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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Stranieri familiari, di Domenico Bravo

 


Presentato at Teatro Argot Studio di Roma, nell'ambito della rassegna Scena Sensibile curata da Simona Grandicelli, STRANIERI FAMILIARI coinvolge e sorprende lo spettatore impreparato a tanta intensità drammaturgica e attoriale. Ancora poco conosciuti, l'autore e regista, Domenico Bravo, e la giovane attrice Viviana Lombardo hanno talento da vendere e lavorano in assoluta sinergia. Quanto basta per un breve ma indimenticabile spettacolo che denuncia senza facile retorica un fenomeno di violenza spesso consumata nell'abbraccio delle pareti di casa.

Nato a Palermo e pensato dalla stessa Lombardo, lo spettacolo è un coro per una voce sola, che costringe la bravissima interprete a moltiplicarsi in mille donne o, addirittura, a sdoppiarsi nella stessa persona, per denunciare un fenomeno dolorosamente diffuso e drammaticamente tenuto a riparo nella segretezza del "focolare domestico".

Scarpe da donna adatte a tutte le occasioni sono sparse alla rinfusa sulle toghe di legno della piccolo palcoscenico dell'Argot. L' immagine di una donna gracile in camicia da notte bianca viene fissata in pose diverse da luci intermittenti, mentre inquietanti fragori metallici di coltelli suggeriscono che l'uxoricidio sia stato già compiuto. In equilibrio precario sui tacchi di un paio di scarpette rosse, la vittima avvia l'azione retrospettiva con una supplica struggente nella sua disarmante semplicità: " Non farlo. Offrimi il desiderio di esistere. Non perderti. Non perdermi." Le stesse paroleconcludono il racconto circolare e metonimico di infinite vite spezzate da un'insensata brama di possesso.

Basta calzare diverse paia di scarpe per entrare in nuove persone, tutte accomunate dallo stesso destino. Basta entrare dentro un paio di stivali, per diventare una lei abbagliata da un " eroe" seduto al tavolo di un caffè, una lei che racconta in toni leggeri ed ironici il suo tenace desiderio di farsi notare dal "guerriero" intento alla lettura de La versione di Barney. Attraverso un uso sapiente di dissolvenze, il racconto si declina in una miriade di frammenti che a volte ritornano per sviluppare scegge di storie comuni. L'agile scrittura drammaturgica di Bravo viene calzata come un guanto dalla bravissima Lombardo, capace di continue metamorfosi di registro, e di sorprendenti variazioni ed arpeggi vocali. Passa dall'intensità drammatica alla levità ironica con estrema naturalezza, senza mai trasformare una tecnica sicura in sfoggio virtuosistico. E' terribilmente vera e mai scontata, e a volte le sue parole rimangono impresse nella memoria come ferite aperte. La camicia da notte si macchia prevedibilmente di sangue, più tardi la donna si cava uno straccio di bocca che le coprirà il viso come un sudario, di tanto in tanto la voce si espande in un grido improvviso.

Ma c'è anche la vena comica sottolineata da variazioni di cadenze dialettali. " La cosa che più mi scassa la minchia è che si è ammazzato ", esclama dopo aver sputato sulla macchia si sangue per mandarla via. Ma il tono sguaiato viene seguito da riflessioni lucide e definitive: " Non c'è passione nella morte. Solo un delitto, un crimine efferato. Tutto qui. ". La parola scritta non rende giustizia alle battute che possono sembrare anche un po' banali se non dette da una attrice di rara potenza espressiva. Un'attrice capace di sdoppiarsi in due donne, semplicemente calzando due paia di ballerine posti uno di fronte all'altro.Una parla romano, l'altra tradisce un buffo accento padovano, ma forse sono la stessa persona divisa tra perbenismo e desiderio.

La partitura testuale alterna fasi narrative a momenti più evocativi, stralci di racconto estraniato ad un canto sofferto e strozzato. Ne deriva un coacervo di sensazioni contrastati, come possono essserlo quelle di una donna che vede il suo amato trasformarsi in un brutale aguzzino. L'accompagnamento sonoro prodotto dalla dodecafonia di pugni sferrati, di rantoli di piacere, di risate e di grida strazianti è parte testuale fondante di una pièce dove la distinzione tra drammaturgia e performance sembra perdere finalmente senso. Una piccola grande esperienza teatrale, che scuote nonostante la povertà dei mezzi che, come spesso accade nel vero teatro, viene ampiamente ricompensata dal talento dell'attore e dalla sapienza della orchestrazione drammaturgica.

 

Scheda tecnica
STRANIERI FAMILIARI, di Domenico Bravo. Allestimento scenico: Andrea Duilio Sorbera. Luci: Pietro Sperduti. Musica: Domenico Bravo. Con: Viviana Lombardo. Regia di Domenico Bravo. Assistente alla regia: Stefania Zappalà. Produzione Cassiopea in collaborazione con Musica e Cultura. 
Visto al Teatro Studio Argot di Roma il 23 marzo 2013.

 

 

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