Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4408371

Abbiamo 174 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


Spettacoli sulle scene e sugli schermi

"La madre" di Paolo Fallai manda in onda Camus

 

La messa in scena de La Madre di Paolo Fallai si prefigge di piegare il tragico alle regole della rappresentazione mediatica, trasferendo la vicenda delle due assassine seriali de Il malinteso di Camus in uno squallido studio televisivo. I fili principali della trama rimangono pressoché inalterati, ma personaggi, attori e pubblico vengono costretti ad un radicale mutamento di prospettiva, non privo di incongruenze e di forzature. La storia originale della Madre e di sua figlia Marta, che vivono segregate nella locanda dove uccidono gli sporadici avventori per saziare i loro sogni di fuga, viene inevitabilmente degradata. Non fosse altro perché a entrambe, viene negato il grande riscatto tragico del suicidio finale. Nel nuovo contesto, la Madre, colpevole di aver ucciso involontariamente anche il figlio, viene semplicemente arrestata e invitata ad esporre il suo caso davanti alle telecamere di una trasmissione dedicata alle menti criminali. Marta, invece, compare nel ruolo della spigliata conduttrice televisiva che a poco a poco riconosce la Madre nell'ospite assassina.

Non serve che gli spettatori vengono invitati dalla regia a fare silenzio prima di andare in onda, perché è veramente difficile fingersi telespettatori a teatro, soprattutto quando lo spettacolo si presenta da subito come un ibrido, che non riesce ad essere né meta-televisivo, né propriamente meta-teatrale. Quando Marta scambia due chiacchiere con un cameraman invisibile, lo fa con l'enfasi della cattiva attrice di teatro, e anche quando prova a scimmiottare le sue colleghe, risulta assai poco convincente. La Madre si rifiuta di rispondere alle domande preconfezionate del talk show e, mentre si sforza di ricostruire il suo passato, i numerosi teleschermi alle loro spalle trasmettono immagini in bianco e nero che le ritraggono insieme, in un altro luogo e in un altro tempo.


I primi piani di quei volti angosciati, oltre a fornire indizi sul mistero che gradualmente si dipana durante l'interrogatorio, dovrebbero, quantomeno, servire da commento alla “recita televisiva “ in atto. Ma la rappresentazione, nel suo insieme, non riesce a tenere distinti i due piani, impedendo così lo sviluppo di un confronto tra ciò che il personaggio è, e quello che vuole apparire sullo schermo. Paola Rinaldi interpreta la parte della Madre con straordinaria intensità e misura, dosando sapientemente i tempi delle pause e dei silenzi, e dando forma ad un dolore immenso e indicibile con sicuri gesti essenziali. Ma la sua presenza scenica appare incongrua in un contesto che vorrebbe appiattire i personaggi nella bidimensionalità televisiva. Non a caso, da un certo punto in poi, i due personaggi agiscono come se le telecamere non ci fossero, come se per aprirsi alle più intime confessioni avessero bisogno delle tavole impolverate di un palcoscenico, e di nient'altro. E' in questa fase di agnizione che scattano le recriminazioni, i rimpianti, i sensi di colpa. Qui, che l'ombra del figlio/fratello morto si incunea tra le sterili solitudini delle due donne, per separarle ulteriormente. La solita voce atona proveniente dalla cabina di regia le avverte che da tempo non sono più in onda, ma, questa volta, non ce ne era davvero bisogno. Il teatro non ha sopportato la finzione mediatica, ma la tragedia è stata banalizzata lo stesso.

 

Scheda tecnica

La Madre di Paolo Fallai, liberamente tratto Il Malinteso di Albert Camus.
Con Paola Rinaldi e Vittoria Faro. Regia di Alessandro Berdini.
Scene. Lorenzo Ciccarelli. Costumi : Ilaria Carannante. Luci : Danilo Facco. Progetto audiovisivo : Mario Marra.

Al Teatro Vascello di Roma dal 19 al 29 gennaio 2012.

 

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie