Les italiens de Paris, al Castello di Novara

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 Boldini, La toilette

 

L’imbarazzo della scelta è quel che si prova al cospetto delle molteplici chiavi di lettura della mostra Boldini – De Nittis et les Italiens de Paris, recentemente inaugurata presso il Castello di Novara da METS Percorsi d’Arte.

Difficile, anche a mostra visitata, staccarsi dall’atmosfera ricreata fra le sale del Castello, poiché si tratta di un’esposizione ad allestimento classico, finemente illuminata e ben ambientata all’interno dei meandri architettonici del museo.

Il visitatore è chiamato a scoprire Parigi all’epoca del suo massimo sfarzo, attraverso quelli che sono stati i protagonisti ed i comprimari della scena a cavallo tra i due secoli, con un occhio di riguardo per opere non frequentemente esposte, mantenendo Boldini e De Nittis quali fili conduttori.

Otto sale per immergersi nel fermento fin de siècle, grazie alla curatela di Elisabetta Chiodini, la quale porta a Novara un centinaio di opere che consentono di lasciar spaziare la fantasia facendosi trasportare verso antichi atelier, ritrovi artistici ed Esposizioni Universali che, non solo segnarono i gusti europei dell’epoca, ma che sarebbero stati destinati a dettare legge di ornamento e di stile per tutto il Novecento.

La mostra novarese pone particolare attenzione sulle contaminazioni fra le varie scuole dell’epoca, con artisti che - provenienti da tutto il mondo – furono in contatto con quegli italiens che tanta parte ebbero nel distacco dalle Accademie e nella creazione di un’arte nuova.

Si tratta di una Parigi non esclusivamente impressionista, dominata da mercanti d’arte celebri e spregiudicati: Goupil, Reitlinger, Agnew, Mardsen, ai quali si devono molte delle scelte che ci guidano fra le stanze del Castello di Novara.

 

Boldini, La contessa Speranza

 

Corcos, Le istitutrici ai campi Elisi

 

 De Nittis, Passeggiata coi cagnolini

 

De Nittis, Dans le blé

 

Le prime sale sono concentrate su pittori già affermati a livello internazionale, con scene corali ad opera di Pasini, Campriani, Signorino ma – soprattutto – Francesco Paolo Michetti, fraterno amico di Gabriele d’Annunzio, al quale lo legò – altresì – una comunione di intenti artistici, riscontrabile ancora oggi nel lirismo delle tele esposte a Novara. Processione del Corpus Domini a Chieti (1877) e La Mattinata (1878) sono, infatti, atte a documentare il folclore abruzzese con un nuovo uso della pennellata, vibrante e deciso, già presago della vena espressionista e degli eco fotografici destinati a contraddistinguerlo.

La mostra prosegue con un confronto tra i giganti Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis che l’esposizione riesce a mostrare in modo inconsueto, giocando di chiaro-scuri e contrasti, con ritratti e paesaggi esposti in una sfida senza contendenti, risultante nella vittoria esclusiva della bellezza. Un piccolo avviso al visitatore, per quanto riguarda questa sezione: la minuziosa opera Dans les blé (1873) è destinata a lasciare le sale novaresi a marzo, prima del concludersi della mostra, per approdare ad un’altra esposizione al Musée d’Orsay.

Si passa attraverso un interessante parallelo tra Parigi e Napoli, reso possibile grazie agli intensi ritratti di Antonio Mancini che ben sposano la successiva stanza dedicata a Federico Zandomeneghi, giunto a Parigi trentenne e destinato a rimanervi per tutta la vita. Assiduo frequentatore del Café de La Nouvelle Athèns in Place Pigalle e del fermento artistico che contraddistingue la capitale francese dell’epoca, è qui presente con squisite scene d’interni, nelle quali è il gesto a ricoprire il ruolo di protagonista.

Nella sesta sala, assaporiamo il legame tra Parigi e Londra, con Westminster (1878) ad opera di De Nittis, tela coinvolgente e di grandi dimensioni, anch’essa destinata a lasciare Novara anzitempo, per spostarsi nella vicina Milano. A febbraio 2024, Palazzo Reale ospiterà – infatti - una comprensiva monografica interamente dedicata al pittore di origini pugliesi.

Successivamente, una piacevole sala di nudi funge da intima anticamera per la settima parte dedicata al livornese Vittorio Matteo Corcos, che giunge a Parigi grazie all’aiuto dell’amico De Nittis e stupisce con tele ad alto contenuto simbolico, fra le quali spicca La Farfalla (1881). Opera dominata dagli occhi languidi della protagonista e dal lepidottero posato sul suo copricapo, chissà se per vezzo o se per un magico gioco della natura.

 

Mancini, Scugnizzo con chitarra

 

Zandomeneghi, Moulin de la Galette

 

Fotografia della mostra

 

Atmosfere oniriche che fanno da apripista all’ultimo capitolo incentrato sull’immancabile ritratto mondano, con capolavori di Boldini e dello stesso Corcos, il quale cattura – un’ultima volta – la nostra attenzione con il suggestivo ritratto del soprano Lina Cavalieri (1902) che permette di comprendere appieno i motivi per i quali d’Annunzio ebbe modo di definirla “massima testimonianza di Venere in terra”.

La mostra è visitabile fino ad inizio aprile 2024 ed è accompagnata dal catalogo METS Percorsi d’Arte con numerosi saggi di approfondimento ed un ricchissimo apparato iconografico, per non lasciarsi sfuggire nessun dettaglio presente sulle tele.

 

 

Didascalie delle immagini

Fig. 1, Giovanni Boldini, Giovane in déshabillé con specchio (La toiletta), olio su tela cm. 81 x 60

Fig. 2, Giovanni Boldini, La contessa Speranza, olio su tela, cm. 220,7 x 112,1

Fig. 3, Vittorio Corcos, Le istitutrici ai campi Elisi, olio su tela, cm. 187 x 156

Fig. 4, Giuseppe De Nittis, Passeggiata coi cagnolini, olio su tela, cm. 31 x 42

Fig. 5, Giuseppe De Nittis, Dans le blé, olio su tavola, cm. 35 x 27,5

Fig. 6, Antonio Mancini, Scugnizzo con chitarra, olio su tela, cm.79 x 65

Fig. 7, Antonio Zandomeneghi, Moulin de la Galette, olio su tela, cm. 80 x 120

Fig. 8 Foto della mostra

 

Scheda mostra

Boldini De Nittis et les italiens de Paris, dal 4 novembre 2023 al 7 aprile 2024, Castello di Novara. Info e biglietti: https://www.metsarte.it/