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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Il ritorno, di Sergio Pierattini e Veronica Cruciani

Il debutto romano de Il ritorno di Sergio Pierattini porta una boccata di ossigeno agli amanti del buon teatro capitolini, sempre più frustrati da un'offerta culturale che mira più all’incasso che non alla qualità. Premio della Critica come Miglior Testo Italiano stagione 2007-2008 e finalista Premio Ubu come migliore novità italiana, il testo si nutre della straordinaria regia di Veronica Cruciani che ha anche curato il progetto di ricerca sul mondo del lavoro nel bergamasco dal quale lo spettacolo è scaturito. La partitura testuale risuona degli echi del parlato semplice e diretto della gente comune e operosa della provincia lombarda e sintetizza trasformazioni e problematiche sociali complesse. La regia e la scrittura drammaturgica vanno di pari passo e scolpiscono con forza e verità una tragedia familiare che pur essendo calata nel sociale, riesce a scavare nel profondo dell'animo umano. Ne risultano personaggi non proprio modellati a tutto tondo, ma incastonati in una sorta di bassorilievo vivente che ne definisce i rapporti e i drammi personali.

La scena essenziale e disadorna (due pareti ad angolo e una panchina a vista per i fuori scena) evoca l'interno anonimo di un appartamento periferico. I riflessi cupi, quasi nebbiosi, prodotti dalle luci, la gestualità trattenuta, al limite dell'immobilità, degli attori, danno forma alla paralisi quasi joyciana che imprigiona una famiglia nell'ambiente deprivato, retrivo e xenofobo in cui vive.

Non c'è un protagonista e nemmeno una trama perché tutto è già avvenuto all'inizio del dramma, quando una figlia sui trent'anni fa ritorno nella vecchia casa dei genitori, dopo aver scontato la pena per l'uccisione del marito, un ex-dipendente marocchino della piccola azienda del padre. Il suo arrivo rimette in moto antiche dinamiche familiari e disinnesca l'ordigno dei rimpianti, dei rancori, dei sensi di colpa e delle frustrazioni che ognuno a suo modo ha tentato di tenere a bada, immergendosi nella mediocrità del quotidiano. Il padre , un ex operaio comunista che poi si è messo in proprio, è rinchiuso nel suo autismo bizzarro abitato dai fantasmi del passato; la madre, incapace di amare se stessa e gli altri, rimugina sulle cause del delitto e sulle responsabilità della famiglia; il fratello è soggiogato dalla vita, ma tira avanti al riparo del lavoro, dividendosi tra l'azienda paterna e il negozio della moglie. I dialoghi sono scarni e frammentari e portano gradualmente in superficie il vissuto personale di ognuno e la complessa rete delle dinamiche interpersonali. Le frasi semplici e reiterate nella cadenza locale, faticano a uscire di bocca, oppure, come nel caso della madre, esplodono dalla gola sotto forma di accuse e di recriminazioni. L'impressione che si riceve è che i personaggi non siano in grado di dar forma ai propri stati d'animo e ai propri pensieri attraverso la parola. Al dramma dell'incomunicabilità, qui si aggiunge infatti, quello dell'incapacità dei personaggi di rielaborare il dolore attraverso il linguaggio e questo li ritrae in modo ancor più efficace come vittime della paralisi culturale in cui ristagnano.

In poco più di sessanta minuti di spettacolo si consuma il loro dramma grottesco e lacerante, attraverso una serie di scene di confronto che non li porta da nessuna parte. Non c'è soluzione finale, né catarsi, forse l'ipotesi di una riconciliazione tra fratello e sorella che tuttavia non apre alla speranza. Il ritmo è teso e serrato nonostante le pause e i silenzi ed è sostenuto da una perfetta intesa tra gli attori, tutti di primissimo livello. Milvia Marigliano è una madre ingombrante, divisa tra il suo fallimento personale e la volontà caparbia di controllare i destini dei suoi famigliari. Arianna Scommegna, nei panni della figlia, si conferma tra le più talentuose e profonde attrici della sua generazione. E' un fascio di nervi imploso, una straniera tra i suoi congiunti e forse a se stessa. Il suo sguardo smarrito è un punto interrogativo sofferto e vibrante sugli altri e sul suo stesso delitto, al quale accenna in modo obliquo, incapace come è di nominarlo e quindi di spiegarlo a se stessa. Renato Sarti è supremo nel dar voce e corpo ad un alieno in seno alla famiglia e Alex Cendron lascia indovinare il suo senso di inferiorità nei confronti della sorella e il suo ingenuo attaccamento ai valori di una volta con pochi ma sicuri gesti. La tragedia è urgente e tangibile e lo spettacolo, sebbene fatto con pochi mezzi, sa raccontare in modo ellittico l'Italia di oggi in modo molto più incisivo di tanto cinema che si pone lo stesso obiettivo.

 

Scheda tecnica

IL RITORNO. Testo di Sergio Pierattini. Scene e costumi: Barbara Bessi. Disegno luci: Gianni Staropoli. Musiche: Paolo Coletta. Con Milvia Marigliano, Renato Sarti, Arianna Scommegna e Alex Cendron. Progetto e regia: Veronica Cruciani.
Al Piccolo Teatro Eliseo dal 6 al 18 dicembre 2011.Prossime repliche: 20-21 dicembre 2011, Teatro Santa Chiara, CTB, Brescia.

 


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