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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

L'ora accanto, di Filippo Gili

 

L'ora accanto, in scena al Teatro dell'Orologio di Roma fino al 14 febbraio, è il dramma conclusivo della Trilogia della Mezzanotte scritta da Filippo Gili e diretta da Francesco Frangipane.

Tematiche e modalità performative accomunano quest'ultima pièce alle precedenti che verranno riprese, sempre all'Orologio, in ordine inverso rispetto alle date di produzione. Si parte appunto dalla più recente, per passare a Dall'alto di una fredda torre (dal 16 al 21 febbraio) del 2015, fino a Prima di andare via (dal 23 al 28) del 2011.

Come di consueto, i membri di un ristretto nucleo familiare si trovano a fare i conti con la morte di uno di loro, una morte in genere preannunciata, ma in questo caso già avvenuta, che comunque li costringe a misurarsi con terribili dilemmi etici e morali. Come di consueto, il marcato realismo che caratterizza la messinscena non impedisce che alcune situazioni rasentino l'incredibile.

Questa volta però la credulità dello spettatore viene davvero messa a dura prova dall'autore. I personaggi infatti si trovano a confrontarsi con la resurrezione del padre morto sette anni prima, una resurrezione che può durare solo un'ora e che pertanto costringe il redivivo ad una seconda dipartita. Nulla a che fare con il paranormale, nè tanto meno con il genere horror. Tutto accade nel bel mezzo della banalità del quotidiano e con la pretesa di un supporto scientifico.

Due sorelle e due fratelli siedono a un tavolo che occupa lo spazio centrale della sala con gli spettatori posti su due lati. Mentre il pubblico si sistema, i quattro parlano tra loro con una spontanea intimità che fa venire voglia di origliare i loro discorsi. Quando le luci illuminano la scena essenziale e rigorosamente in bianco e in nero di Francesco Ghisu, li cogliamo nel bel mezzo di una conversazione senza capire bene di cosa stiano parlando. Poco dopo deduciamo che si sono riuniti in casa della madre vedova per una festicciola a sorpresa in occasione del suo compleanno. All'improvviso il lieve conversare del più e del meno viene interrotto bruscamente dall'annuncio di Paolo di aver fatto una scoperta scientifica che mette in discussione la certezza della morte. Il virtuosismo linguistico di Gili rende credibile o comunque accettabile una teoria assolutamente incomprensibile secondo la quale è possibile riportare in vita un defunto. La spiegazione è infarcita di lemmi presi in prestito dalla fisica quantistica e, chissà, forse anche dagli studi di Sam Parmia che dimostrano come le cellule celebrali non muoiano nel momento in cui il cuore cessa di battere. Ovviamente la teoria di Paolo e del suo team di ricercatori è assolutamente fantascientifica e ciò che sorprende davvero non sono tanto i suoi postulati, quanto il fatto che anche gli spettatori più scaltri si lascino alle spalle l'immediata verosimiglianza e la prendano per buona.

La perfetta architettura dei dialoghi, delle pause, dei silenzi carichi di attesa, la misurata scansione dei tempi e dei ritmi dell'azione e, soprattutto, la concertata intensità interpretativa di tutti gli attori, trascinano il pubblico dentro la storia, lo tengono sulla corda della tensione emotiva e, non da ultimo, lo costringono a mettersi nei panni dei personaggi. Impossibile non chiedersi <come avrei reagito io al posto loro? >.

A Paolo è toccato in sorte il compito di sperimentare l'inquietante teoria sul cadavere del padre, e ora ha bisogno del consenso dei fratelli e della madre. La loro non è una scelta facile anche perché non si possono prevedere gli esiti dell'esperimento che, tra l'altro, fa insorgere inevitabili dubbi di carattere etico ed esistenziale.

L'arrivo del padre defunto, interpretato da un ineccepibile Ermanno De Biagi, produce reazioni emotive difficilmente controllabili e tutte diverse a seconda della sensibilità dei singoli personaggi. L'incontro è condotto con sapienza e misura attoriale e la gamma di impulsi e sensazioni esternati da gestualità e prossemica è troppo vasta per essere raccontata. Moglie e figli si avvicinano a turno al loro Massimo con un misto di terrore, di slancio e di cautela. Piccoli gesti, quasi impercettibili, raccontano l'irresistibile desiderio e il bisogno fisico di tutti di toccarlo di nuovo. Un enorme orologio digitale posto al lato della scena misura la tirannia del tempo che li separa dal secondo distacco e accresce la tensione. Sono sgomenti, increduli, commossi e impauriti. Il redivivo appare intontito e disorientato dal misterioso risveglio. Evidentemente non sa di essere risorto e manifesta un certo stupore quando gli vengono poste domande alle quali non sa dare risposta. Non si ricorda da dove venga e ha dimenticato come si faccia a camminare. Riconosce i figli e la moglie ma la sua memoria fa un balzo indietro di circa trenta anni, per poi ritornare a chiedere insistenti informazioni sulla sua malattia. Il suo ritorno porta con sé ricordi, turbamenti e rancori sopiti sottolineati da cambi di luce soffusa. Momenti di sospensione si alternano a flashback narrativi più concitati in cui riemergono antichi conflitti irrisolti. La varietà di timbri e toni, l'alternanza di musiche e luci danno rilievo a stati d'animo complessi e spesso contraddittori. L'azione scorre veloce regalando momenti di intensissima comunicazione teatrale. Se ne esce un po' scossi e, inevitabilmente, con la mente affollata da immagini legate a coloro che non ci sono più.

 

Scheda tecnica
L'ORA ACCANTO, di Filippo Gili.
Scene: Francesco Ghisu. Costumi: Cristian Spadoni. Luci: Giuseppe Filipponio. Musiche originali: Roberto Angelini. 
Con: Massimiliano Benvenuto, Silvia Benvenuto, Ermanno De Biagi, Vincenzo De Michele, Michela Martini, Vanessa Scalera. Regia di Francesco Frangipane.
Fotografie di scena Manuela Giusto. Una produzione Progetto Goldstein in collaborazione con Argot Studio. Residenza produttiva Teatro dell'Orologio, Carrozzerie N.O.T.

Prima Nazionale 19 gennaio 2016 al Teatro dell'Orologio di Roma.

 

 

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