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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Bolgia Totale, di Matteo Scifoni

 

 

 

 

Bolgia Totale

Regia: Matteo Scifoni

 

 

Cast: Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Gianmarco Tognazzi, Ivan Franek, Xhilda Lapardhaja

 

Distribuzione: ASAP Cinema Network

 

 

 

 

Bolgia Totale, opera prima di Matteo Scifoni al cinema dal 3 settembre, è una piccola produzione che fin dal titolo evoca gli stilemi del noir. Difatti, come il celebrato cult letterario di Jean-Claude Izzo (Casino Totale), l'opera in esame si dipana in uno scenario metropolitano scarsamente caratterizzato, ma che associamo agevolmente alla periferia romana, per i toponimi ricorrenti, e per il linguaggio dei personaggi, "scaglie" di un'umanità dolente e marginale tipica di tutte le banlieu del mondo. In questo scenario assolutamente contemporaneo opera Quinto Cruciani, un ispettore di polizia prossimo alla pensione, ma logorato nel fisico e nella mente.

La senilità e la solitudine, ma più ancora la droga e l'alcool, una figlia "alternativa" e la dipendenza dagli strozzini non gli consentono un sereno scivolo verso l'agognata cessazione dal servizio e la convivenza accanto alla donna amata, che ha messo incinta, moglie - peraltro - di un altro uomo. Ad aggravare la situazione ci si mette pure la fuga di un delinquente appena affidatogli in custodia ammanettato: Michele Loi (Domenico Diele), giovane spacciatore, tossicodipendente, e vagamente psicopatico, infatuato del capolavoro di Sergio Leone Il buono, il brutto e il cattivo, di cui recita a memoria le battute più significative.

Oltre a provocargli un piccolo infarto, la perdita del prigioniero causa a Cruciani la dura reprimenda del capo-ispettore Bonanza (Gianmarco Tognazzi), il quale gli dà tre giorni di tempo per ritrovare il fuggitivo, termine oltre il quale lo denuncerà al questore. In questo lasso di tempo, nella canicola agostana, e per le strade semivuote della città, lo sbirro adopererà tutti i mezzi - leciti e meno leciti - per trovare le tracce lasciate dal pericoloso criminale, in procinto di espatriare. Una delle piste porta alla ex fidanzata, Zoe Belushi (Xhilda Lapardhaja), una ballerina albanese, muta, ma piuttosto fascinosa; un'altra al temibile boss polacco Felix Kometa (Ivan Franek).


La spannung, inevitabilmente cruenta, ricorda i vecchi "poliziotteschi" degli anni Settanta, e di rimando Quentin Tarantino; mentre l'epilogo, che naturalmente non sveleremo, riprende suggestioni e inquadrature alla Paul Thomas Anderson. Buone le interpretazioni di Colangeli, stavolta antieroe stanco e malinconico, di Tognazzi, al solito ambiguo e sfuggente, e specialmente, di Domenico Diele (conosciuto per ACAB - All Cops Are Bastards di StefanoSollima, per Paura 3D dei fratelli Manetti, e per la serie tv 1992 di Giuseppe Gagliardi). Di ottimo livello, inoltre, le riprese e la fotografia di Ferran Paredes Rubio, mentre la scrittura e la direzione di Matteo Scifoni già dimostrano una certa maturità.

Alla conferenza stampa, tenutasi presso l'ANICA di Roma, presente l'intero cast del film, complice il clima caldo dentro e fuori la sala, gli attori non hanno risparmiato ironia e simpatiche battute, mentre la stampa ha fatto a gara a ricordare le numerose - ai limiti della stucchevolezza - citazioni e i rimandi a opere, scene e situazioni della cinematografia, dal nume tutelare di Michele Loi, una sorta di eroe western alla Clint Eastwood che ogni tanto appare defilato (oppure se ne ode la voce off), ai riferimenti a pellicole come Miami Blues o Una vita al massimo, per arrivare ai nomi evocativi come Cruciani (l'esperto in casseforti de I soliti ignoti, recitato da Totò), Bonanza (la celeberrima serie televisiva western), Belushi (l'indimenticabile Jake de I Blues Brothers) e Loi (l'amato regista Nanni); ma in quest'ultimo caso Scifoni sostiene di essersi affidato solo al caso...

 

 

 

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