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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne Jones e l'Italia

Fig. 1

 

Nel quadro voglio rappresentare il sogno di un mondo che non è mai esistito e mai esisterà – nella luce più splendente che si sia mai vista – una terra che nessuno può conoscere o ricordare, solo desiderare.”
Edward Burne-Jones

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ospita, ad un anno dalla mostra analoga organizzata dal MAR di Ravenna, una collezione di 100 opere preraffaellite provenienti, in gran parte, da collezioni private.

Partendo dalle opere dei “primitivi” di metà Cinquecento che furono fonte di massima ispirazione per la Confraternita, si passa ai lavori di William Turner e John Ruskin, profondamente influenzati dall’Italia e dal suo paesaggio.

A distanza di 25 anni dalla monografica dedicata a Burne-Jones, la GNAM espone molte opere per la prima volta in Italia, senza voler essere una semplice carrellata di opere provenienti dai musei britannici, bensì come un vero e proprio ponte tra le opere della Confraternita e maestri quali: Giotto, Carpaccio, Botticelli e Tintoretto per dare una nuova lettura critica del movimento in toto.

Da un lato, l’interessantissima sezione dedicata al nucleo di dipinti di quegli artisti italiani che – accostatisi al simbolismo – hanno poi saputo trovare una strada del tutto personale, quali: Sartorio, De Carolis e Previati; dall’altro tele celeberrime che racchiudono il vero e proprio credo della Confraternita.

Partendo da “Venus Verticordia” (1864-68). William Michael Rossetti narra che il fratello Dante Gabriel incontrò una cuoca per le strade di Londra di cui si infatuò a tal punto da chiederle di posare per la tela. Il titolo dell’opera evoca la peculiare qualità di Venere di “invertire” il cuore delle donne alla virtù ed alla castità. Tuttavia, Rossetti indulge soprattutto sulle qualità sessuali della donna stessa, dipingendola a seno nudo ed attorniandola di elementi simbolici. Il tema dell’influenza dell’avvenenza femminile è accentuato dal raffigurare la dea mentre regge il pomo della discordia datole da Paride. Lo studio ossessivo degli elementi floreali, segna l’inizio della seconda parte della carriera rossettiana, ormai sempre più votato all’arte simbolica ispiratagli dai maestri francesi e belga.

Fig. 2Accanto agli studi preparatori di opere quali: “La Pia” e “Lady Lilith”, spicca – altresì – “Sancta Lilias” (1874), la composizione è incorniciata come una pala d’altare profana, la storia è quella di una fanciulla che piange l’amante morto ed è tratta da una lirica di Rossetti stesso. L’ispirazione tratta da: “La Vita Nuova” di Dante è forte, così come il rimando al suicidio della giovane moglie di cui si ritiene responsabile. Il fondo dorato e bizantino è unico nel suo genere nella produzione dell’artista.

La sezione dedicata a di Burne Jones, invece, parte dalla decisione di un breve esilio volontario in Italia dove ebbe modo di studiare le tecniche dei maestri rinascimentali, aggiungendo elementi più “morbidi” alla sua pennellata simbolista. Le figure diventano esitanti, pensose e vagamente effeminate: una rivisitazione vittoriana della classicità.

Il viaggio in Italia lo riconcilia col preraffaellita Spencer Stanhope (ormai definitivamente trasferitosi a Firenze) e Fairfax Murray a Siena; di ritorno in patria completa grandi capolavori quali: “Amore tra le Rovine”, “Laus Veneris” e “Perseus” (presente in mostra) nei quali è ormai pienamente raggiunta la maturità dello stile puramente preraffaellita abitato da figure totalmente rinascimentali.

Prima della visita, pare opportuno tracciare le coordinate fondamentali dei cinque anni che segnarono una svolta fondamentale nell’arte britannica del XIX secolo.

Fig. 3Nel 1848 sette artisti si uniscono per contrastare il forte accademismo e la progressiva banalizzazione della pittura vittoriana che vede in Raffaello il punto massimo dell’arte rinascimentale, impossibile da superare. Il loro stile pittorico, all’apparenza antico, in realtà sposa nuove forme d’arte, tra cui la fotografia. L’intento è quello di mirare all’anima di chi ha tradito la verità per la bellezza, processo simile a quello intrapreso da William Blake in epoca pre-romantica con le sue opere visionarie.

Se Raffaello disprezza la semplicità della verità, questi pittori ne vanno alla ricerca e trovano nel medioevo la loro fonte di massima ispirazione.

Partendo da questo presupposto, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt, John Everett Millais, Thomas Woolner, James Collinson, Frederick George Stephens e William Michael Rossetti; ritengono indispensabile seguire regole precise che li costringano a tornare alla bellezza ed alla luminosità del colore primitivo.

Nasce così la Confraternita Preraffaellita (The Pre-Raphaelite Brotherhood) che si prefigge come regole fondamentali:

  1. Avere idee genuine.

  2. Studiare attentamente la natura.

  3. Simpatizzare con tutto ciò che è diretto, naturale e sentito nell’arte; a discapito di ciò che è convenzionale e ricercato.

La confraternita trova in Dante Gabriel Rossetti il proprio epicentro e nella sua ossessione per l’omonimo poeta (ereditata dal padre italiano, insegnante di letteratura a Lontra) e l’amata Beatrice, un’icona che incorpora tutta la tradizione medievale, poiché pregna di significati simbolico-letterari.

Allontanatosi immediatamente dalla Royal Academy - che accusa di indifferenza e poca passione - scrive una lettera colma di ammirazione per le sue opere al pittore di ispirazione nazarena, Ford Madox Brown (illustratore esemplare della vita sociale vittoriana. Si ricordi l’ovale: “Addio all’Inghilterra”), il quale lo accetta di buon grado come suo allievo.

Il sodalizio è di breve durata e di lì a poco nascerà l’amicizia con William Holman Hunt che più di tutti saprà tenere fede ai principi fondamentali della confraternita.

In concomitanza ha inizio la collaborazione con il pittore destinato a diventare il più famoso dei preraffaelliti, nonché il responsabile morale della rottura del gruppo di lì a cinque anni: John Everett Millais.

Da questo momento in avanti si decide di firmare tutte le tele con l’acronimo: PRB. Uno dei primi quadri a portare questa sigla è “Ecce Ancilla Domini” di Rossetti, che suscita aspre critiche a causa dell’espressione della Vergine Maria (per la quale ha posato la sorella Christina) troppo dimessa e umana e dell’uso esasperato del bianco, che ne mettono profondamente in dubbio l’abilità tecnica.

Nel 1849 Elizabeth Sidda l, una modista, posa per “La Dodicesima Notte” di Walter Dervell. La sofferenza dei suoi occhi e l’aria perennemente emaciata incantano Dante Gabriel Rossetti al primo sguardo, dando vita ad una storia sentimentale ed artistica destinata a sopravvivere anche dopo la morte di entrambi.

Il volto di Elizabeth è quello di quasi tutti i dipinti della prima parte della carriera di Rossetti che la identifica completamente con l’amore ultraterreno del sommo poeta per Beatrice; proprio in quegli anni lavora alla traduzione inglese della “Vita Nuova” e prosegue nel redigere le sue poesie.

Fig. 4Singolare l’aneddoto che vede la Siddal posare per uno dei dipinti più famosi di metà ‘800, quello dell’ “Ophelia” di Millais, il quale la fa rimanere un mese immersa in una vasca da bagno riscaldata da lampade, causandole gravi problemi polmonari.

Quasi dieci anni dopo averla conosciuta, Rossetti accetta di sposarla nel 1860.

L’unione subisce un duro colpo due anni dopo, quando Elizabeth da alla luce una figlia nata morta, compromettendo la propria salute psico-fisica per sempre, fino alla tragedia finale che la vede assumere una dose letale di laudano. Il senso di colpa perseguiterà Rossetti per sempre e gli farà prendere la decisione di seppellire tutte le poesie scritte fino ad allora nella tomba di lei, e di dipinge un ritratto postumo - dal titolo “Beata Beatrix” - come segno perenne del suo amore.

Da questo momento non espone più in pubblico e vende quasi esclusivamente a collezionisti.

Gli ultimi anni ’50 segnano anche la fine del matrimonio di John Ruskin e la moglie Effie che più tardi convolerà a seconde nozze con Millais. John Ruskin – oltre ad una carriera di acquerellista di tutto rispetto – è da considerarsi come l’artefice del successo della confraternita; sua è infatti la lettera al Times in cui tesse le loro lodi facendo sì che la critica riveda la propria posizione.

La vita di John Millais prende una direzione diametralmente opposta a quella di Rossetti, la popolarità dei suoi dipinti è immensa e gli consente di diventare un Associato della Royal Academy; nel 1896 ne diventa presidente e incoraggia l’apertura della National Portrait Galley e della Tate Gallery, allontanandosi definitivamente dal gruppo.

Gli anni ’70 sono quelli “dell’arte per l’arte”, di una pittura più estetica e simbolista che può inizialmente far pensare alle miriadi di elementi decorativi che troviamo nelle femmes fatales di Klimt; in realtà il mondo simbolico – soprattutto nelle tele di Rossetti - è un rifugio che lo sta lentamente avvolgendo e che richiederebbe di annientarlo se non sopraggiungesse Jane Burden, futura moglie di William Morris, l’unico preraffaellita che troverà il proprio spazio nelle arti applicate. Amore platonico ed intensissimo che durerà tutta la vita e che darà il volto ai ritratti vittoriani più noti.

Astarte Syriaca”, “La Pia de’ Tolomei”, “La Donna della Finestra”; in tutti ritroviamo Jane, una donna che lettere e testi di fine secolo ci rimandano come fra le più belle dell’epoca.

Fig. 5Il secondo periodo rossettiano, pur rimanendo fedele all’uso del colore, è lontano dai concetti di verità e purezza iniziali, con donne dalle lunghissime chiome, dall’aria lontana e dominatrice, dalla sensualità complessa. Dante Gabriel torna altresì alla poesia con la raccolta intitolata: “Nuptial Sleep”, accortosi che i testi essenziali sono quelli che giacciono con Elizabeth Siddal, ne fa riesumare il corpo e lascia di questo momento una descrizione romantica che vede la moglie – a suo dire – ancora intatta con i capelli di una lucentezza inalterata.

Siamo giunti all’inizio degli anni ’80, e il 9 aprile 1882 gran parte dello spirito preraffaellita muore insieme a Dante Gabriel Rossetti.

Concludiamo passando ai seguaci della confraternita, di cui si ha traccia fino agli anni ’20 del ‘900 con gli esperimenti riusciti di pittura di paesaggio con “Il Gregge Smarrito” di Hunt fra tutti, in cui ogni particolare visibile alla luce del sole viene fissato sulla tela. Passando per i capolavori tardo-romantici di Arthur Hughes, dove il paesaggio accentua o cela elementi determinanti del dipinto, come in “Amore d’Aprile”.

Ma il personaggio più rappresentativo è senza dubbio Edward Burne-Jones; da considerarsi come il più importante artista britannico a cavallo tra ‘800 e ‘900. Se l’amore per il medioevo condiviso con Morris è la componente fondamentale che lo porta a dipingere “Il Ciclo di Perseo” e “La Serie della Rosa Selvatica”; Burne-Jones è il primo preraffaellita a rimanere colpito dai maestri rinascimentali, elemento classico che risulta evidente nella raffigurazione dei corpi. Così come non possiamo definire totalmente preraffelliti nemmeno i lavori di John William Waterhouse, Lawrence Alma-Tadema e Frederick Leighton poiché già orientati verso uno stile più classico.

Dopo aver visitato la mostra, si consiglia un altro capolavoro preraffaellita presente a Roma: il mosaico di Edward Burne-Jones all’interno della chiesa anglicana: St Paul’s within the walls. Lo spettacolo è stupefacente e, stranamente, quasi mai menzionato dalle guide turistiche.

 

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Dante Gabriel Rossetti, Sancta Lilias, 1874. Olio su tela, cm 48,3X45,7 © Tate, Londra

Fig. 2, Dante Gabriel Rossetti, Venus Verticordia, 1864-1868. Olio su tela, cm 83X70 The Russell-Cotes Art Gallery and Museum, Bournemouth

Fig. 3, Dante Gabriel Rossetti, Pia de’ Tolomei, 1868. Gessi colorati su carta, cm 71,1X80,8 Collezione privata c/o Christies

Fig. 4, Edward Burne Jones, Pan e Psiche, 1872-74. Olio su tela, cm 61X54,6 Collezione privata c/o Christies

Fig. 5, Giulio Aristide Sartorio, Madonna degli Angeli (Magnificat), 1895. Olio su tela, diametro cm 123 Collezione privata

 

Scheda tecnica

Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana.Galleria Nazionale d’Arte Moderna Roma. Biglietti: Intero 10 euro, ridotto 8 euro. Orari: martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45) - Chiusura il lunedì.

Informazioni:

tel. +39 06 32298221

www.gnam.beniculturali.it

Catalogo Electa

Bibliografia:

The Arte of the Pre-Raphaelites, di Elizabeth Prettejohn, Tate Publishing

Dante Gabriel Rossetti, Elizabeth Prettejohn, Thames & Hudson

Edward Burne-Jones, di Christopher Woods, Weidenfeld & Nicolson

Sitografia:

http://www.victorianweb.org/

http://www.rossettiarchive.org/

http://www.centrorossetti.eu/

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