Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4393560

Abbiamo 111 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La rivincita, di Michele Santeramo

 

Ha debuttato in anteprima nazionale al Valle Occupato di Roma La rivincita di Michele Santeramo, vincitore del Premio Riccione 2011 per Il guaritore. Affidata alla regia di Leo Muscato, La rivincita è una pièce ibrida, derivata da una originaria sceneggiatura per il grande schermo che tuttavia conferma la straordinaria teatralità della scrittura del drammaturgo pugliese. Il dialogo, sempre vivace e vibrante di sonorità dialettali, si sostanzia di parole vive, scritte per essere dette e agìte da attori sul nudo palcoscenico. La trama è più complessa rispetto a quelle dei testi nati per il teatro, e abbraccia una gamma di problematiche sociali troppo vasta per i limiti della scena. Viene da pensare che il film che ne fosse derivato, avrebbe corso il rischio di assomigliare a tanti che ritraggono L'Italia della recessione economica in modo a volte un po' superficiale. Ma a teatro la saga familiare, a metà tra romanzo e melodramma, si condensa, divenendo dramma relazionale, aspro, ironico, inesorabile. Santeramo e Muscato hanno effettuato inevitabili tagli anche per attutire i salti temporali del testo originario, e hanno neutralizzato lo spazio, assolutamente vuoto e delimitato da due muretti che fungono da sfondo e da quinte, e che nel buio prevalente della scena, vengono illuminati da luci colorate che assumono di volta in volta diversi valori simbolici.

I sei attori (Santeramo questa volta non è nel cast) entrano e si dispongono in fila e a mo' di parodo esprimono a turno il disagio di una intera generazione colpita da una miseria che stronca la speranza e costringe a rimandare la vita, una generazione, come sempre nell'opera di Teatro Minimo, abbandonata dalle istituzioni e lasciata a combattere una guerra tra poveri.

Al centro della vicenda ci sono due fratelli, Vincenzo (Michele Cipriani) e Sabino (Michele Sinisi) e le loro rispettive mogli. Come sempre nella drammaturgia di Santeramo, il legame di sangue è caratterizzato da una reciproca tendenza dei familiari ad aiutarsi l'uno con l'altro, ma anche a sfruttare le reciproche debolezze. L'assenza di denaro è il motore dell'azione e la causa di una serie infinita di disfatte che mette i due fratelli in una posizione di reciproca dipendenza. A turno si scambiano il ruolo di subalterno e di risolutore di problemi. Vincenzo finisce protestato per aver dato a Sabino un assegno che doveva servire da garanzia ad un suo creditore, ma che invece viene indebitamente incassato. A sua volta Sabino dà una mano come può a Vincenzo al quale hanno espropriato il terreno per la costruzione della ferrovia. Marta rimane incinta, ma Vincenzo non può permettersi di mantenere il figlio, e quando, tre anni più tardi, riesce a racimolare qualche soldo, non riesce ad averne e si sottopone a cure costosisssime. Sabino diviene allora un deus ex machina, quando, per salvare il fratello dalle grinfie dello strozzino, si lascia convincere da Marta a metterla incinta lui, al posto e all'insaputa di Vincenzo.
I fili dell'intreccio sono intricati e prevedono ribaltamenti di situazioni e persino un lieto fine. Come in romanzo dickensiano, uno stuolo di figure minori ruotano intorno ai protagonisti. Due attori si caricano di numerosi ruoli con il rischio di scivolare nella caricatura. L'impiegato di banca, l'infermiere, l'avvocato, lo strozzino, il segretario del dirigente comunale, sono poco più di macchiette ma, armati tutti di cellulare, servono ad evocare un mondo esterno anonimo, apparentemente variegato ma unifomato dalla tendendenza allo sfruttamento dei deboli. Una vera e propria catena di disfunzioni sociali si srotola nel testo, senza tuttavia mai appesantirlo. Ce n'è davvero per tutti i gusti, dall' avidità delle banche a quella di aguzzini che si nascondono dietro altri mestieri, dalla cialtroneria dei medici a quella degli avvocati che speculano sulle cause, dalla corruzione delle autorità comunali che appoggiano quelli che "hanno aderenze" alla criminalità di stampo camorristico di quelli che bucano i terreni dei poveracci per lo smaltimento dei rifiuti tossici. Ma il minimo comune multiplo del tutto è quella "porca miseria", che prolifica dove legalità e istituzioni latitano. Un quadro aspro e desolante che tuttavia non si traduce mai in lamento, ma che si esplicita attraverso un'ironia pungente.

Il testo e la sua performance risultano estremamente agili, anche grazie al taglio registico che concatena scene brevissime in una sequenza d'azione rapida, scandita da continue entrate e uscite degli attori che dialogano in coppia o in piccoli gruppi, o monologano in proscenio. Il tutto è giocato su rimandi, reiterazioni e scene speculari, ed è condito da un ibrido di lingua e dialetto che non sfocia mai nel regionalismo. Gli attori lavorano tutti in perfetta sintonia e sostengono il ritmo performativo senza mai svilire i personaggi. Bravissimo Michele Sinisi che sembra danzare nel freddo della sua miseria e che misura ogni battuta e ogni sguardo con precisione chirurgica e sferzante ironia, senza mai intaccare la profonda umanità del personaggio. Michele Cipriani è un tutt'uno con Vincenzo e ne sviluppa ogni aspetto con autenticità e immediatezza. I personaggi minori attendono una crescita che argini la tendenza alla macchiettismo.

Quel che più conta è la capacità dello spettacolo di raccontare l'oggi, in modo semplice e diretto, lontano dallo sperimentalismo del teatro di ricerca e dal documentarismo a volte retorico del cinema. Il racconto urgente, fluviale e corale della problematicità dei tempi, acqista forza nel gesto, nudo e crudo, del teatro.

  

Scheda tecnica

LA RIVINCITA di Michele Santeramo.
Scene e costumi: Federica Parolini. Luci: Alessandro Verazzi. Con: Michele Cipriani, Vittorio Continelli, Paola Fresa, Simonetta Damato, Riccardo Lanzarone, Michele Sinisi. Regia di Leo Muscato.
Produzione: Teatro Minimo, Fondazione Pontedera Teatro, in coproduzione con Bollenti Spiriti, Regione Puglia, Comune di Andria.
Anteprima nazionale al Teatro Valle Occupato di Roma, il 9 gennaio 2013.
Prossime repliche:
dal 30 gennaio al 4 febbraio 2013 al Teatro I di Milano.

 

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie