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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

James Bond vs Spectre

 

Spectre

Regia: Sam Mendes

Cast: Daniel Craig, Christoph Waltz, 
Léa Seydoux, Ralph Fiennes, 
Ben Whishaw, Monica Bellucci, 
Naomie Harris, Dave Bautista, 
Rory Kinnear e Andrew Scott

Distribuzione:Warner Bros

 

James Bond è il cinema. É la sintesi della storia della settima arte, il "non genere", summa di tutte le categorie cinematografiche. É anche il contenitore di un mito che alimenta se stesso, di una Weltanschauung assolutamente aggiornata, sui destini dell'umanità. I film della serie di 007 hanno descritto il rischio della catastrofe ambientale e gli effetti della globalizzazione in anticipo di almeno un ventennio, superando la "guerra fredda" e la bipolarità dei blocchi, lo scontro tra Islam e Cristianesimo e lo spostamento dell'asse economico verso Oriente, il maniacale controllo sugli individui e l'espansionismo digitale, il potere bancario e finanziario nonché l'emersione della nuova massoneria padrona del mondo. Tutto ciò con sfrontata leggerezza, quasi a voler affermare la volatilità di ogni pensiero, ideologia o religione.

Certo, risulta ardito associare l'icona bondiana a quella di un santone-filosofo, visto che l'agente speciale - con licenza di uccidere - da più di cinquant'anni continua a propagandare gli stessi canoni estetici: le belle donne e i "gadget tecnologici", le Aston Martin (perdonati "i tradimenti" con Lotus, Jaguar, BMW...) e il Vodka Martini, agitato, ma non mescolato. Con Spectre, dal 5 novembre sugli schermi italiani, Daniel Craig si è cimentato nella sua quarta (e ultima?) avventura nei panni di Bond, ma pur con qualche capello bianco in più, continua a incarnare un personaggio decisamente più umanizzato dei suoi predecessori, una sorta di eroe mitologico, granitico all'apparenza, ma minato dai travagli del passato e dal sentimento d'amore, che ancora una volta gli chiederà di mollare tutto in nome della normalità.

Stavolta, la difesa dell'ordine mondiale risulterà ancor più complicata dato che la Spectre, la nota - e tentacolare - holding del crimine su scala planetaria, sapientemente orchestrata da Franz Oberhauser (Christoph Waltz), una sorta di Herbert von Karajan del delitto, è in procinto di controllare l'intelligence della maggior parte dei paesi impegnati nella lotta al terrorismo internazionale. Tale condizionamento verrà attuato favorendo la creazione di un organismo globale che azzeri le competenze dei servizi segreti nazionali, e in particolare dell'MI6, di cui 007 fa parte. Ma questi, già edotto da un'accurata informativa in video di M, prima che morisse, e seppur isolato in seno al controspionaggio britannico, si precipita lo stesso sulle tracce dell'organizzazione sovversiva vanificandone, almeno per un po', le roboanti azioni criminose.

 

E allora via a Mexico City, nella straordinaria scena dell'esordio che precede i titoli di testa: azione allo stato puro durante il Giorno dei Morti, un'allegra quanto macabra festa carnevalesca in costumi e maschere scheletriche, che culmina con una spettacolare sequenza di lotta in un elicottero sulla piazza dello Zocalo, sulle teste di migliaia di messicani festanti preoccupati dalle pericolosissime evoluzioni del velivolo. Gli inseguimenti continuano in notturna: a Roma dove l'auto di Bond sfreccia sui sampietrini del centro storico, attraversando addirittura Piazza san Pietro e terminando la propria corsa presso i bastioni del Lungotevere. Dieci minuti in cui la città eterna e decadente (bella l'allegoria costruita sulla figura di Monica Bellucci) offre il suo incomparabile sfondo alle gesta dell'Ercole contemporaneo.

La terza pagina di grande cinema è costituita dal capitolo marocchino. Da Tangeri al cuore del deserto, in treno, per fermare i folli progetti di Oberhauser. James Bond è in compagnia della giovane psicanalista Madeleine Swann (Léa Seydoux), alla quale deve la protezione promessa al padre, quel Mr. White (Jesper Christensen) già suo acerrimo nemico nei precedenti Casino Royale e Quantum of Solace. Le vicissitudini che avranno luogo sul convoglio che, com'è naturale, non sveleremo, riportano alla mente Intrigo Internazionale, il capolavoro di Hitchcock del 1959. Non è l'unica citazione presente in quest'opera che promuove l'autoreferenzialità come uno degli elementi caratterizzanti della storia. In ciò si avverte la mano felice di Sam Mendes (Era mio padre, Revolutionary Road, Skyfall...), il cui pregio più evidente è quello di ammiccare al film d'impegno con un riuscitissimo "giocattolo" d'intrattenimento.

Eccellente action-movie che si dipana in due ore e mezza di assoluta tensione, Spectre da un lato ci suggerisce l'avvenuta maturazione del protagonista nel momento in cui, deceduta la madre simbolica (M, alias Judi Dench), si allontana con la nuova compagna dopo un non facile percorso esplorativo interiore; mentre dall'altro invita a riflettere sulla moderna società tecnologica, ingombrante protagonista di un futuro - che è già presente - in cui gli individui risultano iper-controllati e manipolati. Al nuovo M, interpretato da Ralph Fiennes, è affidato il compito di tenere in vita la gloriosa agenzia contrastando le pressioni del ministro dell'interno inglese, il quale ha deciso di sopprimerla, e specialmente, di Max Denbigh (Andrew Scott), un giovane membro del governo, che applica cinicamente tale risoluzione. "Bastardo e arrogante!" Così lo apostrofa M. Qualcuno durante la proiezione-stampa sussurra il nome di un noto politico. Molti sorridono...

 

 

 

 

 

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