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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Lo sguardo di Miroslav Kraljevic

Fig. 1

 

L’arte, a tutt’oggi, è, forse l’unico tangibile esempio di dialogo cosmopolita; un cosmopolitismo da intendersi a livello geografico e intellettuale, ma anche temporale. In questa direzione di dialogo continuo e fertile, nel passato come nel presente, va ad inserirsi la mostra dedicata a , pittore croato del modernismo. L’esposizione, che occupa una parte del piano nobile di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, diventa un’occasione per festeggiare, anche in maniera nuova e culturalmente stimolante, il primo anniversario dell’entrata della Repubblica di Croazia nell’Unione Europea.

Nelle chiare, bianche e luminose, quasi asettiche sale del museo, frutto di un restyling che ha notevolmente svecchiato la sede espositiva proiettandola in una dimensione più europea, emergono i dipinti dell’artista croato, trovano vigore e ci permettono di conoscere quel flaneurismo tanto ricercato dagli artisti del XX secolo.

Kraljevič in soli due anni dipinse il suo primo ed il suo ultimo capolavoro: due autoritratti che dimostrano l’incredibile evoluzione artistica dello stesso, morto prematuramente all’età di ventisette anni a causa di una grave forma di tisi.

La ridotta produzione di Kraljevič viene compensata dall’importante contributo dato dall’artista all’arte moderna croata; arte che ha potuto, grazie a lui, entrare in contatto con le ferventi realtà artistiche di Vienna e Monaco prima e di Parigi poi, introducendo a Zagabria parte di quel bagaglio avanguardistico che l’artista portava con sé, a seguito della sua formazione. Fig. 2

L’analisi delle venti opere in mostra, numero apparentemente esiguo ma che, in questo specifico caso, risulta più che sufficiente, consente di carpire la poetica e la crescita stilistica e personale dell’artista.

Il visitatore potrà notare come nei primi ritratti, impostati accademicamente sulla monocromia generata dal nero-grigio-bianco, fra tutti il celebre Autoritratto con il cane (Fig. 1),emergano un attento esame di se stesso e il tentativo di mostrare l’interiorità del personaggio (ricerca che in linea di principio si lega all’espressionismo, che trova nei Paesi tedeschi fertile terreno di sviluppo), con un linguaggio estremamente formale. Kraljevič osserva la posizione dell’uomo nella società, come esso appare o debba apparire, non con l’aggressività lineare tipica delle avanguardie tedesche, ma tramite una personale modulazione del fermento culturale dell’epoca, interpretato secondo un segno unico e inimitabile.

Nelle opere risalenti al periodo parigino (1911-1912), come Nella taverna (Vive la joie) o In una caffetteria (sul retro Corteggiamento)(Fig. 2), si nota l’attenzione all’aspetto sociale, urbano, cosmopolita, ma anche al dandismo, tutti aspetti in qualche modo avvertibili anche nella produzione di Manet, degli impressionisti, di Toulouse Lautrec.

Ecco allora che al periodo parigino risalgono scene di teatri, salotti, elementi che inseriscono a tutti gli effetti Kraljevič nel modernismo, inteso anche come tentativo di vivere la vita con intensità, di fondere, ove e se possibile, arte e vita donando vita all’arte e arte alla vita. I bozzetti, i disegni, gli schizzi fugaci dell’artista durante la sua permanenza francese, diventano pagine di un diario pittorico che immortala momenti fuggevoli ma reali, testimonianze dello spirito del tempo, secondo le medesime modalità che permettono a Kirchner di descrivere Berlino: senza paure, spontaneamente, nel bene e nel male.Fig. 3

Anche in queste immagini fugaci, alle quali si intervallano dei ritratti, come dimostra Bonivant (Ritratto di Arsen Masovčič), troviamo da un lato il flaneurismo, dall’altro il tentativo di penetrare l’anima del personaggio, che arriva ad altissimi livelli negli autoritratti.

Stupiscono, infine, le ultime opere, Golgota e Autoritratto, del 1912 (Fig. 3); nella prima troviamo come il tema centrale dell’opera, la crocefissione con tre croci, sia relegata sullo sfondo, mostrando, invece in primo piano, dei personaggi deformati ma solidi nei volumi, che sembrano collegati da un lato a Cézanne, dall’altro al gusto per il primitivismo che circolava in quegli anni. Nella seconda opera, dove l’artista si ritrae malato ed affaticato a causa della malattia che lo sta spegnendo, troviamo una visione che sembra avvicinarsi per drammaticità più alla raffigurazione dell’Ecce Homo che al ritratto di un ventisettenne; la pennellata pastosa delinea le forme per masse cromatiche, senza tuttavia rivelarne i particolari, insignificanti ai fini dell’opera che ha l’intento di svelare le pene spirituali e fisiche dell’artista.

Kraljevič dimostra il suo saper vivere la vita in tutti suoi aspetti, cogliendone la mutevolezza, la gioia e il successivo dolore, la forza e il decadimento rendendo la sua stessa vita arte, immortalando lo spirito non solo del tempo, ma - cosa forse ancora più affascinante - del suo tempo privato, del suo personale vivere.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Autoritratto con cane, 1910. Olio su tela, 111,7x85,7 cm. Zagabria, Moderna Galerija.
Fig. 2,
In una caffetteria (sul retro Corteggiamento), 1912. Acquarello, china su carta; 33x25 cm. Zagabria, Moderna Galerija.
Fig. 3,
Autoritratto, 1912. Olio su tela, 64x45 cm. Zagabria, Moderna Galerija

 

Scheda tecnica

Un autoritratto di Miroslav Kraljevič, fino al 15 giugno 2014, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce 2076, Venezia. Biglietti: intero 10,00 euro; ridotto 7,50 euro; gratuito residenti e nati nel Comune di Venezia. Chiuso: lunedì e 1 maggio.

 



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