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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
e distribuita on line dalla società Ergonet di Montefiascone (Vt).

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Ciclismo, cubo-futurismo e la quarta dimensione.

Ci sono dei legami tra arte e sport? La mostra Ciclismo, cubo-futurismo e la quarta dimensione. ‘Al velodromo’ di Jean Metzinger sembra dare una risposta affermativa a tale quesito, dimostrando ancora una volta come l’arte non sia un campo isolato e autoreferenziale ma un qualcosa di ben radicato all’interno del contesto storico e culturale in cui nasce e con cui entra in contatto.

Fig. 1In questa esposizione, accolta in alcune sale della Peggy Guggenheim Collection fino al 16 settembre 2012, il visitatore potrà rapportarsi in maniera diretta con i legami che intercorrono tra il ciclismo, il cubo-futurismo e la ricerca della quarta dimensione, evidenziando come l’arte stessa, anche quella più sperimentale, si nutra di ciò che la circonda e diventi, con il passare del tempo, espressione visibile di specifici eventi.

La mostra in questione, riflessione più generale sul concetto di movimento, trova il suo spunto originario dalla celebre tela di Jean Metzinger Al velodromo, acquistato dalla Guggenheim nel 1945 e conservata nel Palazzo Venier dei Leoni. Nell’opera, databile 1912, l’artista francese raffigura un ciclista secondo una scelta artistica di tipico sapore cubista, cercando di unire al ciclismo, sport amato e basato sulla velocità, lo studio per il movimento inteso come rapporto tra spazio e tempo. Sebbene negli ultimi anni la sua fama sia stata offuscata da personalità del calibro di Picasso e Braque, Metzinger risulta essere tra i pittori cubisti che esposero nel Salon des Indépendants nel 1911, consolidando l’ideologia cubista all’interno dell’avanguardia parigina e, cosa di certo di non minor importanza, autore con Gleizes, nel 1912, del saggio Du Cubisme.

Il rapporto tra ciclismo e arte appare, del resto, evidente dall’analisi della tela del pittore francese; come scoperto per primo dal curatore della mostra Erasmus Weddingen, il ciclista raffigurato nell’olio sarebbe Charles Crupelandt, vincitore, nel 1912, della Parigi- Roubaix soprannominata l'“Inferno del nord” per le difficoltà che presenta e, conseguentemente, Al velodromo risulterebbe essere il primo caso di avanguardia pittorica illustrante uno specifico evento sportivo.

La prospettiva multipla, utilizzata con lo scopo di creare simultaneità e ricostituire il rapporto proporzionale che intercorre tra velocità e tempo, sarebbe il tentativo di mettere in pratica la rappresentazione del movimento, di cui si discuteva ampiamente in quegli anni e, con particolare vigore, negli incontri che avvenivano a casa dei fratelli Duchamp a Puteaux ed ai quali prese parte lo stesso Metzinger. Principalmente gli incontri a Puteaux si sviluppavano in discussioni intellettuali sull’arte, sulla cronofotografia e sulla geometria non euclidea, oltre che sul concetto di quarta dimensione, sottolineando come l’idea dell’irrappresentabile, verbale o visivo, fosse ormai divenuta centrale all’interno degli ambienti più avanguardistici e sperimentatori. A Puteaux si discuteva, quindi, di qualcosa di inafferrabile e più alto rispetto alla normale realtà, al punto da portare Duchamp ad esprimere l’idea che la proiezione tridimensionale di un oggetto non fosse altro che la proiezione di un oggetto in quattro dimensioni, al di là dello stesso visibile.

Al velodromo, quindi, risulterebbe essere il matrimonio perfetto tra realtà (uno specifico evento sportivo di grande fama tra la popolazione francese) e intelletto (la ricerca del non visibile), espressione tangibile del clima effervescente dell’epoca.

La dinamica del movimento (il non visibile che cerca di rendersi visibile) è, del resto, trait d’union dell’intera mostra in cui, oltre alla tela di Metzinger ed ai relativi studi, compaiono opere di Depero (Ciclista attraverso la città, 1945), Sironi (Il ciclista, 1916), Boccioni (Dinamismo di un ciclista del 1913 e il celebre bronzo Forme uniche nella continuità nello spazio, 1913), Duchamp (Nudo –studio- Giovane triste in treno del 1911-1912 e Scatola in una valigia del 1941) fino ad arrivare a Cyclosna, installazione creata appositamente per l’occasione dall’artista Paul Weidmer ed esposta nel Giardino delle Sculture Nasher.

Fig. 2

Per sottolineare il rapporto indissolubile che lega arte e ciclismo, nell’ultima sala il visitatore potrà ammirare alcuni modelli di biciclette della collezione di Ivan Bonduelle, altri provenienti dal Museo del Ciclismo di Madonna del Ghisallo, la bicicletta del designer Marco Mainardi, e persino provare la bicicletta proveniente dall’Università di Tübingen utilizzata per dimostrare le teorie formulate da Einstein riguardo al tempo e allo spazio.

Un’esposizione sicuramente insolita, ma che diventa prova del legame vivo che intercorre tra realtà e arte, e dimostra ancora una volta l’immensa energia racchiusa nelle opere se solo le si sanno, o le si vogliono, ascoltare.

 

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Jean Metzinger, Al Velodromo /At the Cycle-Race Track (Au Vélodrome), 1912, olio e collage su tela, 130, 4 x 97, 1 cm, Peggy Guggenheim Collection, Venezia, © Jean Metzinger by SIAE 2012.
Fig. 2, Marco Mainardi,
Aria, 2009-2011, Bicicletta premiata alla 15th International Bicycle Design Competition, Taipei 2010, Mainardi Design Scorzè.

Scheda tecnica

Ciclismo, Cubo-Futurismo e la Quarta Dimensione. ‘Al Velodromo’ di Jean Metzinger, fino al 16 settembre 2012, Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, 701 Dorsoduro, Venezia.
Orari: 10.00-18.00, chiuso il martedì. Biglietti: intero 12€; ridotto senior (oltre i 65 anni) 10€; ridotto studenti (entro i 26 anni) 7€; bambini (0-10 anni) e soci gratuito.


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