Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4393762

Abbiamo 204 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Otello, secondo Luigi Lo Cascio

 

L' Otello di e con Luigi Lo Cascio è una riscrittura in dialetto siciliano del capolavoro scespiriano che si allontana così profondamente dal testo modello da risultarne quasi completamente autonoma. La tragedia in pentametri giambici viene sintetizzata e, purtroppo anche semplificata, in un cuntu in esametri e settenari che riveste di arcaica epicità la vicenda di amore e morte del Moro di Venezia e di Desdemona. Ai due protagonisti interpretati da Vincenzo Pirrotta e da Valentina Cenni si affiancano soltanto il diabolico Iago (interpretato dallo stesso Lo Cascio ) e un soldato che funge da coscienza critica e da narratore. Anche la trama viene ridotta all'osso e la tragedia perde la qualità di grande opera metateatrale ordita e inscenata dal genio di Iago. Solo alcuni dialoghi tratti prevalentemente dal terzo e dal quarto atto vengono presi direttamente in prestito dal testo modello e tradotti nell'aspro vernacolo regionale. Sono i dialoghi in cui Iago instilla il veleno del sospetto nell'orecchio di Otello e quelli tra il Moro e Desdemona poco prima dell'uccisione di lei. Il resto si sostanzia per lo più di lunghi monologhi inventati di sana pianta e recitati a turno dai quattro personaggi in quella buia e disadorna stanza della memoria che diviene il palcoscenico. Uno racconta della morte del fratello di Otello, un altro dell'infanzia di Iago traumatizzata dalla scoperta di una madre fedifraga. In questi due casi gli episodi vengono raccontati dai rispettivi protagonisti. Ma spetta al narratore la parte da leone in una pièce che si inscena a cose fatte e che riflette a posteriori sulle motivazioni che spinsero Otello a credere all'inganno di Iago e su quelle che indussero l'alfiere a distruggere Otello. A volte sono i personaggi stessi a porsi delle domande e a cercare delle risposte che inevitabilmente banalizzano il tragico. Nella terza scena in cui compare in catene prima di essere giustiziato, Iago rimugina sul perché delle sue macchinazioni: <picchì sta diffirenza smisurata / tra dannu ricivutu/ e chiddu ca ci desi 'n punizioni ? >. La domanda è legittima ma anche terribilmente ingenua, come ingenua è l'ipotesi che il trauma infantile subito da Iago possa averlo spinto a credere che Emilia lo abbia tradito con Otello e addirittura anche con Cassio. Qualsiasi tentativo di spiegare il comportamento dei personaggi scespiriani comporta il rischio di ridurne la complessità proprio perché essi sono ambigui, proteiformi e contraddittori come lo sono gli esseri umani.

La tragedia di Otello è fondamentalmente una tragedia del linguaggio, un duello linguistico tra due maestri della parola. Otello che con i suoi racconti ha conquistato l'amore di Desdemona viene ridotto all'afasia dal linguaggio menzognero di Iago che, alla fine della tragedia, si condanna al silenzio. Otello è un eroe tragico perché viene accecato dalle apparenze dietro le quali si nasconde la verità e ne prende coscienza soltanto dopo aver commesso l'efferato delitto.

Questi aspetti centrali del dramma scespiriano vengono minimizzati o addirittura eliminati nella riscrittura moderna che pone invece l'accento sulla tragedia dell'incomunicabilità tra sesso maschile e femminile. Come sottolinea il soldato, la lontananza che separa i due amanti non è data dalla diversità del colore della pelle ma dal fatto <ch'uno è masculu mentri l'autra è fimmina> e <a fimmina è na cosa scanusciuta>. Il vero antagonista di Otello non è Iago bensì Desdemona, la cui alterità viene enfatizzata dal fatto che sia l'unico personaggio a parlare in italiano. E' una donna onesta e coraggiosa che avrebbe voluto essere un soldato per combattere al fianco del suo Otello. Una Desdemona decisamente androgina che si trova circondata da uomini terribilmente misogini e superstiziosi.

 

Lo spettacolo si apre con l'immagine animata proiettata sullo sfondo di un enorme fazzoletto bianco che vediamo subire numerose trasformazioni e passare di mano in mano. Nel frattempo la voce fuori campo di Otello ne spiega l'origine magica ricalcando alcuni versi scespiriani (III, iv). Sua madre lo ebbe in dono da una zingara egiziana che le aveva detto che finché l'avesse portato con sé sarebbe stata amata dal marito ma che se l'avesse perduto o regalato sarebbe divenuta odiosa agli occhi di lui. Il famoso fazzoletto che Otello ricevette dalla madre e che donò a Desdemona come pegno d'amore assume un ruolo centrale e non soltanto come presunta prova dell'infedeltà di Desdemona ma soprattutto come amuleto capace di forgiare un destino. In Shakespeare è soltanto la cecità di Otello a determinare la sua tragedia. Nel testo moderno si sottolinea l'arcaicità della cultura del <selvaggio> Otello che ne condiziona il comportamento e il destino. Subito dopo si assiste ad una scena molto brutale in cui Otello colpisce e offende Desdemona con estrema violenza. Il resto è un lungo flashback che ritorna ai tempi dell'innamoramento per tornare di nuovo al gesto estremo di Otello. Sia l'amore che l'odio sono nutriti dall'immaginazione. Lo Cascio fa coincidere il tempo della grande passione con quello in cui Otello era in battaglia lontano da Desdemona e inventa l'espediente dello scambio epistolare per dimostrare come l'assenza della persona amata rinforzi il legame d'amore. Le lettere assumono la forma di lunghi monologhi che Otello e Desdemona leggono in alternanza. Quando sono da soli gli amanti s'inseguono con il desiderio e si reinventano reciprocamente. Quando si ricongiungono vengono separati dalle menzogne di Iago. Il passaggio dall'amore all'odio è piuttosto repentino. Il vulcanico Otello di Pirrotta ci mette ben poco a lasciarsi infiammare l' immaginazione dalle illazioni di Iago e cade quasi subito nella rete dell'inganno.


Il ritmo della rappresentazione è pressante sostenuto e accelera il passo quando Otello si convince definitivamente della colpevolezza di Desdemona. La potente sonorità metallica dei versi fa scorrere il racconto a tamburo battente anche grazie all'intensa interpretazione degli attori. La maestosa musicalità dodecafonica del racconto è il punto forte della performance e ha il potere di mettere in secondo piano i punti deboli della drammaturgia. Compreso il finale ariostesco che porta Otello e il soldato sulla luna alla ricerca di Desdemona, perché è sulla luna che vanno a finire le anime di <tutti i fimminiammazzati ntà terra >.

 

 

Scheda tecnica
OTELLO, di Luigi Lo Cascio. Liberamente ispirato all' Otello di William Shakespeare. Scenografia, costumi e animazione: Nicola Console e Alice Mangano. Musiche: Andrea Rocca. Luci: Pasquale Mari. Con Vincenzo Pirrotta, Luigi Lo cascio, Valentina Cenni, Giovanni Calcagno.
Regia di Luigi Lo Cascio.
Teatro Stabile di Catania.
Visto al Teatro Quirino di Roma nel marzo 2015.             

 

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie