano Antonio per Sebastian, il fratello gemello di Viola creduto morto durante il naufragio.

Avendo ben compreso che non esiste genere ne La dodicesima notte, il regista esalta il buon umore sia nella trama più seria dei nobili che in quella più propriamente comica degli ubriaconi. Tuttavia elimina gli eccessi farseschi della seconda, dove il panciuto Sir Tony di Vincenzo Ferrara e il Sir Andrew con la voce in falsetto di Loris Fabiani riescono a contenere la loro rumorosa volgarità a dispetto del vino che trangugiano. L'astuta Maria di Daniela Piperno costruisce la trappola ai danni del pomposo Malvolio con una furberia da commedia dell'arte, ma non sprizza di quella vitalità che appartiene al personaggio e soprattutto non si avventura nella varietà di toni che i suoi mutamenti d'umore comportano. Cecchi interpreta il tronfio Malvolio con grande maestria, inscenando la mania di grandezza del rigido opportunista con ironia graffiante. Entra in scena accompagnato da una marcetta e legge la lettera senza stupirsi più di tanto che la sua signora possa essersi innamorata di lui. I suoi gesti sono meccanici, ma l'eloquio trasforma le parole in musica. Quando scopre la beffa, il povero Malvolio scompare e la scena della prigionia si consuma nel sottopalco dal quale provengono le sue grida attraverso una botola. In questo modo la sua follia viene in parte ridimensionata, così come vengono attenuati i toni amari, direi quasi tragici,del finale dove si formano tre coppie male assortite e dove ben due personaggi (Malvolio e Antonio) rimangono irrimediabilmente soli.

Quella di Cecchi è una Dodicesima notte garbatamente malinconica, una leggera coreografia di capricci d'amore danzata sulle punte, e che scorre leggera verso il finale in perfetta sincronia con la musica di cui si sostanzia. Quel che manca è la vitalità e l'aderenza alla complessità dell'umano che sono proprie di Shakespeare.

 

Scheda tecnica

LA DODICESIMA NOTTE, di William Shakespeare. Traduzione di Patrizia Cavalli. Musiche di scena: Nicola Piovani. Scene: Sergio Tramonti. Costumi: Nanà Cecchi. Disegno luci: Paolo Manti.
Con: Carlo Cecchi, Daniela Piperno, Vincenzo Ferrara, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato.
Musicisti: Tastiere e direzione musicale: Luigi Lombardi d'Aquino. Flauti e chitarra: Alessio Mancini. Strumenti a percussione: Federico Occhiodoro.
Assistente alla regia: Dario Iubatti. Assistente alla scena: Sandro Victoria Muller. Direttore tecnico dell'allestimento: Roberto Bivona. Tecnico luci: Camilla Piccioni. Macchinista . Edoardo Romagnoli. Fonico: Giovanni Grasso. Sarta: Marianna Peruzzo. Amministratore di compagnia: Francesca Leone. Direttore di produzione: Marta Morico. Regia di Carlo Cecchi.
Produzione Marche Teatro in collaborazione con Estate Teatrale Veronese.
Visto al Teatro Eliseo di Roma nel marzo 2016.
Prima Nazionale: 16 luglio 1914 al Teatro Romano di Verona.

 

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