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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Birds with Skymirrors

 

Birds with skymirrors del coreografo samoano Lemi Ponifasio è un'esperienza teatrale totalizzante che ipnotizza lo spettatore in uno spazio mistico che pulsa di vita e lo costringe a guardarsi nell'anima. E' un teatro multiforme che mescola e rielabora tradizioni locali senza strizzare l'occhio alla cultura occidentale. Parlando del suo lavoro, Ponifasio si rifiuta di usare termini come " teatro", "danza" o "attori" e preferisce chiamare comunità piuttosto che compagnia il gruppo MAU da lui fondato nel 1995. La sua arte è ricerca del senso stesso della danza e trasforma la scena in uno spazio "filosofico", uno spazio nero nel quale gli artisti si trovano ad affrontare il vuoto. Lo spettacolo, tuttavia, non comunica idee astratte, ma trasmette in modo fisico e sinestetico l'inscindibilita dell'uomo con la natura e con l'universo intero. Evoca il cosmo in un'atmosfera sospesa nell'atemporalità del rito.

Ponifasio trasse ispirazione per Birds with skymirrors dall'avvistamento, nella remota isola di Tarawata, di sette fregate in volo che trasportavano nel becco nastri magnetici scintillanti come specchi. Nato e cresciuto nell'isola di Samoa, aggredita e minacciata da varie anomalie climatche, il coreografo evita tuttavia di semplificare il suo lavoro con etichette ambientalistiche. In realtà Birds with skymirrors è un lamento, un requiem, una cerimonia rituale, una sfida, un karanga, un appello per l'umanità, e tutto questo va ben oltre l'impegno politico e sociale.

La scena buia è divisa in diagonale da un asse inclinato, sullo sfondo tre schermi in perspex riflettono luci chiaroscurali e trasmettono, a intervalli di tempo variabili, l'immagine in bianco e nero di un pellicano che si dimena in un mare di petrolio. Le luci e i movimenti trasformano i performer in creature un po' umane e un po' zoomorfe e in perpetua metamorfosi, che ondeggiano nello spazio seguendo un andamento epico rituale. All'inizio un danzatore in tonaca da monaco scivola sul pavimento con passettini velocissimi e snoda le braccia in puntuali gesti di arti marziali, mentre una donna in topless e tacchi a spillo emerge dal lato sinistro dello sfondo oscuro, trasmettendo una piena coscienza e padronanza del suo corpo. Canta un pukana mentre si dirige con movimenti flessuosi sul lato destro della scena, dove un sapiente gioco di penombra le rimodella il corpo che, come in un quadro di Francis Bacon, sembra perdere la sembianza umana per deformarsi in pura materia.

Le figurazioni nello spazio si alternano secondo uno schema assolutamente simmetrico. A ritmo regolare ritornano in gruppo i danzatori che slittano nell'aria, con il volto, il busto e le braccia tese verso l'alto, le mani che fremono come ali di uccello e i movimenti della testa che ricordano le danze tradizionali di Kiribati. I gesti sono lenti, solenni, e orchestrati in perfetta sincronia da corpi che si muovono all'unisono, creando un'armonia che enfatizza l'atmosfera meditativa della scena.

La musica è invece disarmonica e include i suoni elettronici di Landscape with Lake and River del neozelandese Douglas Lilburn, la musica Maori con il taonga puoro suonatoda Richard Nunns e una cacofonia di voci disperate che si dissolvono nel commento radiofonico al primo sbarco dell'uomo sulla luna. Equilibrio e caos si scontrano e si compenetrano in uno spazio che diviene unico corpo vibrante,abitato da corpi sempre in bilico tra staticità e movimento.

Tre donne elegantemente vestite in nero emergono dal buio con i volti che sembrano maschere costernate e fluttuano nello spazio come in un incubo, tre streghe inquietanti che operano i loro misteriosi incantesimi roteando nell'aria delle sfere bianche, le stesse che nel finale verrano battute sul pavimento avvolgendo la scena in una nuvola di polvere.Il coro di danzatori che ritorna puntualmente tra un assolo o un passo a tre e l'altro, si dispone in fila sull'avanscena per eseguire una preghiera danzata da seduti e concludono lo spettacolo intonando un canto che celebra quell'armonia mistica perduta, che ciascuno devrebbe ricercare in se stesso.

Quel che colpisce è il potere magnetico di questa straordinaria liturgia, dato dall'assoluta perfezione dei gesti e dei movimenti dei performer, di queste creature bioniche che da figure cerimoniali si trasformano in esseri zoomorfi simbolici e sacrali. Bellissimo è il momento in cui compare un performer nudo, con un copricapo simile ad una testa di uccello. Le braccia tese e il corpo "crocefisso", il capo che si gira intorno, esterrefatto e inconsapevole, proprio come quello del cormorano morente comparso nel video.

Lo spettacolo lascia tracce indelebili nella memoria e infiniti punti interrogativi. Se ne esce scossi, ma rigenerati da una sorta di effetto catartico che solo l'arte può mettere in moto.

 

Scheda tecnica
BIRDS WITH SKYMIRRORS. Concept : Lemi Ponifasio. Luci : Helen Todd.

Con : Ioane Papalji, Teataki Tamango, Arikitau Tentau, Bainrbu Tonganibeia, Kasina Campbell, Eko Supriyyanto, Helmi Prasetyo, Ade Sunarto, Kelemete Fu'a, Francis Toko, Maereke Teteka, Keith Binoka.

Coreografia e regia di Lemi Ponifasio.

Produzione MAU.

Coproduzione Theatre de la Ville-Paris, Theater der Welt 2010, Ruhr, Spielzeit 'europa, Berliner Festspiele, Berlin, Wiener Festwochen, KVS Brussel, Holand Festival, Mercat de les Flors barcelona, de singel Antwerpen, New Zeland International Arts Festival.

In collaborazione con Teatro di Roma.

Prima nazionale : 26 ottobre 2012, al Teatro Argentina di Roma, nell'ambito di Romaeuropa Festival.

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