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Fogli e Parole d'Arte

Rivista d'arte on line, ha ricevuto il codice ISSN (International Standard Serial Number)

1973-2635
il 23 ottobre 2007.

Fogli e Parole d'Arte è diretta da
Andrea Bonavoglia (Vitorchiano)
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Fogli freschi di stampa

MAXXI, a cura di Gianluca Racana e Manon Janssens

La grande soddisfazione di tutti gli interessati, enti artistici, uomini politici, architetti, artisti e privati cittadini, per l'apertura a Roma del MAXXI (il museo per l'architettura e l'arte del XXI secolo), sta provocando un fiorire di pubblicazioni e di interesse critico verso la grande opera di architettura contemporanea. Ultimo, ma forse primo per qualità, il prezioso volume internazionale pubblicato da Skira nel maggio 2010 e presentato in Italia dopo l'estate, “MAXXI - Zaha Hadid Architects” a cura di Gianluca Racana e Manon Janssens. Grande formato, grande qualità della carta e della stampa, e anche grande prezzo, 55 euro ben spesi soprattutto se si è interessati al dettaglio tecnico dell'architettura, qui riprodotto in altissima qualità di stampa.

Si tratta di un volume fornito di numerose e splendide fotografie, in gran parte opera di Iwan Baan, di numerosi e dettagliati disegni relativi al concorso, al cantiere, agli schizzi preliminari, e di numerosi testi scritti da personaggi direttamente coinvolti nella storia del MAXXI, come Pio Baldi, Margherita Guccione, Joseph Giovannini, e soprattutto Gianluca Racana, capoprogetto e referente della Hadid durante la costruzione del museo.

Quando nel 1998 lo studio di Zaha Hadid partecipò al concorso, ha ricordato Racana durante la presentazione del libro avvenuta proprio nell'auditorium del Museo, gli architetti che lavoravano con l'architetto anglo-irakena erano appena una ventina, oggi sono più di 400. E la sfida che lo studio Hadid lanciò a Roma, ripresa dalla giuria del concorso, appare oggi ancor più coraggiosa, e si spiega meglio, se si pensa a un gruppo di giovani entusiasti decisi a cambiare la tradizione tutta italiana dell'immobilismo architettonico. Che poi si cerchi da molte parti, autori compresi, di dare al progetto un'aura localista (basata sul tracciato delle strade!), come se esso si inserisse secondo logica e tradizione nel tessuto di un quartiere residenziale di Roma, fa parte del gioco; il coraggio di dire che il MAXXI è semplicemente un UFO (o una stazione per UFO) atterrato sul Flaminio ce l'hanno avuto in pochi, tra cui Franco Purini proprio durante la presentazione ufficiale del libro, in un intervento garbatissimo ed estremamente scettico cui né Racana né Baldi hanno provato a replicare.

Non ci sono dubbi che come architettura in sé l'UFO sia davvero notevole e che la sua costruzione abbia richiesto ingegno, capacità, organizzazione, oltre a un notevole esborso economico. Le descrizioni che ci fornisce Racana nel suo scritto, di gran lunga il più ampio ed interessante del volume, sono esaurienti e dimostrano, spiegandole, le grandi difficoltà esecutive. Il precedente scritto di Patrick Schumacher, socio della Hadid, cercava con una certa fatica di spiegare cosa debbe intendersi per “striatura” e “formalismo” in architettura, giungendo ad un'apparente identità ossimorica tra formalismo e funzionalismo. Racana invece si concentra sui fatti e, dato il progetto, ci spiega come esso sia stato realizzato.
Qui l'analisi diventa narrazione, perché come tutte le grandi opere italiane anche questa ha vissuto e subito la tragicomica sorte ad esse destinata: ritardi, polemiche, improvvisi cambi d'umore a livello amministrativo, accuse di sperpero ecc. Racana tuttavia con ele
ganza segnala i ritardi ma non entra nelle polemiche, come scrive a pag. 62: “Nonostante i tanti e non facili momenti di ritardo dei finanziamenti, i cambiamenti dei referenti politici e amministrativi e le innegabili sfide tecniche e costruttive che la complessità del progetto ha posto”. Sul cantiere, insieme alle nitide fotografie davvero dense di informazione, Racana entra in dettagli come questo (pag. 75): “... la superficie esterna avrebbe necessariamente mostrato i segni delle sequenze costruttive, le trame dei giunti tra i manti delle casseforme e dei fori dei tiranti che le collegano in fase di getto, oltre che dei giunti di dilatazione termica... Per far rientrare tutti questi elementi all'interno di un disegno coordinato e armonico, la costruzione di ogni porzione di edificio è stata preceduta da una lunga pianificazione che partiva dalle linee guida del nostro studio contenenti le proposte delle sequenze di getto, la localizzazione di eventuali riprese e giunti di dilatazione e il disegno delle casseforme e della posizione dei tiranti”.

Anche le precedenti descrizioni dell'eseguito sono da parte di Racana particolarmente efficaci: “Gli spazi espositivi sono organizzati in cinque 'suite', ampie gallerie con dimensioni variabili dai 700 ai 2000 metri quadri e un'altezza utile di sei metri, tutte connesse tra loro secondo l'idea di fluidità che informa il progetto, ma al contempo con la possibilità di essere rese indipendenti qualora le esigenze di allestimento o del percorso museale lo richiedano. Gli spazi delle suite sono ambientri calmi, dalla spazialità fluida, inondati di luce naturale diffusa ...” (pag. 43).

La forza intrinseca di un'architettura come quella di Hadid, che di fatto si basa su formalismi espressionisti, è in effetti quanto di più lontano si possa immaginare dall'anonimato e dalla neutralità di un normale contenitore (nel libro spesso chiamato la “white box”); ciò che verrà esposto dovrà quindi possedere forza perlomeno eguale per non soccombere e lasciare al museo una vittoria del tutto controproducente. Che ciò sia possibile, evidentemente, dipende e dipenderà dalle acquisizioni che il MAXXI sarà in grado di fare nel corso degli anni a venire.

 

Scheda tecnica
Gianluca Racana e Manon Janssens (a cura di), MAXXI Zaha Hadid Architects, Skira, Milano, 2010, pagg. 168, ISBN 9788857207056, € 55,00

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