Fogli freschi di stampa

Leda. Che solo amore e luce ha per confine, di S. Colaone, F. Satta e L. de Santis

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Pur di farle uno sgarbo, Leda Rafanelli nasce a Pistoia nel 1880. Ed è proprio a Pistoia
che inizia, qualche anno più in là, la storia della graphic novel di Sara Colaone, Francesco Satta e Luca de Santis, Leda. Che solo amore e luce ha per confine.

Innamorarsi della protagonista, parteggiare per lei, è molto facile, e non solo per il lettore; si avverte, infatti, sia nel disegno che nella sceneggiatura, come gli autori si siano “coalizzati” con lei, Leda Rafanelli. Una donna dalle tante sfaccettature: anarchica ma credente, libera ma prigioniera dei propri sentimenti. Un essere umano, non perché appartenente al genere, ma nel suo significato più profondo di “esistenza” e “umanità”.

Essendo questa un’opera storica, è importante comprenderla conoscendo il contesto storico-culturale dell’epoca, anzi, in realtà avrei dovuto scrivere “della protagonista”. Colaone, Satta e de Santis, in effetti, sembrano adattare, cucire addosso, gli eventi alla protagonista: non è travolta dagli eventi, è Leda stessa che “dirige” il tutto.

Leda nasce a quasi due decenni dalla proclamazione del Regno d’Italia, stato giovane e ancora inesperto. Cresce a cavallo di due secoli pieni di contrasti: dal periodo di pace e stabilità — della guerra franco-prussiana fino al 1914 — al secolo dei grandi conflitti. Le rivalità internazionali si spostano dall’Europa all’Africa — la sua amata Africa — col conseguente sfruttamento delle popolazioni indigene; si diffondono ideologie nazionaliste; i progressi tecnici e scientifici portano alla concentrazione del capitale produttivo e finanziario e da qui al trionfo della borghesia e del capitalismo; contemporaneamente, i movimenti operai si organizzano ottenendo così i primi successi nelle riforme sociali, che Leda sosterrà strenuamente. 

Fig. 1 

Fig. 2

La storia non è lineare ma frammentaria, così da descrivere i periodi significativi della vita di Leda. La vediamo quindi bambina, improvvisamente anziana e poi ventenne. Il passaggio da un momento all’altro delle sue vicende è o repentino, improvviso, o onirico e magico. Nella parentesi ad Alessandria d’Egitto — città in cui visse per alcuni mesi — si respira la multiculturalità della metropoli dell’epoca, colma di luce, lingue diverse e profumi (Fig. 1). È questa la parte fondante di tutta la vita della protagonista e gli autori lo sottolineano spesso, sia con riferimenti grafici sia tramite la voce di Leda o quella più ostile dei comprimari — la fede musulmana di Rafanelli fu infatti criticata tra gli ambienti anarchici e socialisti. In ogni pagina Leda cresce al mutare delle circostanze, matura in quell’anziana donna che diventerà più tardi, determinata e sferzante — divertenti sono i momenti in cui vediamo la protagonista, ormai chiromante, alle prese con un’anonima e superficiale cliente negli anni Settanta (Fig. 2).

I vari passaggi tra la vita, anzi, tra le sue vite, direbbe Leda, sono evidenziati anche graficamente: Colaone usa perfettamente diversi linguaggi sia cromatici sia simbolici. Nel periodo in cui la protagonista lavora in tipografia dominano, ad esempio, toni più scuri che mutano invece in luminosità dopo la “scoperta” del mondo orientale ed arabo. Spesso l’autrice inserisce simboli che rimandano al contesto della vita di Leda, sia nascosti sia palesati. Troviamo ad esempio, coperto da poche nuvole, il disco solare Ureo che illumina Alessandria (Fig. 3), o la “futurista” camminata di Leda nell’imminente incontro con Marinetti e Carrà. Marinetti, in particolare, è rappresentato come una caricatura di se stesso, la sua posa è il risultato dei precedenti fotogrammi ed è in totale disarmonia con l’ambiente ed i personaggi circostanti, con Leda in particolare, che non si astiene dal criticarlo o provocarlo (Fig. 4).

Fig. 3  Fig. 4

Il racconto della protagonista si trova spesso in bilico tra realtà e inconscio, gli autori trasportano la profondità di Leda all’esterno, così la si vede discutere con la Gioconda o con un busto marmoreo di Mussolini, ma è lei stessa che si mette in discussione, in continuo mutamento.

Colaone, Satta e de Santis fanno conoscere un pezzo della storia italiana e una donna che visse fuori e dentro il suo tempo, mentre sul presente avrebbe sicuramente qualcosa da eccepire.

Interessante poi la scelta degli autori di inserire alla fine dell’albo, per chi volesse approfondire Leda Rafanelli, una biografia ed una bibliografia che la riguarda.

 

 

Scheda tecnica
Sara Colaone, Francesco Satta e Luca de Santis, Leda. Che solo amore e luce ha per confine. Coconino Press - Fandango Editore, 2016, pp. 212, ISBN 978-88-76-18319-5, € 19,50