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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

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Spettacoli sulle scene e sugli schermi

"Prima di andar via" inaugura la stagione dell’Argot


Ormai non capita più tanto spesso allo spettatore teatrale di condividere l’esperienza dei personaggi. o di provarne le emozioni e i turbamenti. Quando l’incredulità si allenta e si viene trascinati dentro lo spettacolo, il miracolo della comunicazione teatrale può dirsi compiuto, indipendentemente dallo spessore drammatico del testo. Questo è quanto è accaduto nella piccola sala del Teatro Argot di Roma dove è in scena Prima di andar via di Filippo Gili per la regia di Francesco Frangipane.

L’autore, forse più noto al pubblico per le sue regie cinematografiche, compare in scena nei panni di Francesco, il giovane vedovo che durante una cena di famiglia come tante annuncia all’improvviso la sua decisione di suicidarsi. L’incipit della pièce, con il desco familiare posto al centro della scena e il pubblico a stretto contatto sistemato su due lati, ha l’andamento fluido del teatro di conversazione, con le chiacchiere casuali e futili tra i membri di una famiglia assolutamente normale. Padre e madre (Giorgio Colangeli e Michela Martini) sono da poco rientrati da una vacanza in Australia e tentano di raccontarla ai tre figli (oltre a Gili, Vanessa Scalera e Silvia Siravo), interrotti da battute casuali e da continue deviazioni su altri argomenti altrettanto banali. L’apparente naturalezza è ottenuta da una sapiente orchestrazione dei dialoghi che si articolano su pause e silenzi per poi accavallarsi in un concerto di voci perfettamente diretto. Non sembra proprio che gli attori stiano recitando e la tensione cresce tra gli spettatori perché i tempi delle battute e i gesti apparentemente casuali sono presaghi di una catastrofe incombente. Che giunge quasi inaspettatamente con quel “ io domani non sarò più vivo” con il quale Francesco annuncia la sua volontà di porre fine alla sua esistenza.

Il timbro rivela l’improrogabilità del gesto e tutto quello che segue, le diverse reazioni dei familiari e i loro inutili tentativi di dissuasione, raccontano l’impotenza umana di fronte all’inesorabilità della morte. La regia cambia registro : il tavolo scompare e l’area scenica diviene un ring dove a turno ciascuno si avvicina o si allontana da chi non vuole imparare a “ digerire la vita”. I personaggi vengono raggruppati a coppie e decentrati nelle zone laterali della scena dove alcuni elementi di arredo suggeriscono altre stanze della casa. Nell’oscurità, i gruppi vengono illuminati a turno per tratteggiare le diverse dinamiche relazionali in una diffusa atmosfera di dilatazione temporale.

Difficile dire dove sia il prima e dove il poi, perché ad un certo punto le lancette dell’orologio, per così dire, si fermano e lasciano emergere il tempo tutto interiore del ricordo e dell’attesa. I ricordi dell’infanzia riaffiorano con il carico del terrore della separazione da chi si ama, soprattutto quello di Marta che quando la madre dormiva spiava il suo respiro per accertarsi che fosse viva. Ma poi ci sono i gesti di rabbia improvvisi e gli sfoghi emotivi che si alternano agli sforzi di tenere a bada il dolore con una ritmica che lascia con il fiato sospeso. Sebbene ingenuo, il testo è prosciugato da qualsiasi nota di sentimentalismo e racconta con distacco l’ inesorabilità dei destino dei personaggi che tuttavia acquistano un certo spessore tragico grazie all’intensità interpretativa degli attori e ad una regia che sa far vibrare la loro estrema solitudine nel dolore.

 

Scheda tecnica

Prima di andare via, di Filippo Gili. Scenografia : Francesco Ghisu. Luci : Javier Delle Monache. Costumi : Bianca Gervasio. Musiche originali : Roberto Angelini.

Con : Giorgio Colangeli, Filippo Gili, Michela Martini, Vanessa Scalera, Silvia Siravo e con l’amichevole partecipazione di Rossana Mortara. 
Regia di Francesco Frangipane.

In scena al Teatro Argot di Roma fino al 23 ottobre 2011.

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