Statistiche dal 2010

Visite agli articoli
4405457

Abbiamo 248 visitatori online

Cerca nel sito

Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

Fogli e Parole d'Arte

non ha scopo di lucro, non propone alcuna pubblicità e ha come unico interesse la diffusione della cultura.
Pertanto, le immagini pubblicate si attengono all'a
rticolo 70, comma 1bis della legge sul diritto d’autore, dove si afferma che è possibile la "libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".


Iscriviti al nostro
canale WhatsApp
sul cellulare

 - Nuova informativa sui cookie -

 


La collezione Netter a Milano

Fig. 1

 

Dopo il successo di Picasso, Palazzo Reale ospita i capolavori della collezione di Jonas Netter, in un viaggio ideale tra i vicoli del quartiere di Montparnasse a cavallo degli anni Venti. 
Se avessi seguito la mia ispirazione, avrei comprato tutti gli Utrillo e tutti i Modigliani che mi capitavano sotto gli occhi. Ma mi si prendeva in giro. ‘Che idea – mi si ripeteva – quella di collezionare solo due pittori. Un vero collezionista deve essere eclettico’”.
Marc Restellini, il curatore, ha voluto precisare tuttavia l’idea di equilibrio che pervade la collezione di Netter. I pittori di cui acquistava i quadri avevano pari valore e dignità. E questa sensazione vorrebbe essere la chiave di lettura di una mostra che concede i giusti spazi alle diverse voci di una generazione che, confrontandosi con i movimenti di avanguardia dei primi del Novecento, sarebbe approdata a un linguaggio inconfondibile di sintesi di tradizione e modernità.

Ad accogliere i visitatore sono Le grandi bagnanti (fig. 1), di André Derain, un grande olio su tela realizzato nel 1908 che immediatamente ci riporta a Picasso, alle sue Demoiselles d’Avignon ma anche a Matisse, con la sua Danza, e certamente al clima fauve di inizio secolo permeato dalla scoperta dell’arte primitiva. I corpi sono massicci, statuari, caratterizzati da volti non individuabili, quasi maschere, immersi in una natura rigogliosa e selvaggia, così distante dalle visioni della città contemporanea.

Proseguendo nel percorso si incontrano le opere di Maurice Utrillo, il fou de la Butte, come veniva soprannominato con disprezzo a causa degli eccessi alcolici. Celebrato per i suoi paesaggi, in mostra gli è sicuramente reso onore grazie a un’ampia selezione di scorci di Montparnasse, caratterizzati da una desolazione inquietante. Sono vicoli, piazze, angoli di città solitari, quasi disabitati, con un cielo grigio e cupo, dove regna una silenzio tetro, irreale, così lontano dalla joi de vivre della generazione degli impressionisti.

Fig. 2Si prosegue con alcuni dipinti della maturità di Suzanne Valadon, la modella più celebre di Parigi, osannata per la sua bellezza da grandi pittori come Renoir e Toulouse-Lautre, così rinominata (il suo vero nome era Marie-Clémentine) perché circondata costantemente da “amanti-pittori” più anziani di lei, che ricordavano l’episodio biblico della splendida Susanna insidiata dai vecchioni.

I suoi Tre nudi in campagna (fig. 2) del 1909 ci riconducono in quel clima di evasione, di fuga in una natura vergine e incontaminata, all’esigenza di un rinnovata purezza perduta così difficile nella contemporanea città dell'eccesso e del vizio. Sul ricorrente tema della femminilità Valadon ritorna anche in Nudo che si pettina del 1916, dove la corporeità della donna viene ostentata in maniera esplicita, senza pudori perbenisti, ma senza voler esprimere un erotismo esasperato e volgare. Le donne dipinte dalla Valadon sono floride, carnali, ma reali.

Debiti cezanniani si intravedono nei Giocatori di carte di Celso Lagar e nella Natura Morta di René Durey (1925), così come nella Riva di fiume di Maurice de Vlaminck (1910-1911). Prevalgono i ritratti, le nature morte e i paesaggi, generi tradizionali che proprio grazie a questa generazione (e all'indispensabile contributo del movimento cubista) sarebbero stati scardinati e ammessi a pieno titolo nella modernità.

Tra gli artisti che avevano folgorato il lungimirante Netter brilla ovviamente Amedeo Modigliani, il “cigno di Livorno”, approdato a Parigi, centro nevralgico della scena e del mercato artistico, a soli ventidue anni. Una città complessa, immensa, frenetica, sospesa a metà tra la dimensione di grande metropoli europea e quella opposta, più intima e familiare, di quartiere. Una complessità, quella della vita parigina che forse coglie il pittore impreparato, fino a consumarlo. La sua vita è destinata a durare poco; muore, infatti, per una malattia preannunciata, ma mai presa seriamente in considerazione, nella più totale miseria, devastato dall’abisso dell’alcolismo, a soli 36 anni.
Le opere in mostra appartengono tutte alla maturità dell’artista.
La Cariatide (blu) si inserisce nuovamente in quel clima di primitivismo e di ricerca dell’esotico che aveva avuto grande parte anche nello sviluppo dello stile di Picasso. Il soggetto, che appartiene alla tradizione classica, riprende infatti gli stilemi tipici della statuaria africana.

Fig. 3Un altro capolavoro é certamente la Bambina in azzurro del 1918 (fig. 3), l'unico ritratto infantile dove la figura è colta per intero. Il disegno delinea con precisione la figura della bambina, il volto, le mani e l’abito, mentre é completamente assente nel suolo. Il ritratto è giocato su rimandi cromatici tra la parte superiore e inferiore del dipinto, e il bianco della goletta dell’abito fa risaltare l’espressione vitrea e scrutatrice della bambina. La posizione delle mani è uno stilema che Modigliani adotterà anche in altri ritratti femminili, dallo stile inconfondibile. Tre donne dallo sguardo trasognato e assente, dalla posa quasi identica, con le mani incrociate sul grembo e il tipico collo allungato si stagliano su una delle pareti della grande sala che ne accoglie i capolavori della collezione. Sono la Fanciulla in abito giallo (1917), La bella spagnola o Madame Modot (1918), Elvire con colletto bianco (1917) capolavori della maturità di Modigliani, il cui stile faticò a fare breccia sulla scena parigina, ma di cui Netter aveva già individuato l'assoluta originalità e riconoscibilità.

Alcuni ritratti spiegano anche il clima di amicizia che legava questi artisti. Numerosi sono per esempio i ritratti realizzati da Modigliani per Léopold Zborowski, intellettuale, poeta e letterato, poi mercante d'arte e fautore di questa intera generazione. Quello esposto é un piccolo olio su tela, un primo piano informale dell'amico, mostrato con una capigliatura disordinata e la camicia aperta; un modo essenziale, rapido di rendere l'essenza del personaggio.

Fig. 4E anche la sala dedicata Chaim Soutine si apre con il ritratto di Modigliani del 1916 (fig. 4). I due erano legati da un rapporto ambivalente. Dopo la morte di Modigliani, Soutine era solito accusarlo di averlo condotto sulla strada dell’alcolismo. A differenza del livornese, di estrazione borghese, Soutine era nato e cresciuto nella miseria e approdato a Parigi quasi come un selvaggio, incupito da un’esistenza ingloriosa. É un uomo ossessionato da se stesso, dalla raffigurazione di un’umanità compromessa, come nella Pazza del 1919 (fig. 5) e dalla rappresentazione esasperatamente espressiva di cadaveri e carcasse animale (Lepre appesa, 1923 o Il bue del 1920 che sarebbe dovuto diventare un capolavoro alla stregua del Bue macellato di Rembrandt conservato al Louvre). Il tema, grottesco e macabro é ripreso anche da Eugène Ebiche nei Conigli appesi del 1930.

Proseguendo nel percorso si incontrano alcuni paesaggi di Isaac Antcher, che ebbe Corot come maestro, uno dei pochi artisti a conoscere “il mistero dell'anima nascosta dentro un albero”. Sono paesaggi sospesi, irreali, dove le presenze umane sono ridotte a figurine spettrali, e dove gli alberi creano una rete fitta, una gabbia impenetrabile che si staglia un cielo che non é mai limpido.

Un altro artista interessante e certamente tra i prediletti di Netter (autore anche del Ritratto d’uomo del 1920, esposto all'inizio del percorso espositivo, in cui è stato riconosciuto proprio il collezionista), è certamente Moïse Kisling, originario di Cracovia; fu influenzato da Derain nella scelta di una cromia brillante, come in Donna con maglione rosso, con un esempio di natura morta in primo piano dalle tonalità vibranti. Anche il suo Nudo sdraiato su un divano del 1919 irrora la parete con la luminosità di questo corpo femminile ostentato, dal volto coperto, accostato ad una variazione sul tema nelle opere di Fournier (Nudo stante, 1920-1921), Landau (Nudo, 1922) ed Epstein (Nudo stante,1920).Fig. 5

L'ultima sala offre una visione simultanea di temi e soggetti di artisti diversi, chiudendosi sulla Giovane donna seduta con camicia azzurra del 1919 di Modigliani, Modì, il maledetto, la cui vita bruciata e quasi leggendaria simboleggia un’intera generazione di eccessi, riunita in questa collezione di inestimabile valore.

Unica nota negativa, forse, il titolo della mostra che devia dall’intenzione originale del progetto incentrando eccessivamente le aspettative del pubblico sul nome dell’artista più celebre. Non è una mostra sui dintorni artistici di Amedeo Modigliani, e chiarire meglio la volontà di esporre una collezione come corpus unico anche a partire dal titolo sarebbe stato più appropriato. Ma certamente è una strategia vincente per avvicinare un numero maggiore di visitatori.

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1: André Derain, Le grandi bagnanti, 1908, olio su tela, Parigi, Pinacotéque de Paris

Fig. 2: Suzanne Valadon, Tre nudi in campagna, 1909, olio su cartone, Parigi, Pinacotéque de Paris

Fig. 3: Amedeo Modigliani, Bambina in abito azzurro, 1918, olio su tela, Parigi, Pinacotéque de Paris

Fig. 4: Amedeo Modigliani, Ritratto di Soutine, 1916, olio su tela, Parigi, Pinacotéque de Paris

Fig. 5: Chaim Soutine, La pazza, 1919 circa, olio su tela, Parigi, Pinacotéque de Paris.

 

Scheda tecnica

Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter, Milano, Palazzo Reale. A cura di Marc Restellini. Aperta dal 21 febbraio all'8 settembre 2013, lunedì 14:30-19:30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9:00-19:30; giovedì e sabato 9:30-22:30

Biglietto singolo intero (comprensivo di audioguida) 11€, ingresso ridotto normale (comprensivo di audioguida) 9,50€, ingresso ridotto speciale (comprensivo di audioguida) 6,50€

 

abbiamo aggiornato l'informativa sui cookie