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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La Commedia di Nekrosius

-Con il capolavoro dantesco, Inferno e Purgatorio di Emauntas Nekrosius ha ben poco a che vedere. Consapevole della complessità dell'opera dalla quale egli prende le mosse per costruire la sua personalissima Divina Commedia, il regista lituano non affronta una seria lettura esegetica del testo modello, ma, come un nano sulle spalle di un gigante, lo attraversa con leggerezza giocosa per creare uno spettacolo in bilico tra il didattismo e il visionario. Inutile, dunque, azzardare giudizi che presuppongano un' analisi compartiva tra il testo e la sua performance. Lo spettacolo reca tutti i segni dello stile di Nekrosius che, con le sue sospensioni temporali, gli ardimenti coreografici, le immagini simbolche e gli stridori della lingua lituana, di fatto riduce lo spessore drammatico dell'opera poetica più teatrale della letteratura di tutti i tempi.

Le quattro ore trascorrono lievi, con punte di stanchezza verso il finale, e, tra alti e bassi, l'occhio viene comunque rapito dalla fascinazione visiva di alcune soluzioni sceniche, ma lo spettacolo rimane comunque tra i meno riusciti di Nekrosius.

Scaturito da un laboratorio teatrale tenuto a Bari tra le mura di Santa Scolastica, lo spettacolo si avvale di un folto gruppo di giovani attori che incarnano le ombre dei dannati attraverso azioni collettive, per lo più coreografiche. I grandi personaggi scolpiti a tutto tondo dall'endecasillabo dantesco, perdono la loro individalità e, inevitabilmente, la loro complessità. Gli unici personaggi di spicco sono Dante, interpretato dall'energico Rolandas Kazias, Virgilio (Vaidas Vilius) e la volatile Beatrice di Ieva Triskauskaité. Vestiti in abiti moderni, i tre protagonisti appaiono in realtà come entità astratte, impegnate in un viaggio di cui non si comprende bene lo scopo.

Di certo l'itinerario di questo Dante lituano in giubba rossa e zazzera bionda non tende verso l'elevazione spirituale e i dannati, lungi dall'essere esempi morali, sono semplicemente dei defunti che rimpiangono il mondo dei vivi con i quali cercano di stabilire dei contatti. Non a caso, Nekrosius inventa un personaggio alquanto bizzarro, una sorta di postino che ogni tanto compare in scena con una slitta per prelevare lettere da recapitare ai vivi. La nostalgia degli affetti, l'amore per la vita agitano i dannati e l'intero poema viene trasformato in una storia di amore e di amicizia. Una specie di soap opera con Dante che incontra la moglie Gemma Donati o che bacia appassionatamente Francesca, provocando le ire di Paolo e quelle della onnipresente Beatrice, con vestitino bianco e nero e coda di cavallo.

La scena essenziale, prevalentemente buia, contiene oggetti dall'ambiguo valore simbolico. Sul lato destro, un enorme globo nero,e su quello opposto, una parete traslucida contro la quale i corpi dei dannati vanno a cozzare violentemente. Dall'alto una spirale metallica, ricavata da un piatto di batteria, si srotola verso il basso a mo' di icona dei gironi danteschi. Sul fondo, un pianoforte e un divano rosso occupato a inizio spettacolo da Beatrice che prima legge versi in lituano e in italiano, poi avanza a passi di danza in proscenio e sale sul corpo disteso di Dante. Sagome bianche del suo profilo proliferano sulla scena, moltiplicando all'infinito l'icona della musa. Il viaggio del Dante lituano è dunque mosso dal " motor del mondo" e, a mano a mano che l'azione procede, egli assomiglia sempre più a Nekrosius stesso alle prese con la complessità del testo che va rappresentando. Questo spiegherebbe quel suo continuo consultare un librone zeppo di post-it colorati e il significato dell'immagine di Paolo e Francesca che sottolineano un grosso tomo aiutandosi con un enorme righello. Le note comiche prevalgono su quelle drammatiche, e la performance si articola in una serie di trovate non sempre riuscite.

Molti canti sono stati scartati secondo un criterio di scelta incomprensibile. I personaggi più celebri, come, ad esempio il Conte Ugolino, non compaiono, mentre viene dato molto risalto a Vanni Fucci o a Maometto. Il passaggio da un girone all'altro è segnalato dalla figura di uno straccione che allargando le braccia gira in tondo sul palcoscenico. Spesso i nomi dei dannati vengono solo elencati a mo' di cantilena, come nel caso dell'episodio del primo cerchio, in cui "i sommi poeti antichi e gli spiriti magni "rispondono all'appello mettondosi in fila,con Dante che si intrufola in mezzo a caccia di autografi. La tematica politica viene lasciata da parte e al posto dell'invettiva di Dante contro la sua città (canto XXVI), una Firenze in miniatura piuttosto cartolinesca emerge nell'ottava bolgia dove le anime accumulano plastici dei monumenti più noti della città. Più spazio viene lasciato al potere ecclesiastico con la comica sfilata di un vescovo con un'alta tiara di cartone e del suo seguito. Che siano insolite o banali. le soluzioni sceniche assottigliano lo spessore del significato degli episodi a cui fanno riferimento e, più in generale, annullano la dimensione tragica dell'eterno dolore che affligge la "perduta gente". Al punto che il passaggio visivo dall'Inferno al Purgatorio, che occupa il terzo atto, viene a malapena percepito. L'impatto delle immagini è più fiacco, le trovate sceniche ancora più scontate e folcloristiche di quelle scelte per le bolgie infernali. Un finale decisamente stanco ed affrettato, con le anime che incollano una maschera di carta sulla sfera, Virgilio che si apre un varco di uscita e Beatrice che riappare con indosso un tubino rosso da discoteca. Il globo si apre, rivelando una luce rossa, forse un accesso all' unica possibile via d'uscita nel Paradiso.

Tradire è lecito, quasi sempre necessario, ma a patto che l'opera ri-creata abbia un'organicità strutturale e una chiarezza d'intenti. Nato come un work in progress, il lavoro di Nekrosius è rimasto tale.

 

Scheda tecnica
DIVINA COMMEDIA (INFERNO -PURGATORIO).
Scene : Marius Nekrosius. Costumi : Nadedza Gultiajeva. Musiche : Andrius Mamontovas. Con : Rolandas Kazlas, Vaidas Vilius, Darius Petrovskis, Simonas Dovidauskas, Marija Petraviciuté, Beata Tiskevic, Julija Satkauskaité, Ieva Triskauskaité, Milda Noreikaité, Ijus Ganusauskas, Vygandas Vadeisa, Paulius Markevicius, Andronis Rukas, Remigijus Vilkaitis.
Regia di Eimuntas Nekrosius.
Produzione Compagnia Meno Fortas, in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese, Ministero della Cultura Lituano e Aldo Miguel Grompone, Roma.
Prima mondiale : 22 maggio 2012, al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.
Visto a Roma, il 9 novembre 2012, al Teatro Argentina di Roma, nell'ambito della rassegna Le vie dei Festival.

 

 

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