Cosa succede a Ground Zero

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Fig 1.La recente commemorazione dell'attentato dell'11 settembre 2001 ha riportato sotto i riflettori l'area di Manhattan dove sorgevano le Twin Towers del WTC. Nel corso di questi dieci anni, si è pensato molto a cosa fare di Ground Zero e una serie di progetti d'architettura sono stati messi a concorso, assegnati, modificati e spesso completamente rivisitati, vuoi per problemi economici vuoi per problemi amministrativi. Fuori d'America si era rimasti - mi sembra - un po' indietro, in pratica al progetto di Libeskind poi aggiustato dalle commissioni pubbliche e dai proprietari del terreno; in realtà negli ultimi cinque anni l'area di Ground Zero ha trovato la sua nuova destinazione e – anche se ci vorranno ancora anni prima di vedere tutto realizzato – diversi elementi sono di fatto già visibili.

Del progetto “vincitore” nel 2002 di Daniel Libeskind, l'architetto del celebre Museo ebraico di Berlino cui è stato affidato il masterplan dell'intero complesso, resta soprattutto l'idea che i due vuoti delle Twin Towers facciano da area centrale di un sistema di architetture disposte loro intorno. Come dice Libeskind, intervistato da “Architectural Record” nel Settembre 2011: “The fundamental idea was: Don’t build where people perished. Create a site of memory. But at the same time create something positive. Don’t shift New York into a register of sadness. Create vital streets. Create a central community. I think we have done this” - “L'idea fondamentale era: non costruire dove la gente è morta. Creare un luogo per il ricordo, ma allo stesso tempo creare qualcosa di positivo. Non sprofondiamo New York in un clima di tristezza, creiamo strade vitali, creiamo una comunità centrale. Io penso che l'abbiamo fatto”.

Fig. 2 Fig. 3

La Central Community di Libeskind si compone di oggetti molto diversi:
--- la torre gigantesca, presentata come Freedom Tower e nel 2009 ribattezzata One World Trade Center, è stata progettata da Libeskind e David Chi
lds, ma riveduta da varie commissioni e costruita dall'onnipresente e forse onnipotente studio architettonico Skidmore, Owings & Merrill; alta 1776 piedi (oltre 540 metri), dal 2013 prenderà il posto nello skyline di New York delle due torri distrutte e sostituirà la Sears Tower (oggi Willis Tower) di Chicago come grattacielo più alto d'America;
--- altre tre torri meno alte destinate sempre al WTC (la Two World Trade Center di Foster ancora da costruire, la Three World Trade Center di Rogers Stirk Harbour ancora da costruire, e la Four World Trade Center di Fumihiko Maki che sarà ultimata nel 2013);
--- un centro d'arte, denominato Performing Arts Center (di Frank Gehry), ancora da cominciare;
--- un padiglione commemorativo (del gruppo Snøhetta), che introduce al sotterraneo National September 11 Museum (di Davis Brody Bond Aedas), da inaugurarsi l'11 settembre del 2012;
--- un clamoroso Hub a forma di uccello, in parte sotterraneo ma anche fuoriuscente dalla terra per gestire il traffico delle linee ferroviarie sotterranee (di Santiago Calatrava), che sarà pronto nel 2014;
--- e infine le due impronte delle Twin Towers trasformate in grandiose fontane e introdotte dai nomi delle vittime scolpiti nel bronzo, nel suggestivo memoriale delle vittime (di Arad e Walker).
Va aggiunto che accanto alla torre principale, ma fuori dalla corona, si erge già un grattacielo di 52 piani, squadrato e vetrato, terminato nel 2006 su progetto di David Childs ed esecuzione di SO&M, la torre 7 del WTC.

New York quindi torna tra le metropoli più attive a livello architettonico? In realtà, non ha mai smesso di esserlo, altrimenti si negherebbe la notevole attività che c'è stata in questi ultimi anni e di cui è stato protagonista, tra gli altri, Renzo Piano con il grattacielo del New York Times e la gigantesca espansione della Columbia University dentro Harlem; e non si dimentichino gli ampliamenti spettacolari di grandi Musei come il Whitney e il MOMA, la costruzione di altri grattacieli firmati da Richard Meier, Frank Gehry, Norman Foster, e infine gli interventi urbanistici in alcune aree marginali, come Atlantic Yards, e sulla High Line, la ferrovia sopraelevata abbandonata, trasformata genialmente in un parco pubblico che viaggia sopra la città. Ma in realtà, per chi ha visto la metropoli americana dal vero, poter pensare che essa si fermi o si adagi su se stessa è assolutamente insensato: New York mantiene stretto il suo ruolo di capitaleFig. 4 del mondo (… almeno quello, visto che politicamente non è capitale di nulla, neppure del grande stato che porta il suo nome; vale la pena ricordare che New York è stata soltanto la prima capitale degli USA, prima di Philadelphia e prima della costruzione di Washington).

La Torre

Al momento del decennale, la torre One WTC era già più alta di gran parte dei palazzi che le sono vicini. Il cantiere è tra i più agguerriti e moderni che si possano immaginare, con le gru collocate sui fianchi e sopra la grande struttura che stanno contemporaneamente costruendo. Come per gran parte dei grattacieli, l'interno ha un significato relativo, in questo caso del tutto prevedibile con il grande blocco centrale di ascensori, servizi e scale circondato da uno spazio vuoto tutto da attrezzare. E' interessante invece il variare della pianta, che dall'iniziale superficie quadrata passa a un ottagono finale, con il crescente smussamento degli spigoli; come sempre infatti la torre si assottiglia, e in questo caso tende ad assumere la forma di una freccia totalmente riflettente per via delle facciate di vetro. Ad un'altezza vertiginosa, intorno ai 400 metri di quota, il grattacielo si ferma e sul tetto finale verrà collocata un'antenna che sarà a sua volta un grattacielo, alta oltre 100 metri, a forma di missile, con un sicuro effetto di lucentezza legato all'acciaio di cui sarà rivestita. A questa torre New York affida il ruolo che fu delle Twin Towers, e prima ancora dell'Empire State Building: il simbolo stesso della città.

Fig. 5L'Hub

Santiago Calatrava è un personaggio unico nell'architettura di oggi e forse può essere accostato a Nervi per la capacità rarissima di coniugare struttura e forma. Ormai riconoscibile, ma difficilmente imitabile, il suo stile è fatto di linee bianche sottili che, come nelle ragnatele, creano una robusta rete, trasformandosi quindi in superfici portanti. L'HUB del WTC sarà un grande centro di smistamento del trasporto pubblico sotterraneo, ma l'architetto ha disegnato una struttura parte interrata parte esterna, giocando su un contrasto di linee che disegnano una sorta di volatile poggiato a terra con le ali aperte. A giudicare dalle immagini, questa di Calatrava sarà l'architettura di cerniera tra il vuoto dei memoriali e il grande pieno delle torrri.

Il museo del memoriale

Opera complessa e duplice, il Museo si troverà sottoterra, introdotto all'esterno da un padiglione di ingresso; il primo è firmato dal gruppo Davis Brody Bond Aedas, il secondo dai norvegesi Snohetta (quelli della biblioteca di Alessandria d'Egitto). Difforme dallo stile vagamente razionalista della grande torre, il padiglione esterno sembra accostarsi alle tendenze decostruttiviste, giocando sull'intersecarsi di piani obliqui tanto in pianta che in alzato. Già ora appare inquietante la presenza, accanto alle scale dirette in basso, di un colossale brandello delle Twin Towers, una coppia dei pilastri d'acciaio che si diramavano nelle costole esterne dei grattacieli distrutti.
La posizione e la forma del padiglione e del sottostante museo sono state oggetto di lunghi dibattiti e scontri tra i progettisti e le amministrazioni, ma il risultato finale sembra aver trovato la giusta soluzione, con il padiglione collocato tra i due vuoti delle torri gemelle secondo una felice logica di cerniera e di contatto.

Fig. 6

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Pianta di Ground Zero secondo gli attuali progetti.
Fig. 2, La Torre principale (1WTC) secondo il modello esecutivo
Fig. 3, Lo stato dei lavori della Torre nel settembre 2011
Fig. 4, La pianta tipo della Torre
Fig. 5, L'Hub di smistamento della rete ferroviarai
Fig. 6, Il Padiglione di ingresso al Museo sotterraneo