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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

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All the World's Future

 

 

La 56. Esposizione Internazionale d’arte diretta da Okwui Enwezor e presieduta da Paolo Baratta, vede quest'anno la partecipazione di ben ottantanove nazioni, dislocate tra la sede storica dei Padiglioni ai Giardini, la zona dell’Arsenale e lo stesso centro storico di Venezia. Sono ben cinque i Paesi che prendono parte per la prima volta alla Biennale (Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles) e tre quelli che, dopo una lunga assenza, rinnovano la loro presenza e partecipazione (Ecuador, Filippine, Guatemala).

Nonostante la frammentarietà di localizzazione, la mostra si articola idealmente attraverso un medesimo percorso espositivo che partendo dal Padiglione centrale dei Giardini, simbolo dello stesso evento Biennale, si disloca prima negli altri padiglioni nazionali, arrivando poi all’Arsenale e concludendosi nelle differenti sedi veneziane. Il percorso annovera la presenza di centotrentasei artisti, dei quali ottantanove chiamati ad esporre qui per la prima volta, per un totale di centocinquantanove nuove produzioni artistiche create per l’occasione e ivi presentate.

All the world’s Futures vuole essere una riflessione artistica, ma non solo, sul mondo contemporaneo. Ciò accade attraverso una rilettura storicizzata del passato che non coinvolge ed interessa solamente la Biennale e tutto ciò che vi ruota attorno fin dalla sua prima messa in scena (1895), ma l’intero contesto sociale, economico, politico che ci ha circondati e ci circonda.

Il mondo attuale, come già accaduto nel 1914, ci appare attraversato da forti fratture e lacerazioni produttrici di ansia e di caos.

Tale destabilizzazione economica, alla quale sono succedute prima una destabilizzazione politica ed infine una umana, ha stravolto la stessa essenza dell’essere umano, il suo modo di vivere e di sentire. Da ciò parte una riflessione dell’arte e dei fenomeni esterni che la riguardano e la attraversano irrimediabilmente, cambiandone definitivamente il corso.

La 56. Esposizione Internazionale d’arte riporta in auge un concetto ormai dimenticato: la sensibilità. La tecnologia, il minimalismo, il clima asettico, ci hanno portato a preferire di essere insensibili piuttosto che individui emotivi, a ricercare l’insensibilità equilibrata piuttosto che l’emotività instabile. Ciò ha prodotto la perdita dell’uomo, della sua componente più vera, preferendo ad essa il dato materiale discusso e descritto da Marx, il Capitale.  
La parola “capitale” che invade i nostri giornali ha dato un valore pecuniario anche all’uomo, facendolo divenire “capitale umano”; la scelta di permettere all’economia di insinuarsi e radicalizzarsi in ogni ambito della nostra esistenza, il far girare l’intera vita attraverso il concetto, in realtà effimero, di denaro porta, a volte, al dissolvimento della stessa arte, che non sempre è disposta a piegarsi al mercato.

Se le scelte espositive, vanno verso una strada, infatti, la Biennale decide di andare da tutt’altra parte aprendo a nuovi Paesi e ricercando quelli che erano stati persi, cercando di allontanarsi in un certo da modo da certe leggi di mercato dettate più dalla moda che dal reale benessere e dall’effettivo beneficio.

In un mondo diviso, dove nessuno ha più modo di trovare una mano amica, in un mondo senza equilibrio, pieno di sospetto, l’arte vuole creare, attraverso diverse stratificazioni e letture di “futuri”, un percorso unico rivolto al domani. La molteplicità di visioni che crea, come in un mosaico, un’immagine complessiva è l’obiettivo dell’esposizione che fa della sua dislocazione un punto di forza e non di debolezza. Sono gli sguardi diversi a permettere di vedere un nuovo cammino unitario da percorrere insieme, con una salda presa di coscienza che ciò che sta accadendo, è già accaduto, che esiste un modo per uscire dal caos e dal dolore, basta cercarlo, basta non aver paura di provarci.

Affrontare la dislocazione per vedere il disegno di insieme, ammirare tutti i differenti futuri per rendersi conto della necessità di un solo futuro. L’arte permette ciò, la Biennale d’Arte quest’anno vuole questo: combattere i frammenti con i frammenti; trattare i differenti codici per creare una sorta di esperanto culturale; parlare di visioni quando le visioni non ci sono; parlare di futuro e di futuri quando questa parola sembra ormai scomparsa da vocabolario.

 

Didascalie delle immagini

Le fotografie sono di  Alessandra Chemollo, Andrea Avezzù, Stefano Marchiante. Courtesy: la Biennale di Venezia

 

Scheda tecnica

All the world’s futures, 56. Esposizione Internazionale d’Arte, fino al 22 novembre 2015, Giardini ed Arsenale, Venezia.  Orario: 10.00 -18.00. Chiuso il lunedì.  Biglietto: 25 euro. Ridotto 22.

 

 

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