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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Lonely Circus al Castello di Racconigi

 

Di tutti i festival teatrali che si svolgono in Italia durante l'estate, quello di Teatro a Corte è forse l'unico che offra la possibilità di scoprire gli ultimi sviluppi delle arti performative in Europa. Si spazia dal circo contemporaneo alle istallazioni, dall'ibrida danza verticale a quella vera e propria, dal teatro visuale a quello di figura, dai percorsi spettacolari interattivi alle performance sensoriali. Nell'incantevole contesto delle Dimore Sabaude, i confini tra le arti si assottigliano e, nella maggior parte dei casi, si assiste a spettacoli difficilmente incasellabili in un unico genere.

Presentato all'interno delle scuderie del Castello di Racconigi, lo spettacolo FALL-FELL-FALLEN #S di Lonely Circus sfugge a qualsiasi definizione. Il funambolo Sébastien Le Guen e il musicista Jérome Hoffman lavorano insieme in una insolita terra di confine, carica di scambi, che si estende tra musica tecnologica ed equilibrismo circense. Si potrebbe anche parlare di una bizzarra jam session nella quale si stabilisce un dialogo tra i movimenti e gli oggetti di scena dell'acrobata e le sonorità elettroniche prodotte dal musicista.

La lunga passerella rialzata, posta al centro della sala e fiancheggiata ai lati dai posti per gli spettatori, è il regno dei virtuosismo equilibristico di Le Guen. Vestito di tutto punto con giacca e pantaloni neri e camicia bianca, il funambolo mette in piedi delle assi di legno grezzo, ci sale sopra e poi le lascia cadere. All'inizio utilizza da una a tre assi, poi ne mette in fila una decina per camminarci sopra, oppure le utilizza per costruire una piramide sul vertice della quale pone una tavola in orizzontale, sulla quale si tiene in equilibrio. Le variazioni e le figurazioni sono sempre più complesse e mettono a dura prova la resistenza di Le Guen che si muove con paziente destrezza tra gli essenziali oggetti di scena .

Ciò nonostante lo spettacolo non focalizza l'attenzione soltanto sul talento e sulle abilità del funambolo, ma anche sulla natura stessa dell'equilibrio e sull'arte della caduta. Momenti di altissima tensione si alternano a fasi più lente in cui l'artista mostra gli impercettibili movimenti del piede necessari per trovare il punto magico di equilibrio tra un oggetto e il corpo umano. Sono immagini cariche di risonanze simboliche che vengono comunque sdrammatizzate dalla sottile ironia che le attraversa tutte. Nonostante le sue straordinarie doti acrobatiche, Le Guen si presenta come un uomo comune, ben vestito e madido di sudore, che ci racconta il precario gioco di equilibrio della vita in cui, molto spesso, ci si trova in bilico sull'orlo di un baratro. Come declina il titolo, il fallimento insito nella caduta è parte integrante dello spettacolo. La possibilità dell'incidente è intrinseca alla natura dell'improvvisazione e l'equilibrista non fa nulla per nascondere l'imprevedibilità di ciò che può accadere sulla scena .

I colori neutri dell'apparato visivo (nero, bianco e beige) e la sobrietà minimalistica dello spettacolo, permettono di leggere quel che si vuole nelle numerose figurazioni create da Le Guen.

Ma il pieno apprezzamento dello spettacolo non può prescindere dal suo soundscape. La pedana dove lavora Le Guen è piena di microfoni e di altoparlanti collegati alla consolle dove Hoffman, seduto su uno sgabello girevole, manipola misteriosi strumenti elettronici e digitali. Ci sono una chitarra elettrica distesa in orizzontale, una fila di sottili bastoncelli di metallo lungo i quali il musicista lascia cadere delle rondelle, sintetizzatori e marchingegni tecnologici vari. I microfoni catturano i rumori provocati dagli equilibrismi di Le Guen e Hoffman ne riproduce i riverberi in una composizione elettroacustica che crea un ritratto sonoro di ciò che avviene sulla scena. L'interazione tra acrobata e musicista è continua. Le sonorità degli oggetti e dei movimenti dipendono in parte dai tempi delle azioni sceniche e, al contrario, le vibrazioni emanate dagli strumenti di Hoffman possono condizionare il precario equilibrio degli oggetti e i gesti di Le Guen. Quasi sempre la musica intensifica l'azione e sostiene la tensione.

Nonostante i quaranta gradi, il funambolo passeggia su una fune della stessa lunghezza del palco con uno sguardo impassibile. Ma il sudore che scorre copioso sul volto tradisce la fatica e lo sforzo della concentrazione. Quando finalmente si toglie la camicia completamente bagnata di sudore e inonda il palco di acqua, il pubblico accaldato tira un sospiro di sollievo. L'esercizio in cui Le Guen si lascia scivolare velocemente sul pavimento bagnato ha un effetto <rinfrescante> e catartico , ma di fatto è il più pericoloso.

Gli ambiti dei due artisti sono veramente disparati e non sempre riescono a creare una perfetta sintesi sonora e visiva. Ma lo spettacolo tiene i nervi tesi, ipnotizza lo sguardo e lascia libera l'immaginazione degli spettatori.

 

 

Scheda tecnica

FALL- FELL -FALLEN #S di e con Jérome Hoffmann e Sébastien Le Guen. Messinscena collettiva diretta da Nicolas Heredia. Collaborazione artistica Marion Coutarel. Luci : Vivien Sabot. Costruttori : Sylvain Vassas e Olivier Gauducheau. Regia : Vivien Sabot.

Prima nazionale : 19 luglio 2015 al Castello di Racconigi nell'ambito di Teatro A Corte.

 

 

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