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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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documenta da 1 a 12

Si va a Kassel per vedere l´arte di oggi a dOCUMENTA (13) e si incontra un pubblico variopinto, di molte nazionalitá, con l´esclusione o quasi degli italiani. Pochi i visitatori dal Bel Paese, pochi anche gli artisti; dopo lo zero del 2007, questa volta la curatrice americana (ma semi-italiana per via del matrimonio e della madre) ha esposto opere di una dozzina di artisti italiani, anche se alcuni di loro sono morti da tempo; in pratica, i giovani artisti italiani presenti sono quattro o cinque, e sul totale possono rappresentare una percentuale adeguata al peso internazionale dell'Italia, non piú del 3 percento.
Vale forse allora la pena di parlare un poco e di ricordare le tappe dell'evoluzione di questa grande rassegna che ormai da tempo ha soppiantato le varie biennali, compresa quella storica, ma ormai in decadenza, di Venezia.

Nel 1955 il pittore, critico e studioso d´arte Arnold Bode riesce ad organizzare a Kassel, che é la sua cittá e che quell'anno é sede di un'importante fiera botanica, la prima documenta, mostra di arte internazionale contemporanea; per farlo, utilizza lo splendido palazzo centrale della cittá, il Fridericianum, facendolo restaurare dopo i danni bellici. Per un ventennio, dalla crisi degli anni Trenta fino al faticosissimo dopoguerra, i tedeschi non avevano parlato di arte contemporanea; la patria del romanticismo e dell'espressionismo, oltre che del Bauhaus, si era dovuta arrestare davanti alla violenza culturale dei nazisti. I numerosissimi esuli avevano spesso preso altre nazionalitá e di fatto il paese cercava con tenacia e dolore di ritrovare una propria identitá.

Quando Bode apre la sua mostra, con il nome in minuscolo di documenta che rimanda a un concetto asettico di documentazione e presentazione, l´intenzione é di ricominciare; nelle sale del Fridericianum vengono esposte opere di Klee, Arp, Beckmann, Picasso, Roualt, Gris, Leger, Kandinski, e di quasi tutti i nomi principali dell´arte del Novecento, per un totale di 148 artisti e 670 opere; i visitatori saranno 130mila, moltissimi vista l´apertura di circa nove settimane, e garantiscono la seconda edizione. Le spese dichiarate ammontano a quasi 400mila marchi.

Per documenta II nel 1959 Bode allarga spazi e tempi; ottiene di usare il parco davanti alla palazzina dell'Orangerie, ancora in rovina, e apre la rassegna per tre mesi. Le opere esposte sono oltre 1700, gli artisti oltre 300, e i visitatori di nuovo 130mila. Tra i protagonisti ci sono nomi fondamentali come Brancusi, Rothko, Pollock e poi tantissimi altri tra cui Arp, Bacon, Beckmann, Boccioni, Braque, Burri, Calder, Chagall, de Chirico, Derain, Fontana, Gorky, Kirchner, Klee, de Kooning, Schwitters … L´intenzione di documenta diventa chiara, oltre alla rivalitá con Venezia bisogna dare lustro all'arte occidentale contro quella dei paesi comunisti; Kassel non era lontana dal confine ancora non di ferro con la DDR, tanto che proprio quello che oggi si considera il massimo pittore contemporaneo, Gerhard Richter, racconta che l'ultima spinta alla sua volontá di fuga in occidente fu proprio aver visto qui i quadri di Pollock.
Le spese nel 1959 furono di quasi un milione di marchi.

documenta III. Nel 1964, con un intervallo di cinque anni questa volta, prese forma la terza edizione. La durata si stabilizza a 100 giorni, con numeri sempre altissimi di artisti e di opere, mentre i visitatori arrivano a 200mila e anche le spese crescono fino a quasi due milioni di marchi.
Oltre alle sedi consuete, si utilizza anche la Neue Galerie cittadina. Larghissimo spazio viene dato ai disegni, tra cui quelli di maestri ormai lontani come Cézanne e Van Gogh, insieme a Matisse, Kirchner, Kandinski, Picasso. Tra i piú giovani si segnalano Norbert Kricke e Sam Francis, mentre gli archivi ci dicono che i pú seguiti furono probabilmente Richard Mortensen, Jean Robert Ipostéguy, Emilio Vedova, Victor Vasarely, Otto Piene, Pierre Soulages e Max Bill.

Con 4. documenta (si noti come la scrittura del titolo introduca le cifre arabe contro quelle romane) nel 1968 si torna a un intervallo di quattro anni. Sono presenti molti americani della Pop Art, come Warhol, Lichtenstein, Johns, Rauschenberg, Indiana, ma il numero totale diminuisce notevolmente e dopo le indigestioni delle precedenti occasioni gli artisti sono 150 e le opere 1000; il costo vola verso i 3 milioni di marchi. Un'opera sorpassa tutte le altre ed é una delle grandi invenzioni di Christo, “5600 Cubicmeter Package”, cilindro volante sopra la spianata del Parksaue, il parco davanti all'Orangerie. Altri protagonisti sono Erich Hauser, Shinkichi Tajiri, Peter Brüning, Sergio de Camargo, Jos Manders, Gianni Colombo.

documenta 5 nel 1972 é curata da Harald Szeemann, anche se il settantaduenne Bode mantiene un posto nella fondazione. Le cifre globali cambiano di poco, ma si mantiene costante la linea in progresso dei visitatori (che fino al 2012 sono sempre aumentati di numero).
I protagonisti sono moltissimi, gli archivi ci segnalano Bertram Weigel, Ben Vautier, James Lee Byars, Ron Cooper, John de Andrea, Nancy Graves, e soprattutto tre personaggi epocali come Vito Acconci, Joseph Beuys e Claes Oldenburg.

documenta 6 nel 1977 fissa l´attuale scansione della rassegna, che si svolge negli anni 2 e 7 di ogni decade. Il curatore é Manfred Schneckenburger, le sedi grosso modo le stesse, ma i visitatori crescono molto, arrivando a 340mila. L´edizione é in effetti di nuovo molto ampia per numero di artisti, oltre 500, e di opere, oltre 2000 (questi numeri cambiano molto a seconda delle fonti e dipendono chiaramente da fattori non semplici di classificazione). La figura ieratica di Joseph Beuys diventa protagonista, ma non sono da meno Walter De Maria, Richard Serra, Stephen Antonakos, Robert Morris. Nella Friedrichsplatz viene montata, ed é ancora lí, una singolare scultura-architettura del gruppo austricao Haus-Rucke-Co, che inquadra la vista spettacolare della piazza verso la valle trasformandola in uno schermo. Il giorno dopo la conclusione di documenta 6, Arnold Bode muore a Kassel.

documenta 7 nel 1982 é diretta da Rudi Fuchs. Si tratta forse della mostra piú stimolante e acclamata in assoluto, che chiude gli anni Settanta e propone strade per il futuro con straordinaria vivacitá; Beuys inventa la foresta di 7000 querce che nascerá dalla vendita di 7000 pietre e la facciata del Fridericianum viene colorata da Lawrence Weiner; sono presenti gli italiani Jannis Kounellis, Lucian Fabro, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto, e il gruppo tedesco dei Nuovi selvaggi. Sulle rive della Fulda Claes Oldenburg pianta un gigantesco piccone che si trova ancora lí. Gli artisti sono “solo” 170, le opere un migliaio, il costo di 7 milioni di marchi e i visitatori quasi 400mila.

L´edizione del 1987 ritrova il curatore di dieci anni prima, Manfred Schneckenburger, e prosegue la sua marcia internazionale. documenta 8 ospita artisti di tutto il mondo, per un totale di 150 con 600 opere, e sfiora il mezzo milione di visitatori. Non c´é piú Beuys, morto nel 1986, ma restano la sua impronta e le sue opere; si ricorda la partecipazione di Barbara Kruger, del Group Material, di Adam Noidlt, di Boris Nieslony, di Lili Fischer, dei Magazzini Criminali, di Tadashi Kawamata, di Tony Cragg e del duo Fischli/Weiss. Lo spazio per performance e installazioni si allarga, la concezione artistica sembra ormai seguire l´ibridazione con il teatro. La spesa totale raggiunge i nove milioni di marchi.

Nel 1992 documenta IX, che ritorna alle cifre romane, riceve le cure di Jan Hoet. Viene inaugurata la documenta-Halle nella Friedrichsplatz, moderno palazzo per esposizioni che fa anche da base e archivio per la rassegna. Le spese raddoppiano, i visitatori arrivano a 600mila, gli artisti risalgono a circa 200. Due opere nella piazza centrale diventano l´emblema della mostra e le sopravvivono, Die Fremden di Thomas Schütte, buffe statue di ceramica collocate sul cornicione del Rotes Palais, accanto al Fridericianum, e Man Walking to the Sky, trovata geniale di Jonathan Borofsky, che con la figura di un uomo che cammina quasi in verticale lungo un alto pennone inventa una bandiera per Kassel; l´opera di Borofsky verrá in seguito collocata davanti alla Stazione Centrale diventando uno dei simboli della cittá. Tra i partecipanti a quest´edizione c´é anche il 25enne Matthew Barney.

Catherine David nel 1997 é la prima donna a ricevere l´ormai ambitissimo incarico di curare documenta X. Lei stessa si espone in interviste e filmati durante i 100 giorni che vedono di poco superati i 600mila visitatori per 120 artisti e 700 opere. Il costo supera i 20 milioni di marchi. Molti i protagonisti, tra cui finalmente Gerhard Richter con il suo infinito “Atlas” di fotografie, Richard Hamilton, Vito Acconci, Peter Friedl, Christine Hill, Michelangelo Pistoletto, Carsten Höller, Rosemarie Trockel, ma in particolare resta memorabile il grande labirinto di tubi eseguito tramite computer dal precursore Peter Kogler. La mostra occupa sale in varie parti della cittá ma mantiene il suo cuore nella piazza centrale e nel Fridericianum.

Per documenta 11 nel 2002 la fondazione sceglie Okwui Enwezor, che fa salire le visite a 650mila e il costo a 18 milioni di euro. Tra le 500 opere, la piú significativa fu forse Bataille Monument di Thomas Hirschhorn, un´enorme scultura multifunzionale. Ma la mostra vede il proliferare di video e fotografie, insieme a installazioni piú o meno multimediali, secondo un modello che all´inizio del 2000 ha in effetti invaso tutte le principali esposizioni e i musei di arte contemporanea.
Tra i partecipanti, che vedono un aumento notevole della presenza femminile, riscuotono successo di critica Pascale Marthine Tayou, Raqs Media Collective, Jeff Wall, Hanne Darboven, On Kawara, Dieter Roth, Doris Salcedo, The Atlas Group, Craigie Horsfield, Nari Ward, Lorna Simpson, Yinka Shonibare eil 33enne regista inglese Steve McQueen con un video memorabile, Western Deep.

documenta 12 nel 2007 (il numero 12 in realtá é scritto secondo le regole dei carcerati che contano i giorni) detiene per ora il record dei visitatori, 750mila, e raggiunge una spesa di 27 milioni di euro. Diretta da una coppia austriaca, Roger M. Buergel e Ruth Noak, la mostra occupa i consueti spazi e ne crea uno grandissimo nel Parksaue, coprendo con un capannone provvisorio, l´Aue Pavillion, una superficie di varie migliaia di metri quadrati. Qui trovano spazio opere lunghissime e complesse, ma anche le 1001 sedie di Ai Wei Wei, l´artsita cinese la cui fama in questi anni si é estesa moltissimo. All'ingresso della piazza centrale, davanti al Fridericianum, c´é anche il campo di papaveri montato ad hoc da Sanja Ivekovic e nella documenta-Halle trovano posto pupazzi giganti.
Per i dettagli su questa edizione si veda anche: Kassel - documenta 12,
e per tutte le edizioni: http://d13.documenta.de.

 

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