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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

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Doisneau. Il fotografo della Ville Lumière

 

“Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene,
dove le persone sarebbero state gentili,
dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere.
Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”.
Robert Doisneau

Fig. 1

La mostra dedicata a Robert Doisneau, attualmente allo Spazio Oberdan di Milano, permette di compiere una ‘passeggiata fotografica’ in una della capitali più affascinanti d’Europa; il grande fotografo ci conduce a scoprire gli angoli più remoti di Parigi con uno sguardo spesso ironico, rigorosamente in bianco e nero. La mostra antologica non segue un percorso cronologico, preferendo la struttura tematica di un arco temporale che abbraccia più di mezzo secolo.

Ad accogliere il visitatore una sequenza scatti realizzati davanti al simbolo più ovvio di Parigi, La gioconda, di fronte alla quale turisti dalle espressioni più varie, spesso grottesche e ridicole, si affollano in maniera scomposta, intrappolati per sempre dal fotografo in una galleria satirica che già introduce lo spettatore all’atmosfera dominante nella mostra. Quello delle reazioni umane era un ambito che affascinava molto Doisneau, e un simile interesse si coglie anche nelle foto realizzate dall’interno della Galerie Romi, dove, attraverso la vetrina, poteva catturare le espressioni indignate o incuriosite dei passanti ignari.

Fig. 2

Un’intera parete è poi dedicata agli attraversamenti arrischiati dei pedoni in Place de la Concorde, con pannelli accostati che mostrano persone di ogni età, in rapida corsa, quasi sospese a mezz’aria. Dove secoli prima si ergeva la ghigliottina, oggi il flusso continuo e pericoloso di auto sembra produrne una moderna rievocazione.

Nella sala centrale il visitatore incontra una variazione sul tema del bacio. L’immagine certamente più celebre di Doisneau è Il bacio dell’Hotel de Ville (fig. 1). Un ragazzo dall’aria scapigliata sta afferrando per la spalla la giovane donna al suo fianco, baciandola con spontaneo trasporto tra il caotico flusso di passanti incuranti. Apparentemente è la perfetta rappresentazione della poetica bressoniana del decisive moment, ma il fotografo, per liberarsi dalla falsa accusa di Denise e Jean-Louis Lavergne di averli fotografati senza consenso, fu costretto nel 1993 ad ammettere che i due protagonisti erano due attori, facendo certamente perdere all’immagine una parte del suo fascino. Doisneau era solito dichiarare di fotografare non inseguendo “la vita reale, ma la vita come mi piacerebbe che fosse”.

Fig. 3

Accanto alla celebre immagini, altre due scene urbane mostrano coppie parigine eternate nel romantico gesto: Baci col casco del 1966 e Baciamoci stretti stretti del 1950 (fig. 2), fotografie in cui sembrano riecheggiare i versi di Jacques Prévert (1).

Seguono altri celebri scatti, come La ballata di Pierrette d’Orient del 1953 (fig. 3), ritratto di una fisarmonicista vagabonda, che vagava per Parigi con la cantante Madame Lulu; il fotografo ne era stato tanto colpito da seguire le due girovaghe per giorni. Lo scatto la coglie in un’espressione che emana un misto di stupore e snobismo, isolata in un contesto sfuocato mentre le mani accarezzano la fisarmonica.

Fig. 4

Doisneau è considerato un esponente di spicco della cosiddetta ‘fotografia umanista’, interessata a cogliere la vita dell’umanità di strada, ponendo al centro delle immagini soggetti apparentemente banali che si trasformano e trasfigurano poeticamente attraverso l’occhio vigile del fotografo. Questo è evidente nella galleria di figure ‘ambientate’, come L’ammiraglio tra le sue collezioni del 1950 o Madame Arthur, cartomante del 1955. Il maestro aveva “scoperto il lusso dell’immobilità” in “una città in cui tutto è in movimento” ed era riuscito a bloccare nelle sue immagini attimi irripetibili, molto spesso scene anomale, surreali come Il mughetto del metrò o l’anziano Pattinatore solitario in giacca e cravatta. Con vena ironica e con la capacità di puntare il suo obbiettivo al momento giusto ha regalato immagini cariche di ironia e giocate su ridicoli doppi sensi come in Inferno del 1952 (fig. 4).

Fig. 5

Era un attratto “dai miscugli strani”, e proseguendo nel percorso di mostra si percorre un corridoio dove la giustapposizione delle immagini mira a suscitare esattamente questo effetto. Da un lato scorrono i ritratti di alcuni tra i più grandi protagonisti mondani della città di Parigi, Simone de Beauvoir e Marguerite Duras, ma anche i grandi nomi della moda come Coco Chanel (fig. 5), Yves Saint Laurent e Christian Dior. Dall’altro sfilano volti tratti dalla quotidianità, tra cui risalta, per antitesi, l’intenso ritratto di Coco, un alcolizzato immortalato in un’espressione che racconta in un istante tutto il suo disagio sociale (fig. 6).

Un altro famosissimo scatto ritrae il Pont d’Iéna (1945, fig. 7) che, affiancato all’immagine dei Gargouilles di Notre Dame del 1969, mostra uno sguardo sulla città orientato, anche a distanza di anni, sulla ricerca di punti di vista meno scontati e di situazioni non banali anche dietro a luoghi così noti da diventare quasi ordinari.

Fig. 6 Fig. 7

Di Parigi Doisneau mostrò anche l’innocenza dei bambini (fig. 8), la goffaggine dei cani e dei loro padroni, ma anche la città notturna, quella del Concert Mayol , del be-bop dal ritmo sfrenato e del sognante e spensierato Ultimo valzer del 14 luglio ballato al buio, tra i vicoli di Parigi; è una documentazione della trasformazione urbanistica della città a partire dagli anni Settanta, come testimoniano alcuni montaggi realizzati assemblando le facciate storiche degli edifici cittadini con quelle di più recente costruzione.

Ricordo la Parigi dei berretti e delle bombette, la Parigi che si ribella, la Parigi umiliata, la Parigi bigotto borghese, la Parigi delle puttane, ma segreta, e poi la Parigi delle barricate e la Parigi ebbra di gioia ed ancora la Parigi delle automobili, la Parigi degli intrallazzi, la Parigi del jogging”. Tutti questi volti della città furono resi con magistrale lucidità e una punta di calibrata ironia dalla Rolleiflex di Robert Doisneau e sono oggi visibili in un allestimento adeguato, che aiuta a enucleare con chiarezza i temi e i soggetti che per tutta la vita affascinarono il grande fotografo francese.

Fig. 8

 

Nota al testo
(1)Des milliers et des milliers d'années/Ne sauraient suffire/Pour dire/La petite seconde d'éternité/Où tu m'as embrassé/Où je t'ai embrassèe/Un matin dans la lumière de l'hiver /Au parc Montsouris à Paris/A Paris/Sur la terre/La terre qui est/un astre” (Le jardin, Jacques Prévert).

 

Didascalie delle immagini

fig. 1 Robert Doisneau, Il bacio dell’Hotel de Ville, 1950

fig. 2Robert Doisneau, Baciamoci stretti stretti, 1950

fig. 3 Robert Doisneau, La ballata di Pierrette d’Orient,1953

fig. 4 Robert Doisneau, Inferno, 1952

fig. 5 Robert Doisneau, Coco Chanel aux miroirs, 1953

fig. 6 Robert Doisneau, Coco, 1952

fig. 7 Robert Doisneau, Pont d’Iéna, 1945

fig. 8 Robert Doisneau, Grembiulini di Rue de Rivoli, 1978.

 

Scheda tecnica

Robert Doisneau. Paris en liberté, Milano, Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto, 2), dal 20 febbraio al 5 maggio 2013. Aperta martedì e giovedì h 10-22; mercoledì, venerdì, sabato, domenica h 10-19.30; lunedì chiusa. Biglietto € 9,00 intero, € 7,50 ridotto.

 

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