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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La baraque, di Aiat Fayez

 

Presentata in anteprima assoluta al Teatro India di Roma nell'ambito del progetto Guerre/Conflitti/Terrorismi,La baraque di Aiat Fayez per la regia di Ludovic Lagarde, è una commedia grottesca sulla strabiliante carriera di una coppia di spiantati che in poche settimane mettono su un impero finanziario costruendo armi esplosive sempre più sofisticate. L'ambientazione realistica della pièce esalta la paradossalità di ciò che accade sulla scena. Non importa chi siano i mandanti e quali siano gli obbiettivi delle azioni terroristiche. Piccolo e Grande non hanno idee politiche, cominciano a costruire bombe seguendo un manuale di istruzioni alla Willy il Coyote e vengono risucchiati dentro un meccanismo inesorabile dal quale non potranno mai liberarsi. La commedia rifugge da qualsiasi intento documentaristico e sospende qualsiasi giudizio morale. L'azione suddivisa in brevi sketch è un meccanismo comico irresistibile fatto di gag da teatro dell'assurdo e da cinema delle torte in faccia.

Piccolo e Grande vivono in uno squallido appartamento di periferia. Sono due poveri disoccupati che passano il tempo bisticciando, rollandosi canne e bevendo birra. L'interno è arredato da un divano di pelle nera, una piccola credenza e un frigobar che suona musichette ogni volta che viene aperto. Dalla finestra entra un fumo bianco asfissiante che invade la scena e la platea e che viene descritto dalla loro amica Virginie come effetto prodotto dall'inquinamento della città.

Che Grande sia il più prepotente dei due lo si deduce subito dal fatto che minaccia l'altro di buttarlo dalla finestra e subito dopo lo fa davvero. Piccolo si ripresenta con un faccione gonfio protetto da un cappuccio alla Ku-Klux-Klan che indosserà per tutto il tempo della rappresentazione.

I dialoghi sono scarni ed essenziali e i comportamenti assolutamente meccanici e ripetitivi. I personaggi non sembrano provare emozioni e reagiscono agli stimoli con la fissità di un cartone animato. Spesso le motivazioni che li spingono ad agire si inferiscono più dai gesti che non dalle parole. La prima bomba viene presumibilmente realizzata per vendicarsi dell'azienda di calzature che ha prodotto le scarpe scivolose di Piccolo. Dopo l'esplosione all'esterno della fabbrica che vediamo proiettata sulla parete di fondo, un tizio con la faccia da cane si presenta a casa dei due inconsapevoli terroristi per ordinare altre bombe. Di settimana in settimana si assiste a un via vai sempre più intenso di strani acquirenti che bussano alla porta dei malfattori per commissionare bombe in quantità industriali. C'è il musulmano proveniente dai paesi della Loira con il muso da panda e l'uomo mascherato da gatto che cerca armi per difendere il suo paese dai miscredenti. La scena si riempie in breve tempo di scatoloni contenenti materiali esplosivi e di mazzetti di fogli da cinquecento euro. Virginie pretende percentuali sempre più alte e finalmente arriva un frigorifero gigantesco che si apre sulle note di <Un bel dì vedremo>. Ma Grande e Piccolo non si accontentano e progettano la costruzione di armi chimiche letali per passare in seguito alla produzione di maschere antigas.

Il dialogo si infittisce di termini tecnici e di cifre da capogiro e i due, bardati come due astronauti, rispettano le consegne lavorando a tambur battente. La regia impone un ritmo vorticoso che non lascia spazio a esitazioni. I corpi degli attori mascherati esprimono i diversi caratteri attraverso un' eloquente fisicità. Sono tutti bravissimi e perfettamente coesi nella tempistica della performance. I cento minuti di rappresentazione volano via sotto gli sguardi divertiti del pubblicoche esce dalla sala riflettendo con più distacco su un fenomeno bollente come il terrorismo. Testo e regia dimostrano come il teatro possa affrontare temi di drammatica attualità senza rinunciare al doveroso compito di intrattenere gli spettatori. Aspettiamo dunque che lo spettacolo, inserito nella programmazione 2015-2016 del Teatro Argentina, ritorni a Roma per rimanere in scena più a lungo.

(fotografie di scena di Pascal Gely)

 

Scheda tecnica
LA BARAQUE, di Aiat Fayez. Drammaturgia: Marion Stoufflet. Scenografia: Antoine Vasseur. Luci: Sèbastien Michaud. Costumi: Marie La Rocca e Gwendoline Bouget. Trucco e acconciature: Cécile Kretschmar. Regia video: Stéfane Bordonaro. Suono: David Bichindaritz. Assistente alla regia e disegno video: Audrey Brooking. Arredi: Eric Delpla. Trucco: Mityl Brimeur. Regia generale: Jean -Luc Briand. Regia Palcoscenico: Mohamed Rezki. Regia luci. Stèphane Larose. Accessori: Benoit Muzard. Sarta: Laura Chobeau. 

Con: Julien Allouf, Florence Janas, Alexandre Pallu, Tom Politano, Samuel Réhault, Julien Storini.
Regia di Ludovic Lagarde.
Produzione Comédie de Reims-CDN / Reims Scènes d'Europe.
Spettacolo in lingua francese con sottotitoli in italiano.
Presentato in un' unica serata al Teatro India di Roma il 9 maggio 2015.

 

 

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