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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

L'Esposizione Universale di Luigi Squarzina


Mai rappresentata e rimasta inedita in Italia per divieto della censura, L'Esposizione Universale di Luigi Squarzina ha finalmente assunto una forma scenica al Teatro India di Roma, grazie all'iniziativa del regista Piero Maccarinelli e alla produzione del Teatro di Roma che ha coinvolto nell'impresa una ventina di giovani interpreti del Corso di Perfezionamento per Attori della sua stessa Scuola.

Ultimata nel 1948, la commedia giovanile del fondatore della cosiddetta <regia critica> vinse il Premio Gramsci nel 1949 e non soltanto per la sua efficacia teatrale, ma anche per il suo <vigoroso e acuto atteggiamento verso la realtà sociale dell'Italia di oggi>. Vittorio Gassman ne dette lettura al Circolo Romano del Teatro nel 1950 e poi Giorgio Arbertazzi al Gabinetto Viesseux di Firenze nel 1951. Lo stesso Maccarinelli ne curò una mise en space al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1994. Ma è stata la Polonia a rappresentare la commedia per prima a Katovice nel 1955, con la traduzione di Richard Landau e la regia di Zbigniew Sawan.


 

Ambientata nel 1946 nei cantieri interrotti dell'Expo prevista per il 1942 e cancellata dallo scoppio del conflitto mondiale, la piéce fotografa il faticoso passaggio del nostro paese dalla dittatura fascista alla democrazia post-bellica, poco prima del boom economico. Con profondo acume e lucida coscienza critica, Squarzina punta il dito contro la speculazione edilizia e denuncia la corruzione di un sistema politico e sociale basato su intrighi e compromessi. Il testo rievoca un pezzo della nostra storia ma è anche ricco di presagi e di anticipazioni delle problematiche politico-sociali di oggi. Il regista tuttavia sceglie deliberatamente di non attualizzarlo e lo restituisce alla scena come fosse una fotografia un po' ingiallita dal tempo.

Il palcoscenico è oberato di praticabili sistemati a diverse altezze, di brande e letti a castello, di poveri oggetti e stracci consunti sparsi qua e là per evocare gli spazi occupati dagli sfollati che persero casa e lavoro durante la guerra. Sullo sfondo scorrono filmati che mostrano ciò che restava del monumentale progetto edilizio di Mussolini prima della costruzione della <città bianca> dell'Eur.


 

A poco a poco la scena si affolla di personaggi che danno vita ad un intreccio fortemente corale che si dirama in tante piccole sottotrame incentrate sui destini di singoli individui all'interno di una più vasta cornice storica. La comunità dei profughi accampata nell'E42 è molto variegata e assembla persone provenienti da diverse regioni di cui conservano le calate dialettali. Vi si mescolano filo-democristiani, comunisti ed ex fascisti accomunati da una vita fatta di stenti. C'è Curbastro, il professore attempato che non rinnega la sua fede fascista. Il finto giornalista Barzilai che si introduce nel campo con la figlia Nora per pianificare un progetto in cui arricchirsi ai danni degli sfollati. La vedova Emma con le figlia Elli che va a letto con il brigadiere Tamburini per sfamare la famiglia, e la secondogenita Lucia, destinata a morire per una grave malattia polmonare. C'è infine Remo Mazzani, ricercato dalla polizia per aver colpito il Ministro degli Interni durante una manifestazione al Viminale, che viene eletto responsabile del campo. Intorno a questi personaggi indispensabili per lo sviluppo e lo scioglimento finale della trama principale, ne ruotano tanti altri minori che, se da un lato arricchiscono il vasto affresco sociale di sapore vagamente dickensiano, dall'altra rallentano lo svolgimento dell'azione. Alcuni fungono da mere comparse, come il giovane Bartali che sogna di diventare campione di ciclismo, altri complicano ulteriormente lo sviluppo dell'intreccio con le loro storie personali che spesso rischiano di sfiorare il melodramma.

All'inizio il ritmo dell'azione è abbastanza spedito, ma poi si inceppa in lungaggini che mettono a dura prova l'attenzione dello spettatore. Qualche taglio interno avrebbe giovato allo spettacolo che si protrae per oltre due ore e mezza. I giovani attori accompagnati dall'esperienza di Luigi Diliberti, Stefano Santospago, Antonietta Bello, Sara Pallini e Alice Spisa, sono molto generosi e ce la mettono davvero tutta per dare il meglio di se stessi, ma si riceve l'impressione che Maccarinelli li abbia un po' trascurati nella seconda metà dello spettacolo. Alcuni scivolano nel macchiettismo, altri inciampano in una recitazione meno credibile soprattutto nelle ultime scene in cui gli sfollati, costretti ad abbandonare il campo, rimangono coinvolti in una serie di sparatorie da Far West smaccatamente finte. Più in generale la partitura performativa appare povera di idee e priva di mordente. Eppure il testo, nonostante alcune acerbità, è un ordigno che messo in mano a un regista più coraggioso sarebbe esploso sulla scena per sbatterci in faccia gli antichi guasti del nostro presente.

 

 

 

Scheda tecnica

L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE, di Luigi Squarzina. Impianto scenico: Piero Maccarinelli. Costumi: Gianluca Sbicca. Musiche: Antonio Di Pofi. Movimenti scenici: Francesco Manetti. Immagini Istituto Luce scelte da Rolando Sejko. Montaggio: Luca Onorati. Con: Stefano Santospago, Luigi Diberti, Antonietta Bello, Sara Pallini, e Alice Spisa e gli interpreti del Corso di Perfezionamento per Attori della Scuola del Teatro di Roma, allievi diplomati dell'Accademia Silvio D'Amico e del Centro sperimentale di Cinematografia Roberto Caccioppoli, Maria Teresa Campus, Barbara Chichiarelli, Paride Cicirello, Giulio Maria Corso, Vincenzo D'Amato, Gregorio De Paola, Carmine Fabbricatore, Michele Lisi, Pietro Masotti, Alessandro Meringolo, Stefano Scialanga, Nicola Sorrenti, Jacopo Uccella.

Regia di Piero Maccarinelli.

Produzione Teatro di Roma, in partnership con Accademia nazionale d'Arte Drammatica <Silvio D'Amico>, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Style Food/Cristal catering e Open City Roma in collaborazione con Istituto Luce, Fondazione Istituto Gramsci, EUR SpA e Zètema Progetto Cultura.

Visto al Teatro India di Roma nel giugno 2015.   

 

 

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