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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Villa dolorosa, di Rebekka Kricheldorf

 

La ricca stagione del Teatro Vascello di Roma si è aperta con Villa Dolorosa, una riscrittura contemporanea di Tre Sorelle, di Rebekka Kricheldorf. Roberto Rustioni, che ne firma la regia e che vi figura anche come interprete, esalta la comicità trasgressiva del testo moderno e, nonostante il suo amore per Cechov, questa volta sembra allontanarsene ancor più dell'irriverente drammaturga tedesca. La comicità sommessa e a fior di labbra che caratterizza il suo fortunato Tre Atti Unici da Cechov, lascia il posto alla spettacolarità esteriore e rumorosa di una sit-com.

La Kricheldorf decostruisce il dramma cechoviano eliminandone lo sviluppo, le complicazioni e lo scioglimento finale. La struttura si basa sulla ripetizione della stessa situazione, il compleanno di Irina, lungo l'arco di tre anni. Il tempo passa tra un atto e l'altro, ma tutto rimane immutato.

La pièce è ambientata in Germania ai giorni nostri, all'interno di una villa fatiscente dove convivono un fratello e tre sorelle che hanno ricevuto dai genitori dei nomi letterari russi. Andrej, Mascia, Olga e Irina probabilmente neanche conoscono l'opera di Cechov, ma il confronto con i loro <doppi> è implicito nel testo e ne costituisce una chiave di lettura. L'eliminazione di otto personaggi limita il contatto con il mondo esterno del nevrotico quartetto. L'assenza dei militari della brigata raddoppia la monotonia della vita e diminuisce i desideri e le illusioni dei membri del piccolo nucleo familiare. Le loro vite sono vuote perché non sanno né dare né percepire amore e, diversamente dai loro corrispettivi cechoviani, neanche si aggrappano ad una consapevole illusione di cambiamento.

Non cercano l'oblio nel lavoro e preferiscono perdersi nell'alcol. Irina non è impiegata al telegrafo e non aspira a diventare maestra. Dice di studiare sociologia e verso la fine del dramma ripete più volte di voler passare a microbiologia. Di fatto non fa niente e vive sulle spalle di Olga che, come in Cechov, fa la professoressa in un ginnasio. Detesta il suo lavoro negli stessi termini di un insegnante di oggi. Andrej costruisce cornici sbilenche e aspira a diventare scrittore (in Cechov studia per diventare professore universitario). Mascha fa la moglie annoiata e accetta la corte di Georg (corrispettivo del tenente colonnello Vierscìnin ) che è capo di una ditta di imballaggio ed è sposato con una depressa che tenta di continuo il suicidio. A completare il quadro sopraggiunge Janine,la fidanzata e poi moglie di Andrei, che figura come una versione molto volgare di Natàscia.

Le tre feste di compleanno si consumano nello stesso spazio e secondo le stesse modalità. Sono tutte caratterizzate dall'assenza di invitati, da una pessima musica assordante, da regali sbagliati e da fiumi di alcol trangugiati dai pochi partecipanti annoiati. La scena è piena di poltrone, divani, e mobili bar, grandi pacchi regalo incartati con carta riciclata e le cornici vuote di Andrej. L' accozzaglia di oggetti sparsi alla rinfusa rispecchia il caos interiore dei personaggi che straparlano senza comunicare mai. Le battute sono volutamente banali e gli argomenti si ripetono nei tre atti senza variazioni sostanziali. La comicità prodotta dalla ripetizione di luoghi comuni finisce tuttavia per annoiare. La pièce si dilunga troppo e non è sostenuta da solidi puntelli drammaturgici.

Fotografia di Manuela Giusto

 

I personaggi provenienti dal mondo esterno movimentano l'oziosa vita quotidiana dei padroni di casa, ma si trasformano ben presto nelle caricature di loro stessi. Janine è il personaggio più comico. Entra in scena in punta di piedi, ma poi vuol fare da padrona. E' decisamente ottusa e inopportuna e,con la scusa dei tre figli che scodella uno dopo l'altro, impone agli altri le sue regole di vita. Andrej e le sue sorelle saranno ben felici di ritornare alla routine di sempre. Anche l'amore per Georg è un sollievo relativo e fugace per Mascha che continua a ripetere di voler cambiare vita, ma che alla fine dimostra di sentirsi più a suo agio in famiglia. I personaggi dunque non si nutrono di sogni e la struttura circolare del dramma sottolinea lo stato di paralisi che li immobilizza. Quel che distanzia di più la pièce dal dramma modello è la tendenza di tutti ad esternare i disagi interiori in modo plateale. I personaggi cechoviani, al contrario, sono introspettivi e interiorizzano le loro illusioni. I loro doppi contemporanei mettono in piazza i loro segreti anche con l'aiuto del cellulare. Per ben tre volte Georg riceve la telefonata che gli comunica l'ennesimo tentativo di suicidio della moglie. La sua reazione distaccata è sempre la stessa e tutto si risolve in un tormentone.

Gli attori partono bene, incastrando gesti e azioni in un serrato flusso ritmico dell'azione, ma poi si lasciano andare ad eccessi di pathos che non li rendono credibili. Gridano troppo come per colmare i vuoti del testo che, se da un lato riesce a calare i personaggi nella apatia e nell'assenza di prospettive dei trentenni di oggi, dall'altro si perde nella superficialità e nella genericità delle situazioni drammatiche.

 

 

Scheda tecnica

VILLA DOLOROSA- Tre compleanni falliti, di Rebekka Kricheldorf. Traduzione di Alessandra Griffoni. Interpreti: Federica Santoro, Roberto Rustioni, Eva cambiale, Carolina Cametti, Emilia Scarpati Fanetti, Gabriele Dino Albanese. Regia di Roberto Rustioni.

Visto al Teatro Vascello di Roma nell'ottobre 2015.

Prima nazionale: 20 giugno 2015 al Teatro Astra di Torino, Festival delle Colline Torinesi. 

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