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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Anna Karenina secondo Eimauntas Nekrosius

Monumentale e fortemente visionaria, la trasposizione scenica di Anna Karenina escogitata da Eimuntas Nekrosius sull’adattamento drammaturgico di Tauras Cizas è più fedele allo stile onirico e sospeso del grande lituano che non a quello di Lev Nicolaevic Tolstoj. Del resto inscenare un romanzo è sempre un’impresa pericolosa perché il processo di trasmodalizzazione porta sempre con sé un alto rischio di sottrazione o di impoverimento. D’altro canto, il paradosso di qualsiasi adattamento è quello di essere necessariamente “altro” rispetto al testo di partenza, ma di intrattenere comunque con esso un forte rapporto intertestuale che inevitabilmente condiziona le aspettative del pubblico.

Nell’arco della durata di quasi cinque ore, lo spettacolo alterna momenti di grande bellezza in cui l’immagine e il gesto riescono a tradurre in sintesi la complessità degli episodi, ad altri in cui il mezzo teatrale appare inadeguato all’esplorazione delle profondità del romanzo.

L’adattamento, per altro piuttosto fedele al romanzo, si articola in ventinove scene di natura episodica e scollate tra loro. All’intreccio che permette il confronto e l’interazione diretta tra i personaggi, si sostituisce un montaggio di immagini che inibisce il fluido relazionarsi dei personaggi a discapito dello scavo psicologico. Le scene si susseguono l’un l’altra come una serie di momenti epifanici in cui la funzione narrativa appare ovviamente ridotta. Come sempre in Nekrosius, l’azione è sospesa nell’atemporalità del mito e lo spazio metaforicamente connotato. La scena appare piuttosto spoglia e scura, con un fondale nero che si apre verso un “fuori” indefinito e più che altro funzionale allo spostamento degli oggetti scenici (due scale, alcuni tavoli) e alle entrate degli attori. Nelle scene delle partenze e degli arrivi, il palcoscenico è attraversato da enormi cilindri bianchi che mostrano su un lato le lancette di un orologio, mentre si odono suoni che assomigliano al sibilo di un treno. Il magistrale gioco di luci e ombre creato da Audrius Jankauskas contribuisce ad evocare un’atmosfera rarefatta, mentre potenzia la drammaticità di alcuni episodi con il sostegno di musiche sapientemente scelte che, ben lungi da funzionare come commento sonoro all’azione, ne sostanziano il significato.

Il testo di Cizas si compone di dialoghi a due o a tre poco dinamici in quanto solo a tratti funzionali allo svolgimento dell’azione e di stralci di racconto in terza persona. La molteplicità di punti di vista che il narratore onnisciente di Tolstoj sviluppava drammaticamente, viene in parte, se non del tutto, immiserita. Più spesso il gesto supplisce alla parola con risultati eterogenei. I salti e i grugniti di Karénin per esprimere la sua gelosia appaiono, ad esempio , a dir poco ingenui per non parlare delle grida esasperate ed esasperanti di Dolly nel momento in cui scopre l’infedeltà di Stiva. Ma per fortuna la fantasia visionaria di Nekrosius riesce a colmare le lacune dello spettacolo attraverso episodi di indimenticabile intensità e pregnanza di immagini. A partire dal secondo atto in poi, si assiste a un crescendo di densità drammatica che inizia con la scena della passione, in cui Anna e Vronskij si abbandonano al loro amore travolgente. Una sorta di balletto dove lui fa volteggiare nell’aria il corpo di lei, accovacciato in posizione fetale. C’è poi la scena del matrimonio di Kostja e quella del parto di Kitty che nella loro malinconica festosità balcanica assumono un carattere fortemente rituale, che attribuisce ai due momenti della vita della coppia il valore di archetipo. Notevoli sono anche la scena della morte di Nikolaj, il fratello di Kostja, e quella finale della morte di Anna che si accascia tra due enormi fari che emergono dalle falde di un cappotto nella semioscurità.
I momenti cruciali e di passaggio della vita dei personaggi sembrano quindi i più congeniali al talento di Nekrosius, da sempre incline al trasferimento del quotidiano nella sfera del mito e dell’arcano. Ma di quello straordinario personaggio a tutto tondo che è Anna Karenina si disperde del tutto la complessa individualità. E non certo per incapacità della brava Mascia Musy che ne interpreta la parte perché la semplificazione colpisce tutti i personaggi. Si ha piuttosto l’impressione che la volontà registica abbia come compresso il talento degli attori per tradurlo in pura energia fisica e in precisione del gesto, sempre a scapito tuttavia dell’approfondimento psicologico.

 

Scheda tecnica

Anna Karenina di Lev Nikolaevic Tolstoj, regia Di Eimuntas Nekrosius, con Annalisa Amodio, Paolo Mazzarelli, Paolo Musio, Mascia Musy, Alfonso Postiglione, Nicola Cavallai, Alessandro Lombardo, Gaia Zoppi, Renata Palminiello, Gilberto Colla, Vanessa Compagnucci, Corinne Castelli, Nicola Russo e Paolo Pierobon.

 

(Questo articolo, pubblicato il 12 marzo del 2008 nella precedente edizione della rivista Fogli e Parole d'Arte, al momento della ristampa nella nuova edizione era stato letto da 2653 lettori)


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