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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

Blackbird di David Harrower


A
rdua prova d'attore, quella sostenuta da Massimo Popolizio e Anna Della Rosa nella versione di Blackbird di David Harrower curata da Lluis Pasqual. Si tratta di un atto unico di rara crudezza, una spietata scena di confronto tra un pedofilo e la sua vittima nello squallido sottoscala di un capannone industriale, a quindici anni di distanza dalla fuga d'amore illecita che ha devastato le loro vite. Ray ha ormai quasi sessantanni e a stento si è ricostruito una vita dopo aver scontato la pena per aver abusato di Una, la figlia dodicenne di un vicino di casa, che ora che è riuscita a scovarlo, lo costringe ad una feroce resa dei conti. La regia di Pasqual punta tutto sulla parola e sull'interpretazione degli attori che si trovano impegnati in un vero e proprio match fisico e psicologico, in cui è sempre difficile stabilire chi sia la vittima e chi il carnefice. La scena è semplice e riproduce uno spazio sudicio e male illuminato. Una scala che conduce ad un ballatoio superiore costituisce l'unica via di fuga verso il “fuori” della normalità, significativamente posto in superficie. Là sotto nel ventre di una città anonima, tra cumuli di immondizia e pochi arredi in formica, i due protagonisti sembrano due animali in trappola e il dialogo tagliente e doloroso esige da loro una gestualità brusca, persino violenta.

Il perfetto meccanismo del testo rivela molto gradualmente i tasselli del loro passato e indaga sulle motivazioni dei loro comportamenti senza mai fornire risposte univoche. Sebbene tragga spunto da un fatto di cronaca, il testo reca i segni di un classico per la sua profondissima operazione di scavo nei più intimi recessi dell'animo umano. Il linguaggio diretto, monosillabico (soprattutto, ovviamente, nell'originale) e privo di punteggiatura non può dire tutto quello che i personaggi hanno dentro. Di tanto in tanto, il flusso di parole si interrompe all'improvviso con il sopraggiungere di un retro pensiero che spesso rimane inespresso e le frasi nervose e oblique sono cariche di sottintesi.

Come nel grande teatro greco, l'indiscusso seguace di Harold Pinter affronta il tema della colpa e del tabù sociale inscenando il conflitto tra legge di Stato e legge del cuore. Non accusa e non discolpa, ma tenta di mettere a fuoco le lacerazioni degli incriminati. Ray ha saldato il suo conto con la giustizia, ma ha dovuto cambiare nome (Peter) e identità per sopravvivere. Una non sembra aver trovato un posto nella società, ma soprattutto, non è riuscita ancora a dare un nome a ciò che le è accaduto. Non cerca la vendetta, ma un confronto con se stessa. Il dialogo corre inevitabilmente sul filo dell'ambiguità e gli interrogativi che ne scaturiscono sono davvero scottanti. Qual'è il confine che separa l'abuso sessuale dall'amore ? Si può parlare di abuso se il minore è consenziente ? Harrower non si pronuncia in merito, ma rappresenta la vicenda in tutta la sua complessità e con tale verità da rimettere in discussione tutte le nostre certezze.

La traduzione di Alessandra Serra inevitabilmente tradisce in parte l'originale, riscaldando il gelido distacco del testo inglese con un po' di enfasi e di pathos mediterranei. L'interpretazione ne risente, ma la forza d'impatto del dialogo rimane intatta. Popolizio scava nel personaggio con acume, lasciandone emergere le contraddizioni, e portando in superficie l'infinità gamma dei suoi stati d'animo. Un po' stempiato e imbolsito, con indosso abiti modesti, fa convivere in ogni suo gesto il terrore e il desiderio che prova nei confronti di quella strana bambina cresciuta, verso la quale assume atteggiamenti perfino paternalistici. Sulle prime vorrebbe sottrarsi all'incontro, poi si lascia catturare da Una che lo mette a nudo senza rivelare mai troppo di se stessa.Pur non discolpandosi mai, lui cerca delle attenuanti ricordando i teneri messaggi in codice della loro assurda complicità. Il racconto della loro fuga d'amore in un hotel a Tynemouth, dell'arresto di lui, delle reazioni dei familiari di lei è terribilmente realistico ma nel ricordo i fatti si caricano di nuovi significati. Anna Della Rosa sostiene la parte con energia anche se a volte tende a semplificare il suo personaggio. La rabbia, il rancore e l'attrazione fisica nei confronti di Ray/Peter sono forse troppo espliciti e il passaggio dalla ragazzina innocente alla donna irrisolta non sempre viene messo a fuoco. Al contrario, Popolizio definisce a tutto tondo la doppia identità del suo personaggio, e il Ray di allora e il Peter di ora appaiono spesso in doloroso conflitto.

Lo spettacolo tuttavia fluisce a ritmo serrato e senza incertezze. Il rapporto tra i due assume sempre nuove forme e costringe a continui spostamenti del punto di vista da parte di chi li osserva. Il loro amore anomalo a volte si tinge persino di sfumature sentimentali, ma la comparsa finale di un'altra ragazzina, forse la figlia della nuova compagna di Ray, fa scattare atroci dubbi.

 

Scheda tecnica

BLACKBIRD, di David Harrower. Traduzione di Alessandra Serra. Scene: Paco Azorìn. Costumi : Chiara Donato. Luci: Claudio De Pace. Con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa e con Silvia Altrui. Regia di Lluis Pasqual.

Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d'Europa.

Al Teatro India di Roma dal 30 novembre al 18 dicembre 2011.

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