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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

L'inferno di Peter Brook "alle spalle" del Vesuvio

Era molto atteso l'ultimo spettacolo di Brook che ha dato il via alla sesta edizione del Napoli Teatro Festival. Indubbiamente Lo Spopolatore di Beckett non è un testo facilmente traducibile in linguaggio scenico, ma la versione di Brook ha lasciato spettatori, critici e operatori, letteralmente di stucco per la sua assoluta inconsistenza. Dopo il meritatissimo successo de La Suit dello scorso anno, Brook ha lavorato per più di un mese a Napoli usufruendo della cosidetta "residenza artistica" offerta dal Festival. Tanto dispendio di mezzi e di energie avrebbe meritato ben altri risultati e l'indiscusso valore del maestro del teatro contemporaneo non può ammorbidire i toni di disapprovazione.

Lo Spopolatore è meno di una mise en space e poco più di una lettura scenica, eseguita controvoglia da una Miriam Goldschmidt, palesemente innervosita dall'improvvisa decisione del regista di farle leggere il testo in francese invece che in tedesco. Il gelido racconto filosofico che Beckett scrisse in francese tra il 1965 e il 1970, descrive con precisione chirurgica un cilindro dalle pareti gommose di cinquanta metri di circonferenza e sedici di altezza, privo di cose e di colori, e abitato da duecento corpi che errano per riempire un vuoto. Questi corpi sono meri aggregati di organi e di istinti, privi di identità, sessualità e desiderio. Si muovono tra la folla "senza vedere niente "," possono aspettare al piede delle scale e quando arriva il loro turno salire nelle nicchie oppure lasciare soltanto il suolo. Possono strisciare nelle gallerie andando a tastoni in cerca di niente". L'assenza pervade uno scenario dantesco, dove Beckett disconosce il valore dell'opposizione tra corpo e soggettività. Gli abitanti del perimetro sono perduti, spopolati, e i loro tentativi di ribellione si esauriscono gradualmente in una statica attesa che probabilmente durerà in eterno. 

Forse Brook ha scelto il Teatro Sannazzaro per la sua pianta circolare e i suoi palchetti bianchi che potrebbero corrispondere alle nicchie dei "dannati", ma è probabile che lo spettacolo non intenda suggerire il cilindro claustrofobico e geometrico che Beckett ha scolpito in prosa. La scrittura ritaglia tunnel, scale e anfratti, ne descrive la temperatura e le tempeste fototermiche, ne evoca le luci e le ombre, trasmettendo un senso di assoluto smarrimento. Per suggerire il terrificante scenario Brook utilizza tre scale di legno appoggiate alle pareti e uno sgabello al centro della scena, ma questa volta lo "spazio vuoto" non riesce ad evocare l'andirivieni della "perduta gente" beckettiana.

La Goldschmidt legge il copione prevalentemente da seduta e riduce al minimo gesti e movimenti. Ogni tanto si alza, guarda in cagnesco il pubblico e attraversa la scena con artritica lentezza, al massimo stacca un piolo da una scala e lo scaraventa a terra. In teoria la forza della performance dovrebbe poggiare soltanto sul potere evocativo della parola, ma lei legge in modo piatto e monocorde, e la sua voce trasandata, invece di far vibrare i significati del testo, li confonde. Il nulla dello spettacolo non corrisponde al Nulla del testo Per fortuna dura soltanto un'ora, perché lo spettatore non può che sperare di andarsene al più presto.

 

Scheda tecnica

LO SPOPOLATORE di Samuel Beckett. Una ricerca teatrale di Peter Brook, in collaborazione con Marie-Hélène Estienne.
Luci: Philippe Vialatte. Percussioni: Francesco Agnello.
Con Miriam Goldschmidt. Regia di Peter Brook.
Coproduzione: Fondazione Campania dei Festival, Napoli Teatro Festival, Italia, Rurhfestspiele Recklinghausen.

Con il sostegno del Centre International de Recherce Teatrale de Paris e di Nuovi Mecenati_ fondazione Franco-italiana di Sostegno alla Creazione Contemporanea.
Prima mondiale: 6 giugno 2013, al Teatro Sannazzaro di Napoli.

 

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