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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Parallel Universe, Jules de Balincourt a Reggio Emilia

 

Fig. 1


Jules De Balincourt espone il suo
Parallel Universe alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. La mostra prevede cinque nuovi lavori di grandi dimensioni pensati appositamente per questa mostra, in occasione della quale è stato anche pubblicato un libro d'artista con testo introduttivo di Mario Diacono e un'intervista a cura di Bob Nikas, critico americano che ha seguito De Balincourt dagli inizi della sua carriera.

Le opere in mostra sono cinque tavole di legno, su cui l'artista, nato a Parigi nel 1972, ha dipinto soggetti molto diversi tra loro servendosi di pittura a olio e acrilico e tecniche come lo stencil. La scelta del legno è caratteristica di De Balincourt: è, infatti, un supporto che richiama una dimensione più sociale e artigianale e permette un rappresentare primitivo e primario.

Fig. 2I pannelli sono stati realizzati quasi simultaneamente, entrando in dialogo tra loro e configurandosi come risultato di uno stesso processo creativo. Le opere sono infatti considerate dall'artista come pagine separate di un libro, una libera associazione narrativa e costituiscono una mappa di elementi intrecciati.

De Balincourt si era già servito delle mappe nella sua produzione precedente, analizzandole in funzione politica e cartografica (come in US World Studies dove l'artista realizza pittoricamente una mappa degli Stati Uniti d'America, evidenziando il ruolo egemone del Capitale multinazionale; le forme geometrizzate degli stati sono cumulate e distorte nella loro collocazione in base al ruolo che vi esercitano le Corporazioni).

Nuove immagini geografiche sono apparse a Reggio Emilia. Sulla parete principale dello spazio espositivo alla Collezione Maramotti compaiono Big globe Painting e Globe Faces (Figg. 1 e 2). De Balincourt in questo caso, però, non ragiona più in termini di confini e continenti e sconfina nell'astrazione. Altri artisti come Jasper Johns e Alighiero Boetti avevano usato le mappe all'interno dei loro lavori, ma come tautologie visive e operazioni linguistiche. Il lavoro di De Balincourt, invece, è più specificamente politico che concettuale/linguistico.

Sin dall'inizio della sua carriera l'artista ha mostrato interessi politici e un'attenzione particolare all'America sotto l'amministrazione Bush. L'aver abitato vicino a Ground Zero ha pesato notevolmente sulla sua arte e lo ha condotto ad analizzare il patriottismo esasperato e nazionalistico che, come ogni estremismo, è nocivo e può condurre ai conflitti e alla violenza (un esempio è United we stood del 2005). 

Fig. 3

Le mappe sono considerate da Jules de Balincourt come una piattaforma politica che permette di esprimersi su varie questioni riguardanti il dominio e il declino americano, ma anche un mezzo per esplorare un approccio più astratto al processo pittorico.

Big globe Painting raffigura un mondo militarizzato dalla politica evidenziato dalle navi petroliere/portaerei che ne solcano i mari. Le masse continentali sono intenzionalmente convertite attraverso il cromatismo in una sorta di camouflage; l'artista non le rende riconoscibili e usa la mappa come una forma di astrazione politicizzata, dove linee multicolori collegano grandi scali fittizi (che potrebbero però raffigurare anche obiettivi militari).

Ad un mondo belligerante si oppone l'alternativa umana di Globe Faces dove si assiste all'antropomorfizzazione del globo: ai continenti, infatti, sono sostituiti profili di volti umani e grandi occhi che si fissano sull'osservatore. 

Di tutt'altro genere Waiting tree, al centro della parete, che permette di comprendere il processo creativo prediletto da Jules De Balincourt (Fig. 3). Il suo, infatti è un procedere senza piani prestabiliti accettando le trasformazioni dell'immagine. La prima versione raffigurava dei giovani musicisti durante le proteste di Occupy Wall Street; in un secondo momento l'artista ha abbandonato il progetto, lasciandone emergere alcuni elementi grazie alla complessa stratificazione dell'immagine.

Fig. 4La tavolozza è evanescente e psichedelica e trasforma un'opera apparentemente naturalistica in qualcosa di fantasmagorico. L'artista lavora intuitivamente, senza un progetto iniziale prestabilito e con un finale aperto, che rende il risultato una sorpresa. De Balincourt ha paragonato il suo lavoro ad un viaggio on the road dove ogni pianificazione sarebbe rigida e fuorviante.

Alcune opere hanno una precisa fonte, come in questo caso: l'ispirazione deriva da un viaggio a Panama dove De Balincourt era rimasto affascinato da luoghi di sosta, come questo. La tavola, infatti, raffigura una fermata di un autobus, che si trasforma in un luogo di socialità.

Due opere dominano le pareti laterali della sala; la prima, Burst Painting,è esplosione luminosa dalle tinte accese e psichedeliche (Fig. 4). L'artista si serve dello stencil per creare i profili appuntiti dell'immagine giocata sull'idea di dualità tra costruzione e distruzione; come altri dipinti di De Balincourt, Burst Paintin permette molteplici letture suscitando nello spettatore immagini di esplosioni, ma anche il moto originario del Big Bang.

Fig. 5

Sulla parete opposta si staglia il ritratto sovradimensionato del Psychedelic Soldier, in cui De Balincourt si serve di tecniche di mimetizzazione (Fig. 5). Il gigantesco volto del soldato è invaso e ricoperto dal camouflage psichedelico dalle tonalità esasperate, che esce dai limiti della divisa. Qui l'artista ha voluto evidenziare la falsità della mimetizzazione, che in realtà rende i soldati dei facili obiettivi.

Poco ha voluto dichiarare l'artista sul significato delle singole opere e sulle associazioni tra i diversi lavori, con l'intento di lasciare la massima libertà allo spettatore che, secondo De Balincourt, non deve essere guidato o indirizzato verso una rigida e perentoria interpretazione.

Da tematiche legate in maniera stringente al mondo contemporaneo e alla politica americana, analizzata con uno sguardo da outsider, l'opera di Jules De Balincourt è diventata una riflessione sul mondo globalizzato, in un linguaggio che oscilla costantemente tra figurazione e astrazione.

 

Didascalie

Figura 1, Jules De Balincourt, Big Globe Painting, 2012, olio e acrilico su tavola.

Figura 2, Jules De Balincourt, Globe Faces, 2012, olio su tavola.

Figura 3, Jules De Balincourt, Waiting Tree, 2012, olio e acrilico su tavola.

Figura 4, Jules De Balincourt, Burst Painting, 2012, olio e acrilico su tavola.

Figura 5, Jules De Balincourt, Psychedelic Soldier, 2012, olio e acrilico su tavola.

 

Scheda tecnica

Collezione Maramotti, Reggio Emilia, 7 Ottobre 2012 - 27 Gennaio 2012.

La mostra, a ingresso libero, è visitabile negli orari di apertura della collezione permanente, giovedì e venerdì 14.30-18.30, sabato e domenica 10.30-18.30, chiuso il 25-26 dicembre 2012 e 1 e 6 gennaio 2013.

 

 

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