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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Orchidee di Pippo Delbono

 

Il nuovo spettacolo di Pippo Delbono, presentato in prima assoluta a Le Vie del Festival di Modena, è una sorta di monologo interiore figurato e agito attraverso filmati proiettati sullo sfondo e azioni sceniche non recitate. Il tutto è ovviamente tenuto insieme dalla voce microfonata dell'attore regista che ansima la complessità del vivere alle spalle del pubblico. Orchidee è una summa artistica, per certi versi antologica, di Delbono, che tuttavia trasmette un senso di rinascita, forse anche una diverso approccio alla vita, da parte dell'uomo che, attraverso la morte della madre, ha modificato la sua idea dell'amore. L'uso massiccio dell'elemento filmico è probabilmente legato alle recenti esperienze cinematografiche di Delbono, che ha girato Amore e carne con il suo cellulare per fermare il trascorrere della vita e per assemblare frammenti di realtà che, nè il teatro nè il cinema,gli avrebbero permesso di mettere insieme. Ma è anche uno strumento per mettere in contrasto l'artificio dell'immagine e la verità dei corpi degli attori, e per rappresentare la difficoltà di distinguere il vero dall'artefatto. Nel suo flusso inarrestabile di pensieri e ricordi, Delbono racconta un aneddoto che spiega in parte la scelta del titolo. Ricorda infatti di una signora francese che si lamentava della perfezione delle orchidee finte, riprodotte con tale maestria, da renderle indistinguibili da quelle autentiche.

Teste di manichini, volti siliconati di star televisive, gente di plastica e gente comune (da Berlusconi che afferma che "è meglio essere appassionati di belle ragazze che essere gay", alla signora intervistata per strada che sostiene che l'omosessualità sia una malattia) scorrono sul megaschermo che giganteggia sul palcoscenico spesso disertato dagli attori. Intanto la voce di Delbono dà forma sonora ad un fiume di pensieri, ricordi e sensazioni liberati dalla morsa di una rigida sequenzialità, quasi un flusso di coscienza dove la "pioggia di atomi di percezioni" di cui parla la Woolf, prende forma attraverso la libera associazione.

Tutto ha inizio con il ricordo della morte della madre e finisce con l'immagine filmata della donna morente. In mezzo c'è lo schifo per questo mondo e l'incanto "dell'altro posto dove stare", che è il mondo dell'arte e della bellezza. C'è qualcosa di scontato nella denuncia sociale urlata da Delbono, ma l'evocazione di quel mondo infantile e terribilmente vero, dove la realtà viene ri-creata dall''immaginazione, offre momenti di verità poetica. Questa volta Delbono rappresenta non soltanto se stesso, come ha sempre fatto, ma anche il processo della creazione artistica in sè. Quando la sua voce rievoca la casa dell'infanzia messa in vendita dopo la morte della madre, i filmati di olmi innevati, la sagoma scura di Bobò che si staglia sull'immagine luminosa di un giargino di ciliegi mentre trascina una villetta in miniatura sulla slitta, le prevedibili citazioni cecoviane, si accumulano in un contrappunto che, mentre racconta il farsi del montaggio artistico, si impone come visione compiuta, come momento di sintesi poetica che svela squarci di verità. La stessa che viene trasmessa altrove, sempre attraverso un sapiente uso contrastivo di mezzi, immagini, suoni e citazioni letterarie. Al di là della tecniche, si avverte tuttavia il desiderio dell'artista di stabilire un rapporto più diretto con il pubblico. Lo dice a chiare note che sogna di trasformare un suo spettacolo in una festa dove tutti gli spettatori si mettano a ballare con lui. L'invito l'ha lanciato sul serio, ma il pubblico modenese non si è lasciato trascinare, costringendo l'attore a sfinirsi in una solitaria danza liberatoria. Peccato, perché il suo è sembrato un autentico gesto mirato alla condivisione. Non quella finta di tanti spettacoli che illudono gli spettatori di farne parte attraverso espedienti abusati. L'impulso di Delbono è una protesta contro l'artificialità di certo teatro, ma è anche segno di una nuova apertura verso "l'altro" da parte dell'artista e dell'uomo rigenerati dal contatto diretto con la morte.

Il binomio amore-morte, del resto, attraversa l'intera performance ed è sottinteso nel titolo che allude anche alla leggenda di Orchis, il bellissimo giovane al quale crebbero i seni e che, vedendosi respinto dalle donne, si gettò da una rupe. Amore e morte coincidono nella diversità respinta che rinasce nello splendore di un fiore, nel monologo finale di Romeo letto con vibrante intensità, mentre sulla scena i corpi nudi degli attori danzano formando un cerchio che rimanda al celebre quadro di Matisse. La loro è una nudità imperfetta che reclama vitalità e che afferma una caparbia libertà.

La sofferta fatica di vivere rifiuta il teatro recitato per dar corpo alla complessità dell'esistenza in modo più autentico. A volte Delbono riesce nel suo intento, ma lo spettacolo appare disomogeneo. Ci sono momenti in cui la ripetizione diluisce la densità poetica, altri in cui l'eccesso straripa nel pleonasmo. Eppure lo spettacolo non può non contagiare e appagare tutti coloro che tentano di combattere il mondo plastificato e vuoto in cui viviamo attraverso le armi dell'immaginazione e dell'arte.

 

Scheda tecnica

ORCHIDEE di Pippo Delbono.
Con: Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella.
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arena del Sole, Nuova Scena, Teatro Stabile di Bologna, Teatro di Roma, Théatre du RondPoint-parigi, Maison de la Culture d'Amiens-Centre de Création et de Production.

Prima assoluta 25 maggio 2013, Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Modena.

Dopo il debutto a VIE lo spettacolo sarà presentato al Piccolo di Milano nell'ottobre del 2013, a Bologna (novembre 2013), a Roma (gennaio 2014), a Parigi (gennaio-febbraio 2014).

 

 

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