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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

La macchina dei desideri, di Giampiero Rappa

 


E' una fiaba distopica l'ultima commedia scritta e diretta da Giampiero Rappa, dove il grottesco, il comico e il drammatico si amalgamo in un racconto crudo e poetico allo stesso tempo.
La macchina dei desideri, in scena al PiccoloEliseo fino al 4 novembre, è una riflessione sul potere e sull'incapacità dell'uomo di riconoscere i suoi veri desideri, che acquista maggior credibilità e forza, proprio perché filtrata attraverso lo specchio deformante della fantasia. Scritta nel 2007, la commedia sembra agganciata alla crisi economica di oggi, ma più che di una satira politica, si tratta di una pièce fortemente metaforica, di spessore etico e valenza universale.

L'azione si svolge ad Obetrek, un villaggio martoriato dalla siccità, dalla miseria e dalla corruzione di un sindaco dittatore che ha deturpato la natura per ingrassare il profitto. Il torrente si è prosciugato e, con la scusa di dover attingere l'acqua da un fiume più lontano, il sindaco impone tasse sempre più onerose per gonfiare le tasche del comune. Quando l'acqua era ancora un bene comune, Rappa immaginava fosse un bene di lusso, monopolizzato dal potere centrale. Obetrek, tuttavia, è una terra desolata situata in un non luogo e sospesa nel non tempo, dove l'acqua, intesa come elemento di rigenerazione, assume un valore fortemente simbolico.

La scena essenziale rappresenta tre interni, sistemati al modo dei luoghi deputati dei Mystery Plays. A destra, un letto sta per la casa del piccolo Eliot e di sua madre Naria, perennemente allettata dopo la morte del marito; al centro un buffo marchingegno denota la bottega di Gherbò e del suo apprendista Orfice che smerciano sogni ai cittadini; a destra troneggia un trespolo dove il sindaco e il capo militare Pavol tessono le loro diaboliche trame.

Nell'oscurità prevalente della scena, i tre ambienti vengono illuminati a turno, e non soltanto per scandire i cambi di scena, ma anche per sottolineare la distanza che separa la gente comune dal potere e i singoli individui dalla coscienza delle cause della propria infelicità. La macchina dei desideri si pone al confine con altri paesi non meglio identificati, e diviene un attrazione centripeta per la piccola comunità grazie all’intervento di Eliot, una specie di elfo travestito da scolaretto, che svolazza da un luogo all'altro per procacciare clienti al mercante di sogni. In realtà, il misterioso macchinario è un ordigno infernale che rilascia scontrini il cui importo varia a seconda dell'entità del desiderio. Gli avventori tornano più volte per richiedere esaudimenti sempre più costosi, ma i desideri che rivelano solo al pubblico, sono lo specchio della loro volgarità e, soprattutto, della loro scarsa coscienza di se stessi. Il marchingegno scatena avidità e violenza e aziona meccanismi di esilarante comicità. Innocente ma opportunista allo stesso tempo, Eliot funge da motore del’azione e anche da deus ex machina. E‘ lui che scopre e svela ai cittadini gli imbrogli del potere, ma lo scioglimento della commedia è amareggiato dall‘ emblematico monologo finale del sindaco che, nel suo delirio di onnipotenza, vuole essere tutto, il tiranno e i suoi congiurati, l'intera nazione e la sua stessa dannazione.

La partitura drammaturgica, caratterizzata da un linguaggio colloquiale che a tratti sfocia nell'assurdo, è sostenuta da un ritmo performativo impeccabile, grazie al talento dei singoli attori e alla coesione del gruppo. Sono otto in tutto, ma devono barcamenarsi tra tredici ruoli, con uomini impegnati in parti femminili e una donna nei panni di Eliot. Ciononostante i tempi sono sempre quelli giusti per dar rilievo all' alternanza di virate comiche e di riflessioni più drammatiche. Il registro recitativo rifugge da toni naturalistici e i personaggi sono come immobilizzati nei loro ruoli

al modo delle maschere della commedia dell'arte. Ci sono i buoni e i cattivi, ma la recitazione sospende il giudizio, mostrando i personaggi come vittime delle proprie fissazioni.

Il meccanismo funziona e trascina lo spettatore in un mondo fiabesco capace di mostrare, per dirla con Amleto, „lo specchio alla natura“. Lo fa con semplicità, inventiva e immediatezza, e, soprattutto, senza presunzioni innovative o sperimentali. Gli assi nella manica di Giampiero Rappa.

 

Scheda tecnica
La macchina dei desideri, di Giampiero Rappa. Scene: Barbara Bessi. Costumi : Anna Coluccia. Luci : Gianluca Cappelletti. Musiche originali : Arturo Annecchino. Assistente alla regia : Stefano Patti. Con : Silvia Ajelli, Cristina Cavalli, Fortunato Cerlino, Massimiliano Graziuso, Sergio Grossini, Francesco Guzzo, Mauro Pescio, Antonio Zavatteri.

Regia di Giampiero Rappa.
Produzione : Teatro Eliseo/ Gloriababbi Teatro.
Prima nazionale, 9 ottobre 2012 al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma.

 

 

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